Duole dover tornare sui soliti argomenti, ancor di più se l’oggetto della disquisizione è la tv di Stato dove a quanto pare sono saltati tutti gli schemi e la logica aziendale appare quantomeno discutibile. I segnali che giungono dal fronte sindacale sono tutt’altro che rassicuranti. Il prossimo 19 luglio la Slc Cgil ha proclamato uno sciopero:“contro un piano industriale che colpisce e mortifica solo ed esclusivamente i lavoratori, senza porre un freno a sprechi e nomine inutili, contro i tagli indiscriminati, le esternalizzazioni e le svendite del patrimonio. La Rai, spiega la Slc, ha presentato alle organizzazioni sindacali una proposta di conciliazione irricevibile, priva di punti fermi e di impegni concreti da parte dell’Azienda ad interrompere l’attuazione unilaterale del piano industriale“.
“Stanno massacrando la Rai“. Ha dichiarato di recente Pierluigi Bersani, nel presentare una proposta di legge del Pd per la riforma del servizi pubblico radiotelevisivo.”Siamo ad una situazione veramente critica per ciò che riguarda il pluralismo e la prospettiva industriale“, ha aggiunto il segretario del Pd. Pare proprio che i buoni propositi enunciati dal direttore generale non abbiano convinto nessuno, di recente Mauro Masi ha affermato che:”il Piano industriale 2010-2012 predisposto è in grado di portare al sostanziale pareggio a fine 2012, equilibrio realizzato con forze Rai, senza interventi sul canone. Nel triennio, ha spiegato Masi, 100 milioni di euro saranno ricavati attraverso le modifiche al modello pubblicitario, quindi gli altri 100 dalla riduzione costi e dall’incremento dei ricavi (questi nella misura prevedibile di 32 milioni di euro l’anno).“Questo è un Piano industriale perfettamente gestibile da un’azienda come la Rai che ha un grande volume d’affari”.