Di recente abbiamo parlato di Current Tv e di come in poco più di un anno di vita nel nostro Paese, si sia affermata tra le emittenti più seguite in onda su Sky (canale 130). Cinetivù ha incontrato il direttore di Current, Tommaso Tessarolo, per conoscere più a fondo questa importante realtà televisiva e i progetti futuri.
A un anno dalla nascita, Current Tv è già una realtà consolidata: puoi tracciare un breve bilancio?
Bilancio estremamente positivo di enorme soddisfazione. Siamo partiti in fretta, male, con un modello di canale preimpostato dagli USA. Superata la fase di assestamento, in pochissimo tempo abbiamo rivoluzionato la veste del canale, dandogli una identità chiara e unica: Informazione Indipendente. Abbiamo stravolto il modello organizzativo, di programmazione, i generi ed i formati dei contenuti cosi come la grafica e la promozione. In pochissimi mesi abbiamo concepito e creato la nuova Current che con una accelerazione da brivido è arrivata ad essere una canale con una larghissima comunità di spettatori e utenti. La ciliegina è che ora il network, visti i risultati, sta pensando seriamente di adottare il nostro modello ovunque.
Come viene pianificato il palinsesto di Current?
In maniera molto attenta, seguendo gli avvenimenti di tutti i giorni, i grandi casi internazionali, i problemi nazionali, gli eventi e le ricorrenze. Programmiamo ad appuntamenti fissi, avendo creato ormai un’abitudine nella frequentazione del canale. Facciamo un uso innovativo dell’analisi dati (abbiamo portato un po’ di cultura Internet anche in questo) per seguire con massima attenzione come reagiscono i nostri spettatori che sono e rimarranno sempre il nostro unico pensiero.
Current trasmette ciò che i telegiornali difficilmente riportano, la riprova le inchieste di Vanguard, la cui pubblicità è stata anche motivo di polemiche: come vedi al momento lo stato dell’informazione in Italia?
Molto male. Potrei citare l’ultima pubblicazione di Freedom House che ci vede sprofondare inesorabilmente nella classifica dei paesi con minor libertà di stampa, questo se servissero veramente dei numeri per testimoniare quello che è sotto gli occhi di tutti, o che è almeno sotto gli occhi dei nostri spettatori che stufi marci di questo mondo artefatto sono con noi in questa nuova era fatta di informazione libera, indipendente, mirata ad accresce la conoscenza e quindi la consapevolezza delle persone cosi che possano prendere azione in maniera responsabile seguendo interessi condivisi. Quanto di più distante evidentemente da come si fa informazione in Italia da troppo tempo.
Una tv come Current possiede nel suo dna gli user generated content realizzati dagli stessi spettatori, quale sarà l’evoluzione prossima secondo te, di questo nuovo modo di comunicare le notizie?
La mia percezione degli UGC, dopo anni di osservazione e molta pratica è radicalmente cambiata. Non basta dare la possibilità a chiunque di fare una cosa per poterne trarre materiale per fare televisione. La televisione, il web, in generale la comunicazione ha le sue regole. L’approccio che stiamo avendo mi sembra la logica e naturale evoluzione del concetto urbi et orbi che onestamente non ha visto grandi successi: verticalizziamo le collaborazioni, creando comunity aperte di semi-professionisti o professionisti che per la prima volta saltando tutte le intermediazioni possono aggregare la loro esperienza e le loro produzioni attorno a specifiche “testate editoriali”. Ogni nostro prodotto tv vive anche online e online ha (o avrà) una sua community di partecipanti attivi, persone capaci di raccontare e documentare storie che possano essere d’interesse generale.
Current rimarrà sul satellite o pensate di utilizzare anche il digitale terrestre?
Dal primo istante in cui vidi Current, in cui capii il potenziale devastante di un newtork di questo tipo, pensai: “Current dovrebbe essere una tv accessibile a tutti, è il vero servizio pubblico”. Quindi filosoficamente direi che ovunque fosse possibile trasmetterla sarebbe cosa buona e giusta. Pragmaticamente progetti cosi complessi devono essere inseriti in contesti molto solidi, di larghe vedute, aperti a sperimentazioni e nuove sfide. Per questo sono convinto che Sky sia il posto ideale in Italia dove crescere e sviluppare il nostro progetto. Se in futuro, come sembra, Sky dovesse aprirsi anche al DTT un pensiero lo avremmo di certo.
Come Current classifica un “certo mondo politico”?
Lo classifichiamo male, come la maggior parte dei nostri spettatori. E’ un meccanismo di potere logoro che ci sta portando ad un durissimo scontro con la realtà. E’ ormai evidente che non possiamo andare avanti cosi per molto. Il collasso del sistema è prossimo e allora speriamo anche noi di poter avere una nuova guida ispirata che ci porti verso una nuova era.
L’avvento di Obama negli Usa: una vittoria per gli ambientalisti come Al Gore?
Una vittoria per una nuova classe di pensiero e d’azione fondata sul rispetto, la condivisione e l’onesta. Dentro questi valori rientra naturalmente anche la massima attenzione posta all’uomo che sta accelerando la sua autodistruzione ignorando gli equilibri del mondo in cui viviamo. Ma di base la vittoria di Obama è la vittoria di tutte quelle persone che credono che un nuovo mondo sia possibile, che vogliono cambiarlo e che per cambiarlo vogliono prendere parte attiva – anche informandosi – per questo ci sentiamo particolarmente vicini alla nuova scuola di Obama.
Cosa puoi anticiparci dei prossimi palinsesti?
Posso anticipare che saranno sempre più la riprova di come Current è l’unico network di Informazione Indipendente in Italia. Documentare e investigare la realtà che ci circonda, in Italia e nel mondo, per capire cosa realmente sta accadendo. Lo faremo trattando svariati argomenti ed esplorando universi molto distanti tra loro: dai traffici di droga, alle mafie, arrivando al mondo del calcio e della sessualità. Avremo grandi firme sul canale e pezzi unici mai trasmessi da nessun’altra tv. Un estate calda per un autunno/inverno bollente.
Secondo te l’avvento dei social network come Facebook, da molti visti come una “nota stonata”, danno invece impulso a progetti come Current dove l’interazione web e tv è alla base del prodotto stesso?
Definire l’avvento di Facebook, Twitter, YouTube etc. come una nota stonata è non aver capito praticamente nulla di come si sta evolvendo l’universo sociale grazie alla rete. Obama nel suo discorso al Cairo diceva espressamente: “Voglio che una teenager dell’Arizona possa condividere le proprie esperienze ed i propri interessi con una ragazza del Pakistan”; questo è possibile e l’evoluzione sociale della rete non può che essere vista come una straordinaria, naturale, evoluzione della specie digitale, più che una semplice nuova tendenza. Current è nata in rete, vive in rete; e parlo non solo della missione dell’azienda ma della vita reale delle persone che ci lavorano. Per noi non solo la rete non è una cosa aliena ma è esattamente il contrario: siamo in simbiosi.