Gianluca Maria Tavarelli dirige la miniserie tv riguardante le vicende salienti del caso di Aldo Moro, che non necessita di alcuna presentazione. Si tratta di 2 parti, che ripercorrono le tappe salienti della vita del grande statista, in onda su Canale 5 venerdì 9 maggio e domenica 11 maggio.
La serie si presenta come una ricostruzione accurata, con la pretesa di liberarsi da ciò che non è strettamente documentato. Un pregio, questo, che evita l’inserimento confusivo di concetti non stettamente legati alla realtà dei fatti.
Il protagonista delle annose vicende di quel drammatico 1978 è interpretato da Michele Placido, mentre Francesco Cossiga, che allora era Presidente dell’Interno è interpretato da Diego Verdegiglio.
Come ho già detto la fiction è divisa razionalmente in due parti: la prima crea lo scenario, il background, e ci raccona il contesto politico/sociale di allora; la seconda parte è incentrata con dovizia di particolari sul rapimento, fino al drammatico epilogo.
La prima parte è ben documentata e realizzata in modo aderente ai fatti di allora: si gettano le basi per farci ritornare con la mente alle turbolenze del clima politico di allora, laddove la politica era del resto una delle innumerevoli sfaccettature della realtà nella sua totalità.
Si parla quindi del percorso politico di Moro, contestualizzato e incorniciato dai fatti e dagli eventi fondamentali di della sua vita e di coloro che gravitavano attorno alla sua carismatica figura.
Riviviamo quindi il momento di forte tensione all’interno della DC, e attraverso gli occhi del protagonista comprendiamo il suo ruolo nel realizzare il compromesso tra la DC e il Pci, un momento di assoluta importanza per superare quello che è stato uno dei maggiori impasse della politica italiana.
Il personaggio di Moro viene analizzato in modo congiunto per quanto riguarda sia gli aspetti politici che quelli personali: il suo rapporto con Enrico Berlinguer si fonde alle complesse scelte politiche che il Presidente si è trovato a dover compiere in quei difficili anni.
Poi la situazione precipita, e al lasso di tempo che va dal 16 marzo ’78 con la strage di Via Fani rivendicata dalle BR con una telefonata all’Ansa al ritrovamento del corpo, in quel drammatico 9 maggio dellp stesso anno.
Ultimo scomodissimo letto una Renault 4, parcheggiata in via Caetani, ironicamente situata tra le sedi dei due partiti del “compromesso”.
Un pò come nel caso della biografia “fictionata” di Paolo Borsellino, l’obiettivo di questa ricostruzione secondo me è veramente ambizioso: cercare la biografia, l’imparzialità, senza nascondere tacite prese di posizione dietro a licenze artistiche.
Secondo me Aldo Moro – Il Presidente colpisce in buona parte nel segno, dato che la ricostruzione storica e l’interpretazione di ciò che realmente è interpretabile funziona e scorre senza problemi, con Michele Placido che sembra a suo agio nel ricoprire una ruolo di grande responsabilità.
Del resto la vicenda, se da un parte si presta in modo abbastanza accentuato ad essere narrata attraverso uno schermo, nasconde aspetti oscuri sui quali neanche l’attentissima attività di ricerca tra i documeti originali può fare luce.