Prima vera grana di natura politica per i nuovi vertici della Rai, ovvero per il direttore generale Luigi Gubitosi e la presidente Anna Maria Tarantola. Antonio Verro, consigliere di amministrazione Rai del Pdl, è furibondo : “Considero più che legittima la satira, inclusa quella politica. Ma l’insulto no, non è tollerabile. Ciò che ha detto Luciana Littizzetto su Berlusconi, mi chiedo, è satira o è politica?”. Verro si riferisce al monologo della comica torinese a Che tempo che fa, dicendo: “Ora torna Berlu, sale lo spread… Non dico un pudore, sentimento antico, ma una pragmatica sensazione di avere rotto il c… ?!”. Sanremo 2013 è a rischio?
Il pubblico ha applaudito in maniera unanime (rivedi qui il monologo).E certamente con il ritorno in campo di Berlusconi una frase del genere non poteva passare sotto inosservata in una Rai continuamente permeata dalla politica. Aggiunge Verro:
“Far ridere con la volgarità è la cosa più semplice del mondo. Ma chi fa spettacolo ha una grande responsabilità nei confronti del pubblico. E certi divi troppo pagati, naturalmente mi riferisco anche alla Littizzetto, rischiano di dimenticare quale sia il loro vero ruolo e si trasformano in predicatori. Tutto questo non è tollerabile così come non è concepibile offendere in diretta televisiva non solo un esponente politico ma anche quegli spettatori che pagano il canone di un servizio pubblico e magari fanno parte dell’elettorato di centrodestra. Io rispetto le idee della signora Littizzetto, diametralmente opposte alle mie, ma non posso accettare che il servizio pubblico diventi il megafono delle sue posizioni”.
Innanzitutto, Luciana Littizzetto non è stata affatto volgare in questa occasione: è verissimo che le parolacce abbondano nei suoi monologhi, ma la comica torinese è forse l’unica che riesce ad usarle in maniera sapiente, allo scopo di conferire una consistenza alle sue argomentazioni. Lo strale lanciato all’indirizzo dell’ex premier è di grande impatto grazie all’incipit ricercato (pudore, sentimento antico, pragmatica) e a un finale che è un pugnale nello stomaco, una stoccata finale terribile, “in cauda venenum”, come dicevano i Latini a proposito della poesia satirica di Marziale.
Secondo: la comica nel suo monologo non ha offeso gli elettori di centrodestra, ha fatto un nome e cognome molto chiaro. Terzo, torniamo sulle parolacce: le usa da dieci anni in quel programma, come mai interviene con questo abnome ritardo? Domanda retorica.
E Sanremo 2013, il festival previsto dal 12 al 16 febbraio 2013? Verro ne ha anche su questo :
“Tutto questo è una pessima premessa in vista del Festival che si svolgerà in piena campagna elettorale, se non addirittura qualche giorno prima delle elezioni. Personalmente confido nella grande professionalità di Fabio Fazio che saprà sicuramente moderare le intemperanze verbali della signora Littizzetto”.
Frattanto il dg Luigi Gubitosi, fa sapere che “nel legittimo rispetto della satira” ha invitato il direttore di Raitre Antonio Di Bella a dare indicazioni ai conduttori e alla struttura di Raitre che si occupa di “Che tempo che fa” a un “maggior rispetto e a una maggiore attenzione nei confronti di tutti gli esponenti politici evitando eccessi”. Al momento nessun provvedimento disciplinare, solo avvertimenti.
La “parolaccia” quando è gratuita, fine a se stessa è volgare ed inopportuna ma quella della Littizetto è funzionale ed è un degno finale al discorso che ha fatto.
La verità è che siamo in campagna elettorale e per il PDL anche un voto perso, visto che è acclarato da tutti i sondaggi che perderà, vuol dire un nominato dall’alto in meno sugli scranni del parlamento.
Ma vi sembra più volgare un ca***o detto con convinzione o una promessa non mantenuta (e per farne un’elenco non basterebbe una vita) di un politico?