Trool: la web tv dedicata ai ragazzi

Trool è una piccola web tv sperimentale tutta dedicata ai ragazzi, vivace e colorata come loro. Un luogo della rete sicuro dove i più giovani possono trovare qualcosa pensato proprio per loro. E’ un progetto patrocinato dalla Regione Toscana per promuovere l’uso di internet tra i ragazzi delle scuole medie inferiori.

Tra i partner di questa iniziativa c’è anche la Rai con il suo GT Ragazzi che, insieme ai ragazzi di una scuola media, proporrà sul web, il progetto di media education Telegiornale in Classe. L’ idea è quella di far conoscere ai ragazzi le tecniche giornalistiche dell’informazione televisiva.

Il sito è suddiviso in tre sezioni: Prova, Racconta e Impara. Ogni sezione ha delle sottosezioni che permettono di approfondire alcuni argomenti. I contenuti sono caricati dalla redazione oppure dagli utenti attraverso un blog. Nella sezione Racconta, ad esempio si possono trovare filastrocche e poesie, consigli sui viaggi, una sezione dedicata alla ricerca di nuovi amici e una dedicata alle curiosità.

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Talk show del futuro potrà essere virtuale e con avatar

Se fino ad ora giornalisti e presentatori erano coloro che tenevano le redini dei talk show, con l’avvento dell’animazione 3D, ed in un futuro molto vicino, potrebbero essere i loro avatar o copie di presentatori virtuali a intrattenere e condurre un programma televisivo.

Tutto ciò sarà possibile grazie alla piattaforma informatica creata da xtranormal, creata da una società canadese che è stata già presa d’occhio dalla Rai che ne vuole trattare l’acquisto del software. La piattaforma permette di realizzare da talk show a reality, fiction e film il 3D, Marc Reeves, vicepresidente della società canadese, ha dichiarato:

La piattaforma è utile per broadcaster e produttori che vogliono realizzare puntate pilota sottocosto, ma anche per coprodurre contenuti utilizzando la migliore qualità disponibile sul mercato, in tempi più ristretti e al minor costo

Colpo di Fulmine, Samantha Capitoni a Cinetivù: “Speriamo diventi una serie”

Samantha Michela Capitoni è tra i protagonisti di Colpo di Fulmine il film in prima tv con Roberto Farnesi e Lola Ponce, diretto da Roberto Malenotti e prodotto dalla Dap dei fratelli De Angelis, in onda questa sera alle 21.10 su Canale 5. Cinetivù l’ha incontrata in occasione della conferenza stampa di presentazione.

Samantha puoi anticiparci qualche particolare sul tuo personaggio Iris?

Iris è una concorrente del festival della canzone al quale partecipa anche Maya (Lola Ponce), è una ragazza determinata che vuole arrivare al successo ma che depone tutte le armi quando prevale il senso dell’amicizia. Un personaggio istintivo ed ambiguo che non rinuncia ai suoi sogni ma che nutre sentimenti e manifesta sensibilità quando la realtà si mostra diversa.

Originariamente il film avrebbe dovuto intitolarsi Cenerentola 2000, viene infatti descritto come una favola dei tempi moderni, secondo te e ancora possibile parlare di favole nel 21mo secolo?

Ti rispondo con una frase di Paolo Coehlo:“Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”. Quindi ritengo ogni periodo, epoca ed età sempre giusti per sognare e vivere una favola.

Sky sul dtt, l’ambasciatore italiano all’Ue dice no

 La telenovela Sky sul dtt, si, no, forse si arricchisce di una nuova appassionante puntata, l’ennesima di una lunga serie, potete esserne certi. La storia sta assumendo i contorni di una caccia alla volpe, dove il cacciatore (Silvio) circondato dai suoi “cani” (non ce ne vogliano i ministri, l’accostamento è dovuto esclusivamente alla metafora in corso) sta facendo di tutto per fare lo sgambetto all’agile animaletto (Sky) intenzionato più che mai a trasformarsi da preda in predatore. A sbarrargli la strada nientemeno che l’ambasciatore italiano presso l’Unione Europea, Ferdinando Nelli Feroci.

L’antefatto: la scorsa settimana vi avevamo messi al corrente delle velleità di Sky, più che mai intenzionata a liberarsi dell’orpello legale che le impedisce di scendere dal satellite prima del 2012, al momento attraverso il grimaldello Cielo sulle frequenze del Gruppo Espresso, il marchio del tycoon australiano Rupert Murdoch, ha già avuto modo di far saggiare sul dtt la bontà della programmazione Sky, ma l’obiettivo a cui punta è ben più consistente, un multiplex tutto suo dove proporre programmi anche a pagamento (dal 2012 però), opportunità che l’Ue, a cui il marchio satellitare si è rivolta per avere il nulla osta, sarebbe disposta a concedere.

Cucina in tv, la storia: Ave Ninchi, la prima donna alla conduzione

Se Mario Soldati è stato il precursore del genere, Ave Ninchi è senza dubbio la prima donna che ha condotto un programma di cucina. Il suo programma Colazione allo Studio 7 va in onda a partire dal 1973 e diventa subito un fiore all’occhiello della Rai.

Una sigla accattivante apre la puntata. La cucina è la vera protagonista: si susseguono una serie di animazioni – che oggi, ai tempi di flash, fanno un pò sorridere – con cuochi che suonano come se fossero degli strumenti musicali, i più comuni utensili della cucina ( pentole, mestoli, grattugie ). I colori non ci sono ancora ma l’animazione stilizzata rende l’idea di quello che si andà a vedere, un programma fresco e leggero che vuole istruire ma anche divertire, un po’ come descrive Alessandro Borghese i suoi programmi nell’intervista che ha rilasciato a Cinetivù.

Lo studio è “apparecchiato come una trattoria” con tavolini in legno e tovaglie a quadri. Il programma è un cosiddetto game show, ci sono due concorrenti che si sfidano a colpi di ricette. Ave Ninchi, con l’aiuto di Luigi Veronelli, segue tutti i passaggi delle ricette, chiedendo consigli sulle preparazioni delle pietanze.

Il destino della tv, cambiare tutto per non cambiare niente?

 Dice bene Umberto Brindani sulle pagine di Tv Oggi giornale che dirige, quando afferma a proposito di Raiperunanotte: “Per la prima volta una trasmissione vietata dalla Rai è andata in onda lo stesso, non sulle reti Rai però. E al di là delle solite polemiche riguardo ai numeri, con ottimi ascolti. L’hanno vista sul Web, sui telefonini, sulle tv locali, sui canali satellitari…non c’è dubbio che è stata una specie di rivoluzione. Un po’ come fare tv senza tv. Se non vorranno essere travolti, sarà meglio che i dirigenti Rai (ma anche quelli Mediaset) ci riflettano sopra”. Abbiamo sempre apprezzato e condiviso i pareri dell’ex direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, ricordiamo come spesso alla guida del noto settimanale, esercitasse una valida critica su alcune scelte di palinsesto dei dirigenti Mediaset, uno dei motivi, secondo noi, che gli costarono il posto a favore del più “allineato” Alfonso Signorini.

L’analisi che fa Brindani dell’evento mediatico dell’anno è inoppugnabile se non fosse che questo tentativo ben riuscito di svincolarsi dai normali canoni televisivi, potrebbe risultare lettera morta in un Paese dove la voglia di cambiamento sembra più pertinenza del campo teorico che quello pratico. La televisione è ingessata dentro schemi inalterabili, tra una Rai che fagocita se stessa e dati alla mano, con un pubblico sempre più anziano, costringendo i giovani a emigrare verso altri lidi e una Mediaset asso piglia tutto, favorita com’è dal Governo in carica per ovvi motivi, mentre l’eventuale “nuovo che avanza” nella fattispecie Sky viene opportunamente tenuto a distanza dalle parti dell’emisfero satellitare.

Sky sul Dtt, il matrimonio non s’ha da fare

 Avete presente il digitale terrestre? La rivoluzionari tecnologia verso cui sta convergendo tutto il sistema televisivo europeo, Italia compresa? Quella che ha drasticamente segnato la sorte di molti apparecchi televisivi ormai obsoleti, per la gioia delle aziende costruttrici un po’ meno per le nostre tasche? A oggi nelle zone come Roma e provincia convertite al dtt troppo in fretta, abbiamo tutti ben presenti i benefici a cui tale scelta scriteriata dettata da chissà quali interessi di parte, ci ha condotto: canali che vanno e vengono, segnali che spesso si bloccano (quelli della Rai in particolare) e soprattutto il clima di evidente deregulation in cui riversa la situazione delle frequenze dove a parte quelle di Rai e Mediaset, tutte le altre risultano distribuite alla carlona, con emittenti onnipresenti con più canali di seguito (tutti uguali) e altre anche prestigiose relegate in fondo alla “lista canali”, che ti costringono a una ricerca affannosa e non sempre coronata dal successo.

In un tale clima da far west si anima ancora una volta la contrapposizione tra i due colossi televisivi Sky e Mediaset. La prima con un indubbia posizione predominante sul satellite mentre la seconda favorita dal clima politico, decisa ad accrescere il proprio dominio sul dtt, già ricco di premesse grazie al fruttuoso riscontro dell’offerta Premium, spina nel fianco dell’operatore satellitare che ha visto un calo negli ultimi tempi dei propri abbonati.

Rai, profondo rosso

 Ai più appare evidente come i vertici della Tv di Stato nella figura del direttore generale Mauro Masi si arravoglino (consentiteci il partenopeismo) lo stomaco per il successo di Raiperunanotte, conseguenza logica dell’interdizione dal pubblico servizio (quello della Rai appunto) dei talk show causa par condicio, meno clamoroso ma di eguale spessore risulta l’allarme lanciato qualche settimana fa da Paolo Garimberti che dava l’Azienda di cui è presidente sull’orlo del decesso per asfissia: “Ci sono tre lacci stretti al collo della tv pubblica che stanno per soffocarla: la mancanza di risorse certe, una natura giuridica che non le consente di stare sul mercato e una non risolta questione di governance.”

Singolare il destino della tv pubblica italiana che riflette specularmente, come è naturale in fin dei conti, la situazione socio politica del Paese che ne usufruisce, l’Italia dove ci si attarda nell’escogitare misure tampone a sfavore di una più severa politica di riforme, dove il denaro viene profuso ovvero sprecato nella distribuzione di prebende per puri scopi politici, dove il Parlamento risulta troppo spesso impegnato nella promulgazione di leggine favorevoli all’individuo piuttosto che alla massa. La Rai è sull’orlo del baratro, ma pochi sembrano accorgersene e i più da irresponsabili quali sono preferiscono distogliere lo sguardo dai conti dissestati, forse perché quel colore rosso così cangiante poco si addice alle loro credo politico.

Raiperunanotte: streaming in diretta

A partire dalle 21:00 sarà possibile seguire lo streaming di Raiperunanotte in diretta dal Paladozza di Bologna anche qui su CineTivù. L’evento condotto da Michele

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Cucina in tv, la storia: Mario Soldati il precursore

La cucina è una delle cose che noi italiani amiamo di più soprattutto amiamo mangiare ma non ditelo a nessuno! E allora perchè non parlare di tutti quei programmi che di cucina si occupano? Qui non troverete le ricette del risotto alla milanese o dei cannoli siciliani ma tutto quello che avreste voluto sapere sulla cucina in tv e non avete mai osato chiedere!

Andremo alla scoperta dei programmi che hanno fatto la nostra tv e scopriremo i suoi personaggi, un percorso storico e analitico del genere.  Il primo fu Mario Soldati,  con il suo programma Viaggio nella Valle del Po – Alla ricerca dei cibi genuini. Il viaggio fu filmato in un lasso di tempo brevissimo se si considera che era suddiviso in 12 puntate da un’ora l’una e ne mandavano in onda una alla settimana. Soldati, da buon italiano andava alla ricerca delle migliori tradizioni culinarie ma quando gli capitava di incontrare sul suo cammino qualcuno pronto a guardare al progresso e al futuro lo bacchettava, sostenendo perentorio: “non c’è niente di meglio della tradizione!”

Aldo Busi e il Paese morto: se avesse ragione?


Anni fa uno sconosciuto artista di nome Kim Larsen, poi tornato nell’oblio, pubblicò l’album dal discreto successo intitolato Sitting on a time bomb ovvero “Seduto su una bomba a tempo” lo stesso sentimento che ci pervade nel commentare quello che senza dubbio rappresenta l’evento catodico della settimana, le dichiarazioni a briglia sciolta di Aldo Busi a L’Isola dei famosi. Certe sfide ci solleticano e se malauguratamente l’ordigno dovesse esplodere, allora ci sentiremmo orgogliosi di aver difeso fino in fondo le nostre idee in un Paese dove si è ormai liberi di criticare solo chi non è assiso sulle poltrone del comando.

La tattica paracula è nota: si invita in trasmissione, meglio se reality, un personaggio “scomodo” quanto basta per scatenare con le sue “sparate” un turbinio di polemiche su cui si lanceranno come belve affamate tutti i vari salotti televisivi che servitisi di opinionisti del’ultima ora, fungeranno da cassa di risonanza per il programma stesso a tutto vantaggio dello share, uno Sgarbi della situazione insomma che tenga alta la temperatura, solo che l’onorevole Vittorio sa bene quando la misura è colma, conosce la linea di demarcazione oltre cui non conviene spingersi, mentre il sanguigno Aldo Busi “l’ha fatta fuori dal vasoun po’ come certi vertici Rai avrebbero voluto che osasse Michele Santoro per interrompere anzitempo Anno Zero.

Telegiornali regno dello squilibrio

 Secondo il vocabolario della lingua italiana il termine “squilibrato”, sta per “sbilanciato, sproporzionato che manca di proporzione, che non è bilanciato, pazzo, folle”: tutti significati che calzano a pennello alla peculiare condizione in cui riversa l’Italia del 21mo secolo, dove si preferisce nascondere le realtà scomode a tutto vantaggio della dissimulazione di intenti, delle ammissioni a metà, delle verità rivedute e corrette, espedienti tipici di diversi ambiti tra cui quello politico da cui il mezzo televisivo non può essere certo immune. Ecco quindi la tv e in particolare i telegiornali ridotti a miseri mezzi di propaganda allinearsi alla linea disposta dai governanti, attraverso direttori compiacenti che proprio i suddetti hanno posto li a garanzia di un’informazione corrotta.

Se dovessimo tirar fuori dal cassetto un antico adagio, sceglieremmo senz’altro: “il lupo perde il pelo ma non il vizionon è la prima volta che da queste pagine diamo voce all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e all’ennesima (negli anni sono state molteplici) constatazione che in particolare nei periodi di campagna elettorale l’informazione in Italia sia, come si diceva, squilibrata, niente di strano in un Paese dove al continuo richiamo alla legge si contrappone ogni espediente per aggirarla, o meglio interpretarla a tutto vantaggio delle singole parti.

Paraolimpiadi Vancouver 2010 in Tv

Da oggi, con la cerimonia inaugurale (prevista al BC Place Stadium alle ore 3.00 italiana), prendono il via le Paraolimpiadi di Vancouver 2010. La manifestazione sportiva, giunta alla decima edizione, sarà trasmessa fino al 21 marzo sia da Sky Sport, con due canali in Alta Definizione (sui cinque totali), che dalla Rai (in alta definizione su Rai HD).

Sky Sport dedicherà oltre 150 ore in diretta tra gare e studi di approfondimento e avrà come rete di punta Sky Uno che racconterà quotidianamente le discipline (sci alpino, sci di fondo, biathlon, hockey su ghiaccio e curling) dalle 17.30 alle 7 del mattino. Tra gli inviati ci saranno Melania Corradini e Francesca Porcellato, che gareggeranno a Vancouver nello sci alpino e nel fondo, oltre a Fabrizio Macchi e Gianfranco Martin.

Andrea Zappia, vice presidente Sport Channels Sky, ha dichiarato in conferenza stampa (fonte sordionline.com):

In televisione la donna batte l’uomo e cambia il suo modo di essere percepita

La donna domina il palinsesto televisivo italiano: uno studio di Comunicazione Perbene, monitorando la programmazione settimanale delle tre reti Rai, di quelle Mediaset e di La7 (tra il primo febbraio e il primo marzo), ha notato che il gentil sesso conduce per ben 35 ore e 45 minuti al giorno, contro le 29 ore degli uomini.

La donna non solo ha scippato la conduzione dei programmi di punta all’uomo, ma ha conquistato anche ruoli chiavi nelle fiction (27 ore settimanali) e negli spot, dove la casalinga ha lasciato il posto alla donna forte (secondo il 71% degli intervistati) che spesso mette in ridicolo l’uomo (58%), scegliendo anche prodotti in campi una volta riservati agli uomini (74%).

Un altro dato importante giunge dagli esperti (100 tra giornalisti, sociologi, psicologi, esperti di media e comunicazione): la rappresentazione della donna in tv sta cambiando e dal quasi sparito (secondo l’84% degli intervistati) ruolo di donna-oca e donna-soprammobile, si è trasformata in persona di carattere (64%), preparata e capace (39%).