La manovra finanziaria ha portato nuove tasse per le televisioni a pagamento: una detta porno tax (un’addizionale del 25% sui redditi che derivano dall’industria pornografica e un aumento degli acconti dovuti al Fisco, che salgono fino al 120%), l’altra è una norma che inasprisce l’Iva sulle attività di televisione a pagamento.
Grida allo scandalo, contro il suo stesso proprietario, Mediaset, che in una nota dell’ufficio stampa dice, riguardo la seconda:
Apprendiamo con disappunto l’inserimento all’interno del decreto anticrisi approvato oggi dal Governo, di una norma che inasprisce l’Iva sulle attività di televisione a pagamento.