In molti lo hanno apprezzato nel simpatico ruolo dell’elettricista Augusto Biascica di Boris la serie trasmessa da Sky, ora in onda su Cielo, canale del digitale terrestre. Lui è il romano Paolo Calabresi, attore di teatro, cinema e televisione attualmente in forza a Le Iene su Italia 1, con trascorsi in diverse fiction televisive tra cui: Nati Ieri, R.I.S., Distretto di Polizia e La Squadra; in film tv come: Don Bosco, Padre Pio, e Maigret. Al cinema ha fatto parte del cast de La fiamma sul ghiaccio, Commediasexy e I Vicerè. Cinetivù ha scambiato con lui una piacevole chiacchierata.
Paolo parliamo subito di uno dei tuoi personaggi più popolari, Biascica di Boris, come è nato?
Biascica nasce a livello di sceneggiatura come poi il pubblico lo ha conosciuto, un personaggio autoritario tipo “re della Savana” a cui io ho aggiunto dell’umanità e una certa tenerezza. La romanità tipica di Biascica rispecchia quello che è l’ambiente dove notoriamente nascono le produzioni cinematografiche e le fiction, a Roma appunto. Il capo elettricista, la qualifica del personaggio, è spesso romano.
A proposito della fortunata serie tv, puoi anticiparci qualcosa sul film?
Premetto che non ho ancora visto il film montato. Ti posso dire che è un affresco su un certo cinema di sinistra-intellettuale che poi diventa commerciale, l’uscita dovrebbe essere a primavera, visto che fino ad allora bisogna tenere la strada sgombra ai cinepanettoni. Sarà una grande sorpresa, anche per me!
I travestimenti sono una tua specialità, una passione innata?
Direi casuale, il primo travestimento che ho fatto è stato quello di Nicholas Cage a San Siro dieci anni fa, dettato dall’esigenza di andare a vedere la partita, non avendo il biglietto, l’ho fatto solo per quello. L’impresa è riuscita benissimo tant’è vero che anni dopo ho replicato a Madrid con gli stessi risultati.
In passato sei stato protagonista del programma Italian Job su La7, dove ti sei scatenato alla grande, tra l’altro tornando a vestire i panni di Nicholas Cage. Ti piacerebbe realizzare di nuovo un programma simile?
L’esperienza di Italian Job è irripetibile, abbiamo realizzato il programma incoscienti di quello che avremmo scatenato, un esempio su tutti la scena del russo che chiede ai politici italiani di cambiare una legge per favorire i suoi interessi e quelli gli chiedono una tangente, tutto questo in prima serata con la reazione dell’opinione pubblica pressoché inesistente. La sorte del programma era già segnata. Il cosiddetto terzo polo televisivo, apparentemente più aperto verso certi schemi, si è dimostrato peggiore degli altri due.
Hai avuto la fortuna di conoscere Giorgio Strehler, essendoti diplomato alla scuola diretta da lui. Quale attore di teatro puoi commentarci la situazione italiana?
Strehler è stato il simbolo di quello che è il nostro mestiere, il teatro italiano è orfano di questa grande figura, Descriveva il mestiere d’attore come un gioco per bambini dettato da regole molto serie. A oggi il teatro italiano dovrebbe tornare alle sue origini, mentre in realtà si è un po’ perso.
E veniamo alla tua avventura come “iena”, come nasce una vostra indagine?
L’esperienza con le Iene è iniziata nel momento in cui sono stato certo che non ci sarebbe stata una seconda puntata di Italian Job. Le inchieste, che come avrai visto sono ormai in tutto e per tutto a carattere giornalistico, nascono quasi sempre su segnalazione, ci muoviamo con molta libertà.
E’ mai capitato che qualcuno si opponesse alla messa in onda di qualche tua inchiesta?
Molto meno di quello che pensassi, quando sono entrato nel gruppo pensavo di essere più legato. E’ chiaro che in Italia, nella situazione particolare in cui ci muoviamo, non andrò mai a fare un servizio che coinvolga in qualche modo l’editore, ma abbiamo totale autonomia nello stile di realizzazione e nella scelta delle inchieste dalle più serie a quelle soft diciamo. Siamo liberi di sperimentare ed è la cosa che mi piace di più delle Iene.
Fra i tanti ruoli che hai ricoperto nella tua vita ce n’è uno che vorresti fare ma che non ti è ancora riuscito?
Vorrei tanto fare un prete, ma non il solito prete che siamo abituati a vedere nelle fiction italiane, un personaggio a volte anche un po’ cattivo, ma temo che avrei grossi problemi.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto per iniziare uno tournée in teatro di tre mesi con lo spettacolo Dona Flor e i suoi due mariti, assieme a Caterina Murino e Max Malatesta, il prossimo anno uscirà su Raiuno la fiction Il Restauratore con Lando Buzzanca e Martina Colombari poi il film di Boris.
Grazie a Paolo Calabresi per la disponibilità!
Eccovi il link dell’intervista fatta dal nostro programma Ciak in onda per la webradio del Politecnico di Torino OndeQuadre.
Buon ascolto
http://www.ondequadre.polito.it/podcast_audio.php?id_programma=24&id_intervista=42&sel=2