Michele Imperatore (Biagio Izzo) è un cantante neomelodico napoletano, squattrinato. Durante un’uscita con il compagno di sempre Tonino (Giovanni Esposito), conosce due turiste tedesche (Sabrina Rattey e Tora Kawycz), che hanno dovuto sospendere la loro crociera causa guasto tecnico e che decidono di visitare Napoli e dintorni con loro. La speranza dei due napoletani è ovviamente quella di concludere, ma, col tempo, entrambi proveranno emozioni più forti della semplice infatuazione, al punto da non volerle perdere.
Tra situazioni paradossali (le scene girate all’hotel, o il famoso pregio napoletano di sapersi arrangiare) e la semplice e tragica realtà quotidiana di dover far quadrare i conti (emblematica la scena di Michele che deve pagare al ristorante con la carta di credito e teme che gli venga rifiutata), il film ci accompagna, lento ed inesorabile, al finale, con il colpo di scena in canna e mai esploso, in cui il protagonista diventa, senza saperlo, famoso grazie ai cd piratati (a tal punto da far concerti sulle navi e conoscere Alex Britti, che lo apprezza per la musica che fa).
Piacere Michele Imperatore, il primo film diretto da Bruno Memoli, racconta una storia semplice e anonima, in una Napoli da cartolina: Edenland, il centro di Napoli, Capri e la costiera, sono lo sfondo di un film, che mostrato in poche sale in Italia e in momenti differenti (da inizio febbraio a inizio marzo), cerca di uscire dall’anonimato con la sua simpatia puramente napoletana, ma ne rimane innegabilmente prigioniero (soprattutto per un pubblico, come me, non napoletano).