Rai, il canone aumenta e la qualità?

Canone si, canone no, una disputa che dura da illo tempore rinfocolata dalla recente notizia, che dal prossimo anno la Rai ritoccherà quella che per molti rappresenta l’odiosa gabella di 1,50 euro passando dagli attuali 107,5 a 109 euro. Molti i fattori che depongono a sfavore di una così intempestiva decisione: innanzitutto l’evasione fiscale che fa del canone l’imposta più elusa dagli italiani senza che si faccia nulla per reprimerla, a ciò si aggiunge la campagna dissacratoria lanciata da alcuni organi di stampa che hanno fatto del canone l’agnello sacrificale, per indurre la Tv di Stato a riconsiderare l’esistenza di alcune trasmissioni ritenute “scomode” per gli organi governativi, uniamoci la qualità dell’offerta Rai non proprio ai massimi storici e il recente switch off verso il digitale terrestre che ha complicato in alcune zone geografiche la ricezione dei canali Rai, costringendo gli utenti ad accedere alle offerte satellitari, fra cui la recente di Tivù Sat, il consorzio nato dall’alleanza Rai, Telecom Italia Media e Mediaset.

I dubbi e incertezze circa la reale consistenza dell’imposta sono più che lecite, innanzitutto sono anni che assistiamo a un graduale annichilimento del servizio pubblico televisivo, con un appiattimento dell’offerta tutt’altro che alternativa a quella dei canali commerciali ma semmai equivalente, con spot pubblicitari chiamati ad infarcire ogni trasmissione senza un minimo di rispetto nemmeno per i film di un certo valore, allo stesso tempo sembra mancare all’interno della Tv di Stato quel briciolo di imprenditorialità che potrebbe far aumentare le risorse piuttosto che reprimerle come la recente decisione di accantonare l’accordo con Sky.

In tv i politici più diseducativi dei reality

Secondo lo studio condotto dall’associazione Comunicazione Perbene, ogni giorno sui principali canali televisivi, Rai, Mediaset e La7 ben 38 ore sono ad alto rischio di litigi e intolleranza. Secondo il 71% degli intervistati (130 esperti, tra psicologi, psicopedagogisti, sociologi ed esperti di Media) i programmi più urlati sono i Telegiornali e i programmi d’informazione (un comportamento scorretto ogni 7/8 minuti), che battono le trasmissioni sportive e i reality (1 comportamento scorretto ogni 12/13 minuti).

Colpevoli del degrado della televisione sarebbero i politici (secondo il 67% degli esperti), che fanno registrare 1 comportamento scorretto ogni 3 minuti di messa in onda. Tra i comportamenti di cui non bisognerebbe andare fieri ci sono, oltre ai litigi, gli insulti (85%), le urla (73%), il sovrapporsi agli altri (66%).

Simili modelli possono danneggiare il pubblico più giovane che potrebbe aumentare di aggressività (46%) o di ansia (39%) arrivando addirittura ad essere intollerante o sociopatico.

Gianni De Berardinis a Cinetivù, X Factor non è tv musicale

Gianni De Berardinis ovvero una vita per la musica, poche parole per riassumere gli illustri trascorsi di un personaggio che da sempre divide il suo tempo tra radio, televisione e produzioni musicali. Nel 1975 esordisce come conduttore per lo storico marchio di Radio Luna, poi una carriera sempre in ascesa che lo vede protagonista con Radio Montecarlo, RTL 102,5, RDS, Radio Rai e di recente su Radio SNJ. In tv è uno dei presentatori che negli anni si alternano alla conduzione di Discoring su Rai Un, a lui spettano le edizioni ’81, ’82, ’86, oltre al programma Popcorn su Canale 5 nei primi anni ’80 e una serie di apparizioni per la Rai in occasione di importanti eventi musicali come La notte contro i razzismi di Raidue. De Berardinis scrive e produce trasmissioni radiotelevisive con all’attivo anche brani musicali, produzioni e collaborazioni come chitarrista in alcuni album di Kaballa’, Mauro Pagani, Rossana Casale, Angelo Branduardi, Massimo Bubola. Sicuramente abbiamo lasciato “per strada” qualcosa:

Gianni cos’altro di significativo nella tua carriera vorresti ricordare?

Un po’ di pubblicità come Olio Sasso con Petra Lavica, brano che ho composto e poi Hitachi mi piaci un claim per la campagna radio nella quale ero testimonial di Hitachi appunto. Uomini Di Parola alla radio e nei clubs su Radio 24, tanti amori e il mio best uno show alla radio su un treno in movimento trasmesso in Isdn, era il 1995, si chiamava L’Italia Vera….venne Franco Battiato.

Per noi che siamo cresciuti con la mitica Discoring, hai qualche aneddoto da raccontarci?

Mille..ti dirò solo David Lee Roth a Discoring quando il cantante dei Van Halen fu scambiato per un coatto locale all’ingresso della Rai di Via Teulada dal “famoso cinese” mitico portinaio dell’azienda e rimandato indietro a parolacce (l’incontro non ebbe bisogno di un ring) o Peter Gabriel a Popcorn vestito da scimmia in Shock the Monkey (Silvio era mortificato e gli fece consigliare di indossare una giacca). Ho visto cose che..

Qualitel: Report il miglior programma della Rai

Quale è la trasmissione più gradita dal pubblico della Rai? La risposta data attraverso il sondaggio Qualitel (il primo commissionato da Viale Mazzini) da Pragma Dinamiche, che ha intervistato un campione di 7530 spettatori durante il mese di novembre, è Report (fonte Repubblica.it). Il programma di Milena Gabanelli ha battuto la concorrenza con questa motivazione:

Una trasmissione accurata, chiara, che rispetta le varie tipologie dello spettatore e divulga una pluralità d’informazioni.

Alle sue spalle, sopra la sufficienza (che qui corrisponde a 56) si trovano: Che tempo che fa di Fabio Fazio (73), L’eredità (68), La prova del cuoco (68), Parla con me (65),Ballarò (63), Don Matteo (62), Un medico in famiglia (61) Porta a porta (60), Annozero (59). Tra i bocciati X Factor, Un posto al sole, Domenica in (53), In mezz’ora (51). Tra i telegiornali vince l’edizione del Tg2 (67) rispetto al Tg1 delle 20 (66).

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Mediaset vs You Tube, il web spaventa la tv?

Odio e amore, sentimenti che inebriano gli animi e ottundono le menti. Si fa un gran parlare in questo periodo di come gli istinti perniciosi debbano essere accantonati a favore di migliori propositi. Il clima di distensione dovrebbe essere totale, in vista di un Natale che per molti non sarà certo felicissimo. Sui siti web e in particolare sui social network divenuti in breve tempo parte integrante della nostra vita è un incedere di auguri, video, di tutto quell’auspicato bene con cui molti amano riempirsi a sproposito la bocca.

Protagonista è lo stesso Facebook che di recente il Governo nella figura del Presidente del Senato Renato Schifani ha schernito affermando:”si leggono dei veri e propri inni all’istigazione alla violenza. Negli anni ’70, che pure furono pericolosi, non c’erano questi momenti aggregativi che ci sono su questi siti“. Ma questa gente lo accende il computer o si basa sul sentito dire?

Tanti dimenticano come la rete sia ormai l’unica autentica espressione di libertà, anche in Paesi dove il vento della politica spira verso gli inospitali lidi dell’assolutismo, anche lì dove Governi cercano in ogni modo di tarpare le ali al giudizio degli internauti, l’impresa risulta ostica con il risultato di mettere in luce ciò che si sarebbe voluto nascondere. Gli stessi business man ancora non si sono resi conto di come proprio il web sia in grado di costruire e distruggere i miti del nostro tempo. Sarà per questo che i signori di Mediaset dopo tre anni hanno vinto la prima di una lunga battaglia nei confronti di You Tube– Google, accusati di pubblicare materiale coperto da copyright in particolare relativo al Grande Fratello, tutto questo per favorire un nuovo servizio gratuito (ma sarà vero?) gestito dal Biscione, disponibile a Gennaio.

L’Agocm deciderà se in Rai l’informazione è obiettiva. Lo è?

L’informazione della Rai è equilibrata? Questo lo deciderà l’Agcom: l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduta da Corradà Calabrò, fa sapere di aver deciso di (fonte Ansa):

Aprire un’istruttoria per verificare il rispetto da parte della Rai degli obblighi di obiettività, di equilibrio dell’informazione, di non incitazione alla violenza e di effettiva osservanza del contraddittorio nelle trasmissioni di informazione.

Il motivo dell’istruttoria? Accogliere gli appelli del Papa e del presidente della Repubblica per ricondurre ogni contrasto politico ed istituzionale entro i limiti di responsabile autocontrollo e civile confronto:

Fiction italiana a rischio? Un articolo del decreto legislativo sulla tv potrebbe minacciarla

Oggi al Consiglio dei ministri approda un decreto legislativo sulla tv pericoloso per la serialità italiana: stando a quanto riporta Repubblica.it un articolo del decreto abrogherebbe una norma della legge Maccanico, quella che obbliga le televisioni ad investire parte degli introiti pubblicitari nelle produzioni nazionali.

La norma vigente stabisce che tutte le emittenti nazionali devono riservare una quota obbligatoria, non inferiore al 30% per produrre o acquistare opere italiane ed europee. Nella fiction nostrana la Rai ha investito 294 milioni di euro nel 2008 e Mediaset, nello stesso anno, 237 milioni (in forte aumento rispetto al 2002 quando il budget dedicato era di 153 milioni e invariato, nonostante la crisi, rispetto al 2006, quando gli euro erano 233).

Telethon 2009 da domani sulla Rai la maratona della solidarietà con Milly Carlucci e Fabrizio Frizzi

Da domani a domenica 13 dicembre sulla Rai va in onda la ventesima edizione di Telethon, la maratona televisiva finanziata alla raccolta fondi destinati alla ricerca per combattere le distrofie muscolari e le altre malattie genetiche.

Durante le sessanta ore di trasmissione, condotte da Milly Carlucci, Fabrizio Frizzi e Paolo Belli (14 in diretta dalla sede centrale sita al Teatro delle Vittorie), ci sarà tanta musica (grazie a Paolo Belli, che per l’occasione ha scritto il brano E’ l’amore, e a tutti gli ospiti canori), storie (le più svariate testimonianze e il racconto degli eventi organizzati in tutte le città d’Italia) e intrattenimento con personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport tra cui due testimonial d’eccezione: Marcello Lippi e Valentino Rossi.

Ricordandovi che l’evento avrà copertura anche via web e via radio, diamo un’occhiata alla programmazione televisiva:

Digitale terrestre, innovazione a caro prezzo

 Umiliati e offesi: siamo andati a scomodare Dostoevskij nell’intento di interpretare i malumori delle tante persone che negli ultimi quindici giorni, in particolare nella zona di Roma avvolta nel clima da switch off digitale, si sono ritrovate ad armeggiare con i decoder, uno per ogni apparecchio televisivo, trasformatisi in vere e proprie trappole malefiche. Un’esperienza non proprio condivisibile che invece in queste ore sta vivendo la popolazione della Campania, con gli inevitabili inconvenienti e disservizi che si sarebbero potuti evitare, se solo si fosse voluta abbassare di qualche grado la febbre da digitale che negli ultimi mesi ha colpito certi ambienti governativi. Ci sembra opportuno ricordare che la data ufficiale in Europa per il passaggio dall’analogico al digitale è il 31 dicembre 2012: perchè tanta fretta da noi nel voler abbandonare la “vecchia televisione“, quando si sarebbe potuto seguire un regime misto ancora per qualche tempo?

Invece si è voluto dar vita a uno:“uno switch off all’amatriciana” come lo ha definito l’Aduc (Associazione diritti utenti e consumatori), convinta che il passaggio alla tv digitale terrestre sia avvenuto:“all’insegna del pressapochismo e della disinformazione”. Alla portata dell’utente una quantità illimitata di apparecchietti presi d’assalto nelle ore precedenti al “grande momento” molti dei quali rivelatisi di difficile gestione soprattutto da parte delle persone anziane. Il Ministero dello Sviluppo economico ha messo a disposizione il numero verde 800 022 000, spacciato come una sorta di panacea in grado di ovviare a ogni malfunzionamento, quando sappiamo bene come spesso gli incovenienti si siano riproposti a ogni ripetuta sintonizzazione, necessaria sopratutto in questa prima fase dello switch off.

La Rai e Raiuno vincono il periodo di garanzia autunnale: Mauro Mazza soddisfatto

Il periodo di garanzia autunnale (13 settembre – 28 novembre) è finito e, per l’ottava volta consecutiva ha trionfato la Rai che si è portata a casa l’intera giornata (40,30%) e la prima serata (42.60%).

Singolarmente vince Raiuno, che è leader della prima serata con uno share totale di 22.09% (-0,09%) contro il 20,86% di Canale 5 (+0,20%). Seguono Raidue col 10,3% (-1,94%), Italia 1 9,9% (-0,55%), Raitre 9,4% (-0,2%). Chiude Rete 4 con il 7,2 % (-0,82%). Crescono (fonte Antonio Genna) La7 con il 2,7% (+0,26%), gli altri canali terrestri (+1,31%) e i canali digitali (+0,92%).

Nelle altre ore della giornata: Raiuno vince dalle 7 alle 9 con il 23,44% contro il 20,19 di Canale 5, dalle 9 alle 12 con il 22,79% contro il 18,62 di Canale 5 e dalle 18 alle 20.30 con il 25,1% contro il 20,86% di Canale 5. La rete ammiraglia Mediaset, invece, vince dalle 12 alle 15 con il 22,81% contro il 19,25% di Raiuno, dalle 15 alle 18 con il 20,05% contro il 19,59% di Raiuno e in seconda serata con il 19,59% contro il 17,96% di Raiuno.

L’Agcom sul problema Rai – Sky e sulla numerazione televisiva digitale

Problemi digitali e satellitari: nel primo caso c’è uno scontro in atto per la posizione dei canali sul telecomando, nel secondo c’è la presa di posizione del presidente dell’Agcom Corrado Calabrò, perché la Rai rimanga su Sky.

Partiamo dalla questione satellitare. Calabrò in commissione vigilanza ha fatto sapere che, se Sky in una zona è indispensabile, la Rai deve starci nel periodo transitorio e deve limitare l’uso del criptaggio delle sue trasmissioni. Nel 2012, ovvero alla fine del periodo sopracitato, se la copertura fosse assicurata da TivùSat, allora la Rai potrà sganciarsi.

Zecchino D’Oro 52: Tortorella non ci sarà perché ha fatto causa all’Antoniano

L’altro giorno, parlando del rischio chiusura per lo Zecchino d’oro vi avevamo anticipato la polemica tra Cino Tortorella e la Rai sulla sua mancata riconferma alla conduzione del programma. Il mitico Mago Zurlì si è sfogato in sede di conferenza stampa (fonte Il giornale):

Lo Zecchino d’Oro l’ho inventato io, prima ancora che arrivassero i frati dell’Antoniano di Bologna. L’ho guidato per cinquantadue anni. E ora un capostruttura Rai mi viene a dire che sono sorpassato!

Antonio Azzalini, capostruttura della Rai ha ribattuto:

Rai, contratto di servizio 2010-2012: la libertà sarà subordinato a terzi?

Secondo il Fatto Quotidiano nel nuovo contratto di servizio della Rai 2010-2012 la libertà della Rai sarà subordinata al controllo di un comitato esterno all’azienda e selezionato su parere del ministro dello Sviluppo Economico. L’Articolo 3 al punto 31 recita:

Il sistema di valutazione della qualità dell’offerta dovrà essere realizzato sulla base degli appositi indicatori previsti dal contratto di servizio e dovrà essere sottoposto alla vigilanza di un organismo esterno, composto da esperti qualificati in materia, scelti dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni d’intesa con il ministero e nominati dalla Rai.

L’avvocato Domenico d’Amati, consulente di diritto del lavoro, dice:

Rai, rinviato il rinnovo di contratto di Bruno Vespa, perché troppo costoso

Niente rinnovo di contratto, per ora, per il conduttore di Porta a Porta Bruno Vespa: il Cda della Rai ha considerato che l’aumento del 20% rispetto agli attuali 1,2 milioni di euro che percepisce oggi, extra esclusi, non fosse in linea con il piano industriale 2010-2012 che starebbe per prendere forma con tagli e razionalizzazioni.

La questione, sollevata dai consiglieri Angelo Maria Petroni e Nino Rizzo Nervo, verrà riconsiderata mercoledì prossimo e il direttore generale della Rai Mauro Masi dovrebbe proporre un contratto diverso, visto che l’azienda non vuole perdere il giornalista, che sarà svincolato nel giugno del 2010.

Bruno Vespa fa sapere in una nota (polemica):