Le lacrime dell’Orchestra sinfonica nazionale in Grecia e del pubblico che la ascolta, commosso, sono già diventati l’emblema della crisi irreversibile che sta attraversando il Paese.
Prima è arrivata la chiusura improvvisa della ERT, la televisione pubblica nazionale. Antonis Samaras ha detto addio anche all‘Orchestra sinfonica nazionale, che ha chiuso i battenti dopo 75 anni, un evento unico nella storia europea e per nulla rassicurante.
L’Orchestra e il coro di ERT hanno dato il loro addio al pubblico con un’ultima esibizione, nel corso della quale hanno suonato anche l’inno nazionale, contenendo difficilmente le lacrime, quelle di un popolo in ginocchio. Le immagini hanno già fatto il giro del mondo, potete vedere l’ultimo concerto nel video in fondo al post, ma quanto è accaduto serve anche a fare riflettere tutti noi, che avvertiamo ancora la crisi in maniera ovattata: ne parliamo, ma non ci tocca nel profondo, sembra abbia un’identità ancora poco chiara, un’argomentazione da tirare fuori alla fermata dell’autobus o al mercato, mentre si fa la spesa e i soldi non bastano più.
Sono 2600 i dipendenti rimasti senza un lavoro, dopo il decreto del Governo che ha deciso di chiudere i canali di servizio pubblico e l’orchestra, quella sinfonica nazionale ed anche quella di musica contemporanea. Nulla da fare per salvare la situazione, nonostante migliaia di cittadini si siano riversati nelle piazze per protestare. Samaras promette che nel giro di qualche mese nascerà una nuova emittente che, anche se non pubblica, offrirà lavoro a molte persone, almeno un migliaio. Intanto dall’UE non si sbilancia nessuno, si ribadisce l’importanza del servizio pubblico, ma anche del fatto che la Grecia riesca a compiere dei passi in avanti per uscire da una crisi che sembra ormai irreversibile.
E intanto la musica prosegue, il video scorre, regalando un’immagine suggestiva, commovente, che lascia turbati, sembra il Titanic: l’orchestra che continua a suonare, mentre la nave affonda.
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