“Siamo tutti in attesa che la situazione si sblocchi! E’ incredibile che un prodotto come Agrodolce che ha l’8 % di share e due milioni di persone nella fascia oraria tra le 20 e 15 e le 20 e 40 (in mezzo a due Tg, tre se aggiungiamo il Tg2 delle 20.30), debba aspettare i tempi di questa bassa politica. 600 famiglie escluso l’indotto stanno aspettando i loro comodi!” E’ il grido accorato di Vincenzo Ferrera, l’ispettore Stefano Martorana nella fiction di Raitre, che lancia dalla conferenza stampa tenuta lo scorso 11 maggio a Palermo e ora anche dalle pagine di Cinetivù che lo ha ascoltato pochi giorni fa.
Da marzo Agrodolce realizzata in Sicilia da Einstein fiction e prodotta da Rai fiction in collaborazione con Rai Educational e la Regione, sta attraversando il suo periodo peggiore, peccato che questa volta non si tratti di finzione ma di una drammatica realtà. Voluta fortemente da Giovanni Minoli, tacciata di audience mediocri all’esordio, circa 800 mila ascoltatori a puntata, la fiction ambientata a Lumera, un paesino immaginario sulla costa siciliana, ha rapidamente conquistato il cuore dei telespettatori, una nota di merito che non ne ha impedito l’attuale blocco delle riprese.
I set sono fermi e le puntate di settembre a rischio, tutto questo perchè sebbene la Rai abbia garantito la sua parte di finanziamenti, sui 25 milioni totali necessari alla realizzazione, altrettanto pare non intenda fare la Regione Sicilia protagonista al 50% della convenzione nata con la tv di Stato.