Paolo Garimberti sul passaggio di Ruffini a La7: “Il mercato sceglie sempre i migliori”

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L’addio (più o meno annunciato) di Paolo Ruffini dalla direzione di Raitre avrebbe aperto una riflessione interna tra i vertici dell’azienda di Via Mazzini. Lo stesso presidente della Rai, Paolo Garimberti ha espresso tutto il suo rammarico per la partenza di Ruffini (Fonte Ansa):

Sono profondamente dispiaciuto che Ruffini vada via. È una risorsa per l’azienda e un’eccellenza per il Servizio Pubblico e lo ha dimostrato in questi anni coniugando qualità e ascolti. Ci ho parlato ha parlato a lungo nei giorni scorsi per dirgli che poteva stare tranquillo perchè – contrariamente a quanto è stato scritto – non c’era alcuna intenzione di sostituirlo al vertice di Rai3. Questo per chiarire che la politica non è stata determinante nell’uscita di Ruffini e per mettere fine a troppe interpretazioni maliziose o faziosi. A lui va un sincero in bocca al lupo per il proseguimento della sua brillante carriera, i ringraziamenti per quanto ha fatto in Rai e i complimenti perché il mercato sceglie sempre i migliori.

Report si farà. Cda concede tutela legale

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Il Consiglio d’amministrazione della Rai ha concesso (con una risicata maggioranza dei voti) tutela legale a Report, il programma d’inchiesta curato e condotto su RaiTre da Milena Gabanelli, per la prossima stagione televisiva. L’azienda di Viale Mazzini si impegna formalmente a rispondere di eventuali cause per danni, ma solo a determinate condizioni. Agi ha riassunto le fasi salienti della votazione:

Lorenza Lei nuovo DG Rai, i commenti di Sergio Zavoli e Paolo Garimberti

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Lorenza Lei è stata ufficialmente nominata nuovo direttore generale della Rai: il CdA riunito a Viale Mazzini l’ha nominata all’unanimità.

Il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli ha commentato:

Auspico che la politica, quella più esigente e invasiva, colga l’occasione per un significativo aggiustamento di rotta; e che il nuovo direttore giustifichi la ragionevole richiesta di una reale autonomia. Apprezzo senza riserve la scelta di un direttore generale donna per una ragione non unica né semplice: perché una nuova sensibilità istituzionale, cioè, potrebbe porsi, tra l’altro, il problema di come viene rappresentata la personalità femminile sugli schermi del servizio pubblico. Si tratta di allertare un’attenzione culturalmente in grado di far fronte a una lenta, quasi naturale deriva che interpreta sempre più forti interessi commerciali e sempre più deboli scrupoli civili. Il servizio pubblico -non passa solo per le notizie di un tg o gli approfondimenti di un talk-show: ha dei doveri che attraversano e permeano ogni aspetto della sua comunicazione. Auspico che la politica, quella più esigente e invasiva, colga l’occasione per un significativo aggiustamento di rotta; e che il nuovo direttore giustifichi la ragionevole richiesta di una reale autonomia.

Concerto Primo Maggio condotto da Neri Marcorè, Agrodolce non si sblocca, Zavoli interviene sui contratti di Fazio, Floris e Gabanelli

Agodolce. Dopo la protesta delle maestranze, Einstein Multimedia, produttrice della soap di Raitre, ha rilasciato una nota in cui assicura di voler far ripartire le riprese della fiction quanto prima e aggiunge:

Le riprese sono state sospese in quanto è intervenuta la necessità, da parte dell’azienda, di chiarire con Rai il contenuto delle obbligazioni legate alla produzione anche relativamente ai pagamenti che Rai ha interrotto senza una ragionevole causa. [Einstein Multimedia ha interrotto la produzione] anche e soprattutto per proteggere i propri diritti contrattuali nei confronti di un atteggiamento della committenza che a sua volta ha sospeso l’adempimento delle proprie obbligazioni. Confidiamo che, al più presto, vengano evasi da parte di Rai i pagamenti delle fatture pregresse e sia ristabilito un giusto rapporto tra costi di produzione e preventivo contrattuale a suo tempo convenuto. E’ necessario che si certifichi la volontà contrattuale di procedere alla produzione della terza serie. La continua incertezza rispetto al destino delle serie è infatti quanto di più lontano può coesistere con le strutture di lunga serialità televisive che devono poter contare su risorse disponibili e programmazione certe.

Programmi di Raitre. Il presidente della commissione parlamentare di vigilanza Rai Sergio Zavoli è intervenuto sul problema del mancato rinnovo dei contratti di Fabio Fazio, Giovanni Floris e Milena Gabanelli:

Rai, alternanza conduttori nei talk show d’approfondimento politico: Sergio Zavoli contrario

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Il Pdl per voce del capogruppo in commissione di vigilanza Rai Alessio Butti ha proposto l’alternanza di settimana in settimana tra conduttori di talk d’approfondimento politico, con diversa formazione culturale, che vanno in onda nelle fasce migliori del palinsesto. Nel testo depositato da Butti si legge (via QN):

Tenuto conto dell’attuale distribuzione, durante la settimana, delle diverse tipologie di trasmissioni, che concentrano nella prima serata del martedì e del giovedì i programmi più importanti di approfondimento politico, onde evitare il determinarsi di una evidente posizione dominante da parte di alcuni operatori dell’informazione rispetto ad altri, la Rai valuti l’opportunità di sperimentare l’apertura di altri spazi informativi e/o di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedì e giovedì), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale.

L’atto chiede, tra l’altro, anche che nei programmi di approfondimento giornalistico ci sia la presenza di un secondo opinionista come contraddittorio:

Laddove il format della trasmissione preveda l’intervento di un opinionista a sostegno di una tesi” al fine di garantire “uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali in ossequio al principio non solo del pluralismo ma anche del contradditorio, della completezza e dell’oggettività dell’informazione stessa.

Vieni via con me, terza puntata: ospite Roberto Maroni … e sono tutti contenti

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Il ministro dell’Interno Roberto Maroni parteciperà alla terza puntata di Vieni via con me, il programma di Raitre condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano.

Il ministro, dopo le polemiche scaturite dall’intervento di Saviano della scorsa puntata, ha accettato la proposta di Paolo Ruffini, di andare in trasmissione per leggere una lista o un elenco. Il direttore di Raitre ha detto:

Mi auguro che tutto questo serva a chiudere equivoci e polemiche che fanno bene a nessuno.

Rai: Mauro Masi, telenovela senza fine?


Caro Presidente, siamo molto preoccupati per lo stato di salute della Rai, la situazione è arrivata ad un punto tale che non possiamo limitare solo alla nostra attività in consiglio di amministrazione l’azione di controllo, vigilanza e di denuncia. Il servizio pubblico è un patrimonio dell’intero paese e per difenderlo è venuto il tempo di rendere tutti consapevoli che rischia una crisi irreversibile”. Parole pesanti quelle dei consiglieri Rai di minoranza, Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, sono l’incipit della lettera indirizzata qualche giorno fa al presidente della Comissione di vigilanza Rai, Sergio Zavoli e danno un’idea precisa di quanto siano buie e tempestose le acque in cui naviga in questo periodo il servizio pubblico radiotelevisivo. Da una parte un deficit che negli anni è lievitato inesorabilmente passando dai quasi 10 milioni del 2008, per arrivare ai 130 alle fine di quest’anno e che potrebbe toccare addirittura i 600 nel 2012, dall’altra la questione che vede al centro di controversie d’ogni tipo l’attuale dg Mauro Masi.

Da molti additato come la causa degli innumerevoli mali che affliggono la Rai, il direttore generale è stato di recente protagonista di un referendum indetto dall’Usigrai per sfiduciarlo:“Io rispetto tutti, ma in azienda rispondo solo al Consiglio di amministrazione-ha risposto Masi in un’intervista a Libero- E poi, sa cosa le dico? Dopo la gran Croce di Cavaliere della Repubblica consegnatami dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, e il titolo di Cavaliere dell’ordine di San Gregorio Magno, assegnatomi da Papa Benedetto XVI, metterò nel mio curriculum anche una sfiducia assegnatami dal dottor Verna, segretario dell’Usigrai”.

Di recente Masi è balzato agli onori delle cronache per il conflitto al calor bianco con Michele Santoro, la nuova stagione di Annozero è iniziata in un clima di totale incertezza, al momento Marco Travaglio e Vauro ospiti fissi della puntata lavorano senza contratto, il “vaffan’bicchiere” proferito dal giornalista nella prima puntata nei confronti di Masi non ha certo contribuito a rasserenare il clima, tanto che Santoro si è beccato pure uno stop di 10 giorni che la mancata adesione dei vertici Rai all’arbitrato interno chiesto dal conduttore ha fatto poi decadere, un provvedimento quello di Masi che lo stesso presidente della Rai Paolo Garimberti non manca di definire:”manifestamente sproporzionato”.

Rai: Garimberti e Zavoli vogliono i talk show politici. Oggi la decisione del CdA

Il CdA della Rai oggi dovrà decidere se tornare a trasmettere i talk show d’approfondimento sui canali di stato oppure mantenere la linea decisa settimana addietro seguendo rigidamente le norme sulla Par Condicio decise dalla commissione di vigilanza. Il presidente di Vigilanza Rai Sergio Zavoli fa sapere che:

Tocca al Cda della Rai la prima mossa ripristinando i programmi di approfondimento. Tra errori veri e finti, diritti calpestati e declamati, si è perduta gran parte del tempo che spettava al Paese per misurarsi con le proprie idee sulle prossime elezioni. Questa situazione va sfebbrata. Il rischio è che all’appuntamento arrivino prima i comunicati sulle dispute e poi le idee su come votare. Fermiamoci, ciascuno rinfoderi le sue ragioni; poi, a conti fatti, ci si raccolga interno alla politica per rifare, se possibile insieme, le regole, prima di mandare all’aria la credibilità di una Repubblica.

Par Condicio Rai: non cambia la norma sui programmi d’approfondimento

La norma del regolamento sulla par condicio che trasforma i programmi d’approfondimento in tribune elettorali non cambia: la richiesta di modifica formulata dall’opposizione è stata respinta e a nulla è servita la mediazione del presidente della Rai Sergio Zavoli.

Il capogruppo del Pdl Alessio Butti ha spiegato (fonte Adnkronos/Ign):

Non ci sono le condizioni per rivedere il regolamento. Il regolamento è stato votato, ampiamente discusso e le conseguenze sono state valutate. Si tratta di uno strumento utile per dare il massimo dell’informazione all’opinione pubblica, non si chiude niente e c’è la prima applicazione reale della legge nel rispetto della sentenza della corte.

Il capogruppo del Pd Fabrizio Morri ha commentato:

Norme Par Condicio: Cda RAI contrario, Zavoli tenta di mediare, Michele Santoro non sospenderà Annozero

Il Consiglio di amministrazione della Rai è perplesso riguardo le nuove norme della par condicio approvate dalla Vigilanza Rai, quelle che di fatto oscurerebbero numerosi programmi d’informazione fino alle prossime elezioni, trasformandoli al massimo in tribune politiche. In una nota il CDA fa sapere:

Il consiglio di amministrazione della Rai ha discusso oggi dell’applicazione del regolamento approvato dalla commissione di Vigilanza in ottemperanza della legge sulla ‘par condicio’ ed ha sottolineato come l’azienda non possa in alcun modo interpretare le norme ma possa esclusivamente applicarle, come sta facendo e continuerà a fare. Il consiglio di amministrazione ha ribadito quindi che il regolamento incide negativamente sui palinsesti della concessionaria di servizio pubblico e rischia di creare una disparità tra l’informazione Rai e quella delle emittenti televisive private.

I problemi sono dunque di doppia natura: non si rischia solo di dare una informazione insufficiente o inferiore a quella che possono dare le televisioni private, ma si danneggiano i palinsesti (leggi anche inserzionisti che sganciano soldi!).

Tv sprecona, chi paga?

Ma cos’è questa crisi?”, recita un simpatico motivetto degli anni ’30 frutto della propaganda imperante di quel periodo non proprio roseo del nostro passato, la canzoncina aleggia nell’ineluttabile gioco di corsi e ricorsi storici fino a condurci nell’Italia del 21mo secolo dove la crisi economica c’è, eccome, a cui va ad aggiungersi quella dei valori, delle istituzioni, dei media, di fronte cui l’opinione pubblica rimane inspiegabilmente inerte. Il buon senso dovrebbe indicare la logica del risparmio, del tirare la cinghia, da cui niente e nessuno dovrebbe venir esentato, quando invece in certi ambienti si continua a scialacquare, a scapito di altri: rimaniamo esterrefatti di fronte a certe scelte di mamma Rai.

Non è la prima volta che torniamo su l’argomento, ma lo riteniamo doveroso proprio nella settimana che celebra il sessantesimo compleanno del Festival di Sanremo, in onda da stasera, trasformato in una sorta di singolare baraccone, senza tenere conto delle più elementari esigenze di badget che imporrebbero un minimo di rigore. Diciamola tutta: non si può certo dire che la Tv di Stato navighi nell’oro oppressa com’è da un debito che a oggi è di 700 milioni ripianabili in due anni secondo un pretenzioso piano industriale.