2012 l’anno della fine del mondo, come viene annunciato da alcuni siti web che si ispirano ai sinistri presagi del calendario Maya o più realisticamente la data che segnerà il de profundis dei segnali televisivi analogici in Europa. Secondo le disposizioni della Commissione Europea, sarà proprio nel 2012 in maniera improrogabile che tutti i Paesi membri dovranno adeguarsi alla nuova tecnologia.
Il digitale terrestre, lo ricordiamo, verso cui le regioni italiane stanno migrando fino all’arrivo della data limite, è una tecnologia che in assenza di disturbi dà la possibilità di trasmettere su piattaforme definite Mux (multiplex) fino a dieci canali per ogni singola frequenza, va da se che le emittenti possono scegliere di utilizzare una certa quantità di banda per trasmettere pochi canali con un’elevata qualità, oppure molti canali con una qualità più bassa.
Quello del DTT è un’affare di proporzioni mondiali, ecco cosa sta avvenendo in quei Paesi dove l’avvento dell’era digitale è più evidente: secondo il Terzo Rapporto sulla Televisione Digitale Terrestre in Europa, con data gennaio 2009, l’offerta gratuita del Regno Unito è la più ampia tra i Paesi analizzati, a conferma dell’avanzato stadio di sviluppo del mercato televisivo britannico. La line-up di Freeview (38 canali nazionali), società che coordina la diffusione di set top box, è contraddistinta dalle offerte mini-generaliste/di intrattenimento, con ben 13 canali, pari a circa 1/3 del totale, che raccolgono quote crescenti di audience e investimenti pubblicitari. Tra i “nuovi” canali di entertainment, diversi sono editi dagli stessi broadcaster analogici, ovvero Bbc, Itv, Channel 4 e Five. Da segnalare la ricca offerta per bambini e ragazzi, con 2 canali come Cbbc e CBeebies (BBC) a cui si aggiunge CItv (Itv).