La solidarietà fa bene alla tv ma non ai bilanci?

 La settimana del dolore, quella precedente la Pasqua, funestata dalle immagini di case distrutte, gente afflitta, amici e parenti dei sopravvissuti che invece non ce l’hanno fatta, tra loro il giorno dei funerali, tante piccole bare bianche a testimonianza di un terribile quanto crudele sacrificio. A due settimane dal terremoto in Abruzzo, l’Italia si ritrova ancora unita, come capita di rado, in una encomiabile corsa alla solidarietà, in cui la tv ha un ruolo centrale, da giorni tutti i canali televisivi, non mancano di proporre i numeri a cui far riferimento per dare la propria offerta.

Sky ha annunciato d’avere già raccolto un milione di euro attraverso l’iniziativa Sky per l’Abruzzo, a cui va aggiunto su disposizione del presidente James Murdoch, un altro milione da destinare a uno specifico progetto rivolto ai bambini. Mediaset si sta adoperando attraverso l’onlus Mediafriends, l’unica autorizzata a raccogliere fondi per le popolazioni colpite dal sisma, è giusto ricordarlo visti gli episodi di sciacallaggio emersi negli ultimi giorni.

Quanto alla Rai, non meno prodiga degli altri nella ricerca di risorse pro zone terremotate, sta pagando il fio di una situazione pubblicitaria preoccupante. Nei primi tre mesi del 2009, la Sipra concessionaria delle reti Rai ha registrato una contrazione del 25%, a cui vanno aggiunti i soldi a cui l’azienda pubblica dovrà rinunciare (circa 60 milioni, più 7 di pubblicità), qualora si decidesse, come appare già definito, di chiudere i canali su Sky.

Digitale Terrestre: definite le regole per l’assegnazione delle frequenze

 Il sistema televisivo in toto, nella fattispecie quello italiano è giunto ad una svolta epocale, il tradizionale concetto di diffusione televisiva con l’avvento del digitale terrestre viene stravolto a favore di una migliore qualità del segnale unita a una maggiore offerta di cui l’utente non potrà che beneficiarne. Finalmente da qualche giorno l’Italia può contare anche su regole certe circa l’intero processo di digitalizzazione del Paese. Ricorderete come nel 2006 la Commissione europea avviò una procedura d’infrazione, ritenendo che la legislazione italiana non soddisfacesse gli obblighi imposti dalle norme Ue sulla concorrenza, ravvisando delle restrizioni ingiustificate alla prestazione di servizi di radiotelediffusione e vantaggi agli operatori analogici esistenti.

Ora in seguito all’emanazione della delibera per il passaggio al digitale del sistema televisivo, l’Unione Europea ha sospeso la procedura di infrazione contro l’Italia. Lo ha annunciato il presidente dell’Autorita’ per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) Corrado Calabro’, che ha aggiunto “Le risorse trasmissive sono un bene pubblico destinato a soddisfare l’interesse della collettività. In questi anni è sempre stata auspicata una definizione di regole che garantissero la certezza del diritto e il rispetto dei principi costituzionali e comunitari nell’interesse del pluralismo e della concorrenza. Il percorso avviato va in questa direzione. I successivi atti che adotteremo serviranno a completare quella che mi auguro sia la cornice giuridica di riferimento per il futuro sistema televisivo italiano con una regolamentazione ben diversa dalla connotazione incerta che essa aveva assunto in passato.

Ma cosa sancisce la delibera che ha tolto l’Italia dalle acque limacciose e scomode in cui si era cacciata? Le 21 reti nazionali in tecnica digitale (DVB-T) saranno così suddivise: 8 reti saranno destinate alla conversione delle attuali reti analogiche; 8 reti saranno dedicate alla conversione in singola frequenza delle attuali reti digitali esistenti che oggi utilizzano il sistema della multifrequenza; all’esito della conversione dell’attuale sistema televisivo nazionale risulterà disponibile un dividendo nazionale di 5 reti. Questo dividendo, spiega ancora l’Agcom: “Verrà messo a gara con criteri che garantiranno la massima apertura alla concorrenza ed alla valorizzazione di nuovi programmi. Alla gara saranno ammessi tutti i soggetti operanti nello spazio economico europeo”.

Recorder – Professione Vacanze

Oggi per la rubrica Recorder parleremo di una miniserie tv di soli sei episodi che racconta le gesta dell’animatore turistico tipico degli anni ottanta, più latin lover e meno animatore, sto parlando della serie di Vittorio De Sisti e sceneggiatura di Jerry Calà, Marco Cavaliere, Maria Rita Parsi, Cesare Frugoni e Vittorio De Sisti: Professione Vacanze, andata in onda su Italia 1 nel 1986.

Molti di voi sicuramente non si ricorderanno della serie, ma era veramente divertente, allegra e spensierata. Enrico (Jerry Calà) è un animatore turistico che si ritrova a tirar su di morale ed anche economicamente un villaggio turistico, anche grazie all’aiuto dei suoi aiutanti, inizialmente poco socievoli con lui.

Enrico, conosciuto da tutti con perdigiorno, amateur e sfortunato dalla battuta sempre pronta inizia la sua avventura da Direttore del villaggio turistico Cala Corvino (Bari) portando con se il motto: voglia di lavorare saltami addosso … però prima avvertimi che mi scanso!

Five: il più giovane dei canali britannici

 Gli amanti di CSI Las Vegas che volessero apprezzare le gesta del Dr. Raymond Langston (Laurence Fishburne) e soci in Gran Bretagna, si dovrebbero sintonizzare sulla tv Five, la quale, nonostante la similitudine, non ha nulla a che fare con le omonime Canale 5 in Italia e Telecinco in Spagna di marca Mediaset.

Il più giovane dei canali britannici è nato nel 1997, proprio col nome di Channel 5, sebbene l’autorizzazione del governo britannico a trasmettere venga concessa a Channel 5 Broadcasting Limited, la società che lo controlla, nel 1995 dopo una lunga gara per l’assegnazione delle frequenze iniziata nel 1993 e durata per tutto il 1994 che vedeva come candidata anche la Thames Television. Nel 2006 Channel 5 divenuto nel frattempo solo Five viene acquistato dal gruppo tedesco RTL.

La tv e i giovani: divertimento o lavoro?

 Anni fa un noto doppiatore ci rivelò che mai avrebbe permesso a suo figlio di entrare in una sala di doppiaggio se non dopo la maggiore età, perchè la sua giovinezza potesse scorrere lungo i binari naturali, senza subire gli inevitabili scossoni a cui si è soggetti, una volta intrapesa una qualsivoglia carriera artistica.

Al giorno d’oggi nemmeno i giovanissimi possono ritenersi liberi dai meccanismi dettati dalla televisione, un gigantesco tritacarne mediatico che inghiotte tutto e tutti, irretiti dal fatale richiamo della fama a basso costo, o se volete di facile conquista, che alcuni programmi come i reality e i talent show diffondono a piene mani, confortati da audience di un certo rilievo.

Prendiamo come esempio, Ti lascio una canzone, il talent show di Raiuno condotto da Antonella Clerici, tornato in onda sabato scorso dopo una fortunata prima stagione, seguito da una media di 6 milioni 700mila spettatori: protagonisti bambini tra gli 8 e i 16 anni lanciati nello scintillante mondo dello spettacolo, a tu per tu con l’emozione del palco, la luce dei riflettori, il clamore del pubblico in sala, quanto potrà incidere tutto ciò sulla loro naturale crescita?

I piccoli in fuga sui canali digitali

 Che la tv del 21esimo secolo abbia nel pubblico la sua vittima sacrificale non è una novità, il successo di internet e dei canali digitali, quelli satellitali in primis, certifica che la gente è sempre più stufa delle medesime proposte e cerca dove può delle valide alternative. Al contempo la continua ricerca di risorse, da parte delle generaliste ha ridotto quegli spazi che risultano meno appetibili, commercialmente parlando, tra questi la tv dei ragazzi, come amiamo chiamarla.

Per noi che siamo cresciuti con la Rai degli anni ’70 dove l’appuntamento pomeridiano con il programma preferito era una sudatissima conquista da condividere con gli impegni scolastici, vedere lo spazio dedicato ai più piccini sempre più limitato non fa certo piacere, allo stesso tempo il satellite vede accrescere il gradimento proprio in virtù di un’offerta variegata.

A confermarlo è un’analisi di Starcom Italia basata su dati Auditel di febbraio 2009. Secondo la ricerca, all’offerta ridotta della tv generalista ha corrisposto una sempre maggiore affezione verso Sky e il digitale terrestre. Il canale tematico preferito dai giovani risulta essere il gratuito Boing (3,4%) di marca Mediaset sul digitale terrestre, seguito da due a pagamento, Disney Channel (3%) e Boomerang ( 2,1%) sulla piattaforma Sky. Di questi, Boing e Boomerang risultano essere prediletti dai maschi in particolare i bambini di 4-7 anni, mentre Disney Channel è gradito a un pubblico femminile tra gli 8-14 anni. Quanto alle generaliste, Raidue vince fra le 7 e le 8, (44.1% di share); Raitre tra le 16 e le 17, con la trasmissione Trebisonda (oltre il 10% di share), Italia 1 domina invece fra le 14 e le 15.

Mike Bongiorno ha firmato per Sky, condurrà il Rischiatutto

La notizia era nell’aria da tempo e, anche se Katryn Fink aveva provato a smentirla (“Non ci sono progetti di quiz con il Signor Mike”), oggi è arrivata l’ufficializzazione: Mike Bongiorno ha firmato per Sky.

Il conduttore dopo le ventennali presenze su Rai e Mediaset è passato a Sky Uno, dove condurrà ciò che su Mediaset non gli avevano permesso di fare: una nuova edizione del Rischiatutto (video di repertorio dopo il salto).

Il contratto firmato con il canale satellitare prevede la sua partecipazione alla prima puntata del Fiorello Show il due aprile e poi dodici appuntamenti con il quiz che lui dice avere una grande richiesta, ma sempre rifiutato da Mediaset.

Enzo Iacchetti rompe con Italia 1, la rete replica

Continuano le invettive di Enzo Iacchetti: dopo aver attaccato Mediaset, a Victor Victoria di ieri serasi è scagliato aspramente contro Italia 1 e il suo direttore di rete Luca Tiraboschi:

Non farò più niente per Italia 1 finché ci sarà questo direttore. C’è stata una polemica spenta dall’azienda per me viva per sempre. Io trovo che un direttore che ti fa i complimenti alla presentazione dei palinsesti e poi due settimane dopo la toglie, dicendo che hai fatto una cosa orribile, non sia un direttore di cui fidarsi. Un vero direttore lo dice prima.

Antonella Clerici, Enzo Iacchetti, Mike Bongiorno, Adriano Celentano: quale futuro hanno? Tutta la verità

Antonella Clerici, Enzo Iacchetti, Mike Bongiorno e Adriano Celentano sono quattro importanti nomi accomunati dall’incertezza sul proprio futuro artistico, con l’unica grande eccezione: i primi tre sono bistrattati dalle proprie aziende, l’ultimo è desiderato da tutti.

Partiamo da Antonella Clerici. Uno dei volti femminili più importanti di Raiuno probabilmente abbandonerà la rete ammiraglia Rai per approdare a Mediaset. A dar credito ad una voce, che circola almeno da un anno è la stessa conduttrice, che si sfoga su Tv Sorrisi e Canzoni riguardo al siluramento a La prova del cuoco:

A causa della maternità hanno deciso di sostituirmi alla conduzione de ‘La prova del cuoco’. Io sono pronta a riprenderlo, ma ho appreso che non sarà così. Se negassi l’amarezza sarei ipocrita, ma il grande affetto della gente mi ha sostenuto … Quando ti lasci con il tuo grande amore non lo vuoi rivedere con un’altra, no? Ho dedicato nove anni a rendere forte questo programma, fatto a mia immagine e somiglianza. Quindi ne sono un po’ gelosa

Maurizio Costanzo fa marcia indietro su Mike Bongiorno e attacca Mediaset

Maurizio Costanzo, dopo la clamorosa gaffe su Mike Bongiorno, accusato di essersi infischiato di Mediaset per sponsorizzare il Fiorello Show, non sapendo che a Mike la leale azienda del biscione non aveva rinnovato il contratto, ieri a L’Arena ha fatto marcia indietro sbugiardando se stesso (fonte Ansa).

Riguardo il collega ammette la sua estraneità ai fatti (allora perché parla?):

Non sapevo che a Mike Bongiorno non era stato rinnovato il contratto

Riguardo il comportamento di Mediaset:

E’ malagrazia da parte di Mediaset non rinnovare il contratto a Mike, un’icone. Più che uno scritturato è un parente all’interno di Mediaset, è come dire non rinnovo il contratto a mio zio.

Raiset: esiste ancora la concorrenza in tv?


Non c’è più la tv di una volta! Sul filo di questo vecchio adagio che chissà quante volte avremo pronunciato, ci accingiamo a una serie di riflessioni sullo stato di salute del mondo televisivo attuale, alla luce degli interessanti “scambi culturali” tra reti, che si sono profilati negli ultimi tempi.

Anni fa quando Canale 5 mosse i primi passi, diciamolo, i dirigenti Rai ridacchiavano di fronte a quella che ritenevano tutto tranne che una seria minaccia all’audience dei loro reti. Col passare del tempo la questione divenne seria perché oltre agli esiliati dell’emittente pubblica, come i vari Corrado, Mike Bongiorno, Sandra e Raimondo, la Fininvest forte dell’autorizzazione a trasmettere in diretta, diede il via a una campagna acquisti rivolta ai “pezzi da novanta” come Raffaella Carrà e Pippo Baudo, bisognosi di nuovi stimoli ma soprattutto ammaliati dai richiami dei lucrosi ingaggi che arrivavano dalla concorrenza.

La rivalità tra reti divenne spietata, non a caso in quel periodo, se ci si trovava in Rai, si indicavano le reti Mediaset come “di la” e una volta che il big di turno reduce dalle magre esperienze della tv commerciale, si riavvicinava alle reti di Stato, si parlava senza mezzi termini di ritorno a casa.

Sky racconta a modo suo lo switch off e Adiconsum e DGTVi partono all’attacco

 Attenzione: a quanto pare Sky prova a rastrellare nuovi abbonati con delle pubblicità, che giocano sull’obbligatorio Switch off da analogico a digitale, dando informazioni parziali, inesatte e forvianti. Il volantino sotto accusa recita:

Speciale per la tua Regione: la tv analogica si spegne. Sky accende una nuova visione. Per fortuna c’è SKY. La tua regione passa al digitale terrestre e spegne il segnale tradizionale. Quindi non potrai più ricevere in analogico i canali in chiaro, come la RAI, Mediaset e le tv locali.

Cosa c’è che non va? A dircelo ci pensa Adiconsum:

E’ iniziato lo spegnimento del segnale analogico della Tv – Speciale per la tua regione”. NON E’ VERO: esiste un calendario ben preciso, cosa non menzionata nel volantino.

In Lazio la tv analogica si spegne, sky accende una nuova visione”. NON E’ indicata la data, SI FA INTENDERE che solo con sky è possibile vedere i canali in digitale.

Mike Bongiorno prima farà ospitate alla Rai poi si trasferirà su Sky

Non si placa il tormentone sul futuro lavorativo dell’ormai ottantacinquenne Mike Bongiorno: uno dei padri della televisione italiana (26 anni in Rai, 29 a Mediaset), dopo aver sbugiardato coloro che l’hanno accusato di aver tradito l’azienda di Berlusconi, comparendo in uno spot del Fiorello Show, il futuro programma di punta della tv pseudogeneralista di Murdoch, Sky Uno, sottolineando di non avere più un contratto con Mediaset dalla fine del 2008 ha parlato del suo futuro.

Mike, per non farsi mancare nulla, prima farà qualche ospitata in Rai, a X Factor martedì (mentre su Canale 5 andrà in onda la finalissima, di uno dei programmi di punta, Amici), a I raccomandati venerdì e a Domenica in nel weekend, poi sarà in diretta telefonica con la puntata inaugurale del Fiorello Show di Sky il 2 aprile.

Nessuno mi ha chiamato, sono tre mesi che aspetto, spero di sapere cosa è successo, me lo dica lei. [… ] Io non ho una spiegazione. So solo che ho chiesto alla direzione di Mediaset di parlare con loro, ma nessuno mi ha richiamato. Silvio Berlusconi? Lui è impegnato in tante cose… Quanto a Piersilvio: è più di un anno che non lo sento, non mi ricordo più neanche quando è stata l’ultima volta. Noi a Mediaset siamo professionisti: ognuno fa il suo programma. Mai avuto problemi. Sono rimasto tranquillo per tre mesi, poi visto che non ho avuto nessun cenno, mi sono sentito libero.

Lo sport è vita: intervista a Jill Cooper – esclusiva Cinetivù


Jill Cooper americana doc, allieva della Tisch School of the Arts presso la New York University, ha poi studiato al Circle in the Square (dove ha preso la laurea anche Kevin Kline), si è laureata a 23 anni all’International Business alla American University of Rome. Da 20 anni lavora nel campo del fitness come istruttrice di aerobica e personal trainer, di recente è diventata la regina televisiva del fitness. Cinetivù, l’ha incontrata in una pausa di lavoro, tra un esercizio e l’altro.

Come è nato “l’amore” per l ‘Italia?

Lavoravo in un ristorante italiano a New York negli anni 80′ per pagare l’affitto mentre studiavo. Gian Luigi Buitoni era il proprietario, e tutti gli italiani che passavano di là mi hanno fatto innamorare della vostra gioia di vita! Sono rimasta incantata!

E quello per l’attività fisica?

Vengo da una famiglia di sportivi. Per noi lo sport è sempre stata parte delle nostre giornate. Lo skate, il nuoto, lo sci nautico, il canottaggio, pallavolo, atletica leggera, potrei continuare ma non mi ricordo un giorno della mia gioventù dove non mi muovevo in un modo o un altro.