Tg, troppi spazi al governo, non c’è equilibrio. A dirlo è l’authority

 Non bastavano panini (voce dell’opposizione messa tra quella della maggioranza e quella del governo) e spezzatini (frasi prese qua e là): l’Agcom dà la notizia, palese, che i Tg italiani, tra aprile e settembre, non sono stati equilibrati nel pluralismo politico, sia nel rapporto tra le diverse forze politiche, sia nel rapporto tra le forze politiche e il governo, dando

La legge vuole che ci sia, in ogni momento dell’anno, correttezza e parità di trattamento, mentre una regola non scritta assegna un terzo del tempo al governo, un terzo alla maggioranza e un terzo all’opposizione, ma pure questa consuetudine è stata disillusa: a trarne vantaggio, in termini di minutaggio, sono stati il governo e il premier, mentre sono stati penalizzati Radicali, UDC e gruppi extraparlamentari.

Raddoppia la cronaca nera nei Tg: perché?

I telegiornali di Rai, Mediaset e La7 hanno aumentato dal 10% al 20% in media, lo spazio dedicato alla cronaca nera, giudiziaria e alla criminalità organizzata.

I dati, elaborati dal Centro di ascolto dell’informazione radiotelevisiva e riportati da Italia Oggi, sono allarmanti e fanno riflettere: nel 2007 il 30,2% del minutaggio di Studio Aperto, il 25,7% del Tg5 e il 25,4% del Tg2 hanno riguardato gli aspetti più noir dell’informazione.

L’incremento medio di tutti i Tg, dal 2003 al 2007 è stato del 233%, con la punta massima di quello di La7 che è passato dal 6,9% dedicato nel 2003 al 22% nel 2007, non che gli altri abbiano fatto meglio: il Tg1 dall’11,1% al 23%, il Tg2 dal 9,7% al 25,4%.

Italia 1: il ritorno di Lucignolo

La foto che abbiamo scelto, la dice lunga sui contenuti della nuova stagione di Lucignolo, in onda da questa sera su Italia 1 alle 21.10 per otto puntate. Fin da quando è nata nel 2003 come rubrica del telegiornale Studio Aperto diretto allora da Mario Giordano, la trasmissione ha sempre proposto della realtà quotidiana il lato più ludico e trasgressivo, un ritratto a tinte forti con sullo sfondo stagliata a caratteri cubali la parola SESSO, il motore che fa girare il mondo assieme al denaro e luogo comune di quella bella vita, di cui negli anni passati il programma è divenuto il manifesto.

Anche quest’anno quindi gli argomenti toccati saranno i soliti, possibilmente rincarando la dose. Niente più Studio Aperto ma Videonews la struttura informativa di Mediaset, sganciata dai Tg diretta da Claudio Brachino, che rivela a Tgcom:”La tv è grande quando riprende la realtà. Ho sempre detestato la tv pedagogista, noi non vogliamo essere volgari, non vogliamo calcare la mano sul sesso tanto per fare, ma il sesso è una delle componenti della vita dei giovani e come tale noi la registriamo“.

Il sale della tv commerciale è fare ascolti, non ci sono dubbi che certi argomenti contribuiscano ad aumentare la pressione dell’auditel in un periodo già caldo di suo per le temperature estive. “Negli ultimi due anni la media di ascolti di Lucignolo è stata del 13% in prima serata, un risultato ottimo se si considera che la media di rete si attesta intorno al 10,5 – 11%“. Rivela Mauro Crippa, direttore dell’informazione Mediaset, che a proposito delle polemiche relative al programma sempre su Tgcom afferma “Lucignolo non vuole avere e non ha un taglio pedagogico, non dà giudizi morali, ma mostra semplicemente la realtà che esiste. E’ un contenuto di frontiera, che mostra il buono che c’è nel mondo dei giovani, ma anche il cattivo”.

Ascolti Tv: Mercoledì 7 Maggio – Harry Potter distrutto da Capri e Coppa Italia

Anche oggi, vi racconteremo la televisione in numeri, attraverso i dati sugli ascolti ricavati dai comunicati stampa ufficiali Rai e Mediaset, dati che possono aiutarci a capire il gusto del pubblico (anche se ho i miei dubbi) e a valutare l’evoluzione dei palinsesti televisivi.

Vi voglio ricordare che la percentuale è riferita alla quota di mercato (share) riferita al target commerciale 15-64 anni, mentre il numero di spettatori è il numero riferito all’intera totalità dei telespettatori.

Ieri vince la giornata Striscia la notizia con 6 milioni 247 mila telespettatori (28,40% di share), che batte sul filo di lana Affari tuoi che chiude a 6 milioni 143 mila telespettatori. La prima serata vede la netta affermazione di Capri su Rai 1, che viene seguito da 5 milioni e 911 mila telespettatori, superando di più di due milioni Harry Potter e il calice di fuoco (poco oltre i tre milioni e mezzo) su Canale 5. Fa riflettere lo scarso riscontro del maghetto idolo dei giovani, che se a livello di share è secondo solo a Capri, per pubblico è dietro pure alla partita di ritorno della semifinale di Coppa Italia, Lazio – Inter (4 milioni e 313 mila spettatori) e quasi raggiunto dal primo dal primo episodio di CSI Las Vegas in onda su Italia 1. Buon esordio di Scommettiamo che…? su Rai 2, che supera il 10% d share e batte il collaudato Stranamore di Rete 4.

L’inchiesta: chi sono i direttori dei maggiori telegiornali italiani

Uno dei nostri lettori giorni fa, mi ha scritto polemizzando sull’informazione televisiva, trovata troppo faziosa e poco informativa. Abbiamo parlato mesi addietro di Infotaiment, ovvero della fusione dell’informazione con l’intrattenimento, e spesso abbiamo contestato anche noi, con i post de L’inchiesta la scelta delle notizie e le modalità di trattarle.

Oggi, però, la nostra rubrica vuole colmare una lacuna, descrivendo il bagaglio culturale dei direttori dei principali telegiornali italiani: Gianni Riotta (Tg1), Mauro Mazza ( Tg2), Antonio Di Bella (Tg3), Emilio Fede (Tg4), Clemente Mimun (Tg5), (Giorgio Mulè) Studio Aperto, Emilio Carelli (Sky Tg24) e Antonello Piroso (TGLa7).

Gianni Riotta: palermitano, laureato a Palermo in filosofia e negli Stati Uniti, alla Columbia University in Giornalismo. Inizia come corrispondente prima de Il Manifesto, poi collaboratore de La Stampa e de Il Corriere della Sera, di cui diventa il corrispondente da New York (incarico ricoperto anche per L’espresso e La stampa). Ha collaborato con il New York Times, il Washington Post, Le Monde. Direttore del Tg1 dal 20 settembre 2006.

Elezioni: gli speciali televisivi

Mentre l’Italia, tra oggi e domani, torna a votare, le reti televisive si preparano a mandare in onda dirette di ore e programmi speciali, per raccontare i risultati, snocciolare numeri, fare supposizioni e raccontare a caldo i commenti di vincitori e vinti.

I primi a cominciare la maratona televisiva sono i giornalisti della redazione del Tg2 che, già 20 minuti prima della chiusura delle urne, inizieranno a trasmettere la loro diretta, che durerà dalle 14.40 fino alle 19.55.

Dieci minuti più tardi, alle 14.50, toccherà al Tg1 mandare in onda lo Speciale Elezioni:l’Italia al voto, che si interromperà alle 17.30 per lasciare spazio a La vita in diretta.

Pubblicità – 7 – Ecco la lista delle trasmissioni da spot elettorale

Fra due mesi esatti gli italiani saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo (eufemismo?) parlamento italiano.

Per questo motivo, la consueta rubrica del venerdì, Pubblicità, stila per tutti voi la lista dei programmi televisivi, che direttamente o indirettamente, faranno la campagna elettorale ai candidati premier (che notizia delle notizie, per chi non lo sapesse, non sono solo due), ovvero pubblicità spacciata per informazione.

Per correttezza nei vostri confronti, durante tutto il post, non leggerete nomi di candidati, o consigli più o meno palesati sul voto, perché lo scopo dell’articolo di oggi è quello di informarvi sulla televisione che vi aspetta (ahimè) da qui al 14 aprile e il modo in cui questa vi venderà un prodotto (un politico, un partito, una coalizione).
Mettetevi comodi, perché le trasmissioni (almeno quelle già in programma) sono tante e il viaggio tra di loro sta per cominciare:

Pubblicità – 6 – L’Italia viola le norme comunitarie relative alla pubblicità televisiva.

Fra tre giorni scade il tempo che il governo italiano (quale?) ha per rispondere alle preoccupazioni della Commissione Europea riguardo le violazioni delle norme comunitarie relative alla pubblicità televisiva.

Di cosa sto parlando? Come non lo sapete? Della procedura di infrazione a carico dell’Italia che, in barba all’Europa, non fa rispettare i limiti consentiti di pubblicità e non solo. In Italia c’è troppa pubblicità anche dove non dovrebbe essercene. Strano che non lo sappiate. I giornali e le televisioni italiane non vi hanno tenuti al corrente? Non hanno fatto speciali? Bruno Vespa non ha fatto un modellino della scena del crimine? Maurizio Costanzo non hai invitato al Maurizio Costanzo Show sua moglie, la De Filippi, che è la prima a violare le direttive europee?

Se nessuno vi ha raccontato la situazione italiana in maniera esaustiva (e fidatevi sono stati veramente pochi) non preoccupatevi: ci pensa la vostra consueta rubrica del venerdì, Pubblicità, illustrandovi le infrazioni individuate e facendo esempi comprensibili a tutti.

L’inchiesta – Speciale – La televisione come difensore d’ufficio (il caso Mastella)

L’Inchiesta torna con una edizione speciale, dopo gli avvenimenti che stanno sconvolgendo la politica italiana e la vita del signor Clemente Mastella, per cercare di capire come la televisione ha affrontato uno scandalo di questa portata.

I fatti: prima di ricevere un qualsiasi atto giudiziario dalla magistratura di Santa Maria Capua a Vetere, il ministro della Giustizia, l’onorevole Clemente Mastella, va in aula ed invece di illustrare lo stato della giustizia italiana, si dimette per stare vicino alla moglie, che a suo dire, è ostaggio della magistratura (nemmeno alla moglie era ancora stato notificato nulla) e cito

Un’ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l’ordinamento manda a casa per limiti di mandato e per questo me ne addebita la colpa…

e aggiunge infine: ora ho paura.

Il problema che affronto oggi non è la colpevolezza o l’innocenza del ministro guardasigilli, che solo la giustizia può definire, non è la scandalosa reazione, a mio modesto parere, dell’aula parlamentare che applaude ad ogni attacco alla magistratura (a me hanno insegnato che se non sai, prima ti informi da tutte e due le campane, poi scegli da che parte stare, se vuoi), ma di come la televisione si sia asservita al potere.

L’inchiesta – Che informazione abbiamo avuto sull’emergenza rifiuti

Dopo il successo ottenuto dal post “Televisione, Tg d’informazione o di promozione”, insieme all’editore ho rituenuto giusto creare una rubrica apposita, collocata ogni martedì, che parlasse settimanalmente del fatto più discusso in televisione, raccontandolo, e descrivendo il modo in cui è stato trattato: l’inchiesta.

In questo spazio le mie riflessioni spero lascino spazio ai vostri commenti. Non voglio affibbiarmi il ruolo dell’informatore, per una corretta informazione consiglio di leggere il Blog di Beppe Griilo, semmai voglio sottolineare le note stonate dei servizi giornalistici e della nostra informazione, piccole sfumature che possono influenzare lo spettatore.

Il fatto più rilevante della settimana è sicuramente l’emergenza rifiuti in Campania. Ho esaminato per voi le edizioni serali di Studio Aperto, del Tg5 e del Tg2 . Eccovi un breve resoconto. Fra parentesi le riflessioni parziali. Alla fine tirerò le conclusioni:

Televisione: Tg d’informazione o di promozione?

 

Parlando di televisione non è possibile chiudere gli occhi su una realtà che personalmente ritengo preoccupante: la trasformazione dei telegiornali in Show a scapito dell’informazione.

Leggendo i dati auditel (e già fa riflettere che anche l’informazione venga valutata attraverso dei dati che possono essere di interesse prettamente commerciale), si scopre che nel 2007 il Tg1 ha vinto in ogni sua edizione la gara con il Tg5.

Se avete voglia di perdere tempo ad analizzare quale sia il target di pubblico che preferisce un telegiornale anziché un altro non continuate a leggere questo post. Se invece avete curiosità e voglia di commentare le mie riflessioni andate avanti a leggere.