L’Italia del 2010 si confronta con il futuro mai cosi incerto forse, come in questo periodo. La puntata di Annozero appena andata in onda dal titolo Il Papa nero cerca di dare dei contorni a un quadro a tinte fosche, dove i protagonisti sembrano il risultato di uno strano effetto caricaturale. Sono tutti animati da buoni propositi, da un Italo Bocchino di Futuro e Libertà che richiama un modello di governo che faccia gli interessi del Paese a Pier Ferdinando Casini leader Udc che mette il dito sulla piaga delle crisi ideologiche per cui non si capisce più dove sia la destra e la sinistra. Il “rottamatore” Matteo Renzi sindaco di Firenze, con ironia tipicamente toscana manderebbe tutti a casa. Viene da chiedersi: questa gente qualche anno fa dov’era? Possibile che nessuno si fosse accorto che ci stavamo inevitabilmente infilando in un vicolo cieco? O forse molti, intenti a saltare sul carro del vincitore lo stesso da cui ora stanno frettolosamente scendendo, hanno fatto finta di non vedere?
La conferma che il governo attuale è ormai alla camera a gas arriva dallo stesso Bocchino che ufficializza il ritiro dei ministri di Futuro e Libertà una volta approvata la Finanziaria, poi si tornerà alle urne con il rischio che non cambi assolutamente nulla o che si dia vita ad un governo tecnico guidato, come risulta da un sondaggio Svg commissionato dallo stesso Annozero, dal Governatore della Banca D’Italia Mario Draghi, soluzione condivisibile sperando che finalmente qualcuno si degni di dare delle risposte concrete a un Paese in agonia.
E Gianfranco Fini? Colui che ha dato una sonora spallata non solo al governo, ma anche a un certo modo di intendere la destra, si appresta a diventare lui un nuovo protagonista della scena politica italiana rinnovata. Nuovo e rinnovamento termini sentiti un sacco di volte uscire dalle bocche dei nostri politici e proprio per questo ascoltati con una certa diffidenza.