Lance Armstrong confessa in tv da Oprah Winfrey, ma la sua immagine di antisportivo non è stata intaccata. L’ex campione statunitense, vincitore di sette Tour de France ora sospesi, non solo ha ammesso di aver fatto uso di doping. Ha avuto anche il coraggio di scagliarsi contro l’Uci, l’Unione ciclistica internazionale, sostenendo che era a conoscenza della verità e l’ha sempre coperto.
Come ha scritto il New York Times citando una fonte anonima, ora Armstrong “sta pensando di testimoniare contro alcuni potenti del ciclismo che sapevano che si dopava e che probabilmente lo hanno aiutato”.
Come se non bastasse, l’ex corridore ha iniziato a fare uso di sostanze illecite molto prima di ammalarsi di un tumore ai testicoli, già negli anni Novanta, e la concessione dell’uso di steroidi per scopi terapeutici si trova così a crollare come un castello di sabbia.
Lance Armstrong rischia davvero di essere ricordato come l’uomo che ha ucciso lo sport del ciclismo. Dick Pound, ex presidente della Wada ( ovvero Agenzia antidoping mondiale) e attualmente membro del Comitato olimpico internazionale, ha lanciato un’accusa pesantissima: qualora venisse provato un coinvolgimento dell’Uci, il ciclismo potrebbe essere estromesso dalle Olimpiadi.
“L’unico modo affinché ridiventasse uno sport pulito sarebbe se tutte queste persone dicessero: “Ehi, non siamo più nelle Olimpiadi, ma è dove vorremmo stare. Riguadagniamocele”. Sarà il Cio a dover decidere cosa fare. L’Uci non è famosa per le sue azioni antidoping”, ha dichiarato Pound. Già nel 2004, aveva attaccato indirettamente Lance Armstrong dichiarando: “La gente sa che i corridori del Tour de France e gli altri sono dopati”. Allora Lance, punto sul vivo, aveva replicato che si trattava di commenti “inaccettabili”. Allo stato attuale, non può certo farlo. Intanto l’Uci ha deciso di non rilsciare dichiarazioni fino a che l’intervista di Armstrong non sarà trasmessa venerdì durante il talk show di Oprah Winfrey.