Questa settimana Cinetivù torna a parlare di Fessbuc la divertente parodia sui social network, divenuta ormai un cult della rete, protagonista di una no stop martedì prossimo 7 luglio al RomaFictionFest dove verrà proposto un terzo episodio inedito, dopo i due già online. Gli ideatori sono Giorgio Centamore, Arturo Di Tullio, Max Garbarino, Alessandro Coscia e Davide Crestani proprio a quest’ultimo abbiamo chiesto tutto quello che riguarda la nuova e interessante iniziativa.
Davide Fessbuc è una parodia sui social network, come è nato il progetto?
La versione ufficiale, ormai di dominio pubblico, è che il progetto è nato lo scorso capodanno dalla fervida mente di Max Garbarino, produttore di Fessbuc. La versione ufficiale vuole che Max fosse a casa bloccato da un colpo della strega. Insieme ad alcuni amici, tra cui Arturo Di Tullio, si sarebbe trovato a riflettere sul fenomeno Facebook. Erano tutti a un passo dal “suicidarsi” (cioè dal cancellarsi da Facebook) quando, improvvisa, è arrivata l’illuminazione: facciamo una sitcom per ridere del nostro rapporto con internet e specialmente coi social network. Questa la versione ufficiale. Ma la verità che finora nessuno ha avuto il coraggio di rivelare (per cui si tratta di un’esclusiva assoluta per Cinetivù) è che il 31 dicembre scorso Max Garbarino è stato rapito dagli alieni. Lo abbiamo ritrovato in un fosso, confuso e stordito, a metà gennaio. Pare che gli alieni gli abbiano innestato una tecnologia avveniristica nel cervello e che Fessbuc sia il frutto di questo ibrido umano-alieno. Certo, questa è una verità meno rassicurante dell’altra, ma suffragata da molte prove. Ad esempio, fino al 31 dicembre 2008 Max Garbarino (che poi è anche l’attore che interpreta il Big Boss) aveva una folta chioma di riccioli biondi, mentre ora è pelato come una palla da biliardo. E, se guardate bene le immagini della sitcom, noterete ancora i segni degli elettrodi alieni sulla sua testa. Abbiamo provato a nasconderli con il cerone, ma non ci siamo riusciti del tutto.
Ma i social network stile FB sono davvero così “fess” come li avete descritti voi?
No, affatto: sono MOOLTO più “fess” di come li abbiamo descritti. Scherzo, ovviamente. Ogni mezzo, infatti, è di per sé neutro: diventa buono o cattivo a seconda dell’uso che ne fai. Poi, ovviamente, ci sono mezzi più o meno predisposti a un uso inconcludente (o addirittura nefasto), ma la responsabilità finale è sempre di chi li usa. Parlando di Facebook, nello specifico, tenderei a dividere le applicazioni “socializzanti” (tipo chat, creazione di gruppi ed eventi) da quelle sostanzialmente “autoreferenziali” (tipo quiz, regali e giochini vari). Mentre alle prime riconosco una sostanziale utilità, ad esempio la possibilità di condividere informazioni in tempo reale con una vastissima rete di persone, le seconde mi sembrano più subdole perché ti danno la sensazione di far parte di una community, mentre in realtà ti fanno solo perdere un sacco di tempo, isolandoti ulteriormente dal mondo. C’è chi pubblica con orgoglio il punteggio riscosso nell’ultimo quiz sull’accoppiamento delle scimmie della Papuasia: ecco, personalmente non riesco a vedere un’utilità in questo tipo di passatempi, ma forse è un problema mio. Se qualcuno di voi ha incontrato la donna della sua vita con un abbordaggio del tipo: “Ehi, anch’io so tutto sulle scimmie della Papuasia: incontriamoci!”, per favore me lo faccia sapere che mi ricrederò.
Una volta nata l’idea come avete contattato gli attori?
Il format di Fessbuc appartiene a cinque persone: Max Garbarino, Arturo Di Tullio, Giorgio Centamore, Alessandro Coscia ed io. Io e Alessandro Coscia siamo gli unici autori “puri”, nel senso che normalmente non ci mettiamo la faccia. Max, Arturo e Giorgio, invece, nascono come attori ed era quindi normale che recitassero in Fessbuc. Questo per dire che alcuni ruoli avevano già un volto mentre li scrivevamo. Per gli altri ruoli, abbiamo dovuto consultare le nostre agendine, ma anche questa è stata un’operazione piuttosto semplice. I personaggi che avevamo tratteggiato sulla carta erano ben caratterizzati: è bastato passare in rassegna un po’ di contatti per individuare le persone più adatte ad incarnare i nostri “tipi”. E qui vorrei dire che, se Fessbuc sta avendo tanto successo, è anche e forse “soprattutto”, perché abbiamo azzeccato l’intero cast: Big Boss (Max Garbarino), Melina (Camilla Cavo) Oscar (Arturo Di Tullio), Santina (Margherita Antonelli). Sono tutti attori bravissimi, alcuni con maggiore esperienza, altri inevitabilmente più giovani, ma tutti e sottolineo “tutti”, ci hanno dato una grandissima mano nel fare emergere i tratti comici che avevamo assegnato ai vari personaggi.
Il prodotto Fessbuc cosa prevede? E una volta terminata una serie pensi ne seguiranno altre?
A dispetto dell’attuale collocazione sul web, Fessbuc è un progetto in tutto e per tutto televisivo. Se lo abbiamo messo su internet è sostanzialmente per due motivi: una certificazione di paternità (che si affianca al deposito SIAE) e un test di gradimento del pubblico. Ecco, da questo punto di vista, i riscontri sono andati ben al di là delle nostre più rosee previsioni. Basti pensare che ogni episodio di Fessbuc dura circa 7 minuti, al netto della sigla: una durata spropositata per i parametri di Youtube, dove funzionano soprattutto i video al di sotto dei 2’. Io stesso, quando mi arriva un video più lungo, ci penso due volte, prima di aprirlo. Il popolo di Youtube ha la fretta nel DNA. Per questo i 40mila contatti di Fessbuc rappresentano un dato eccezionale, al punto che stiamo quasi pensando di aver fatto davvero un buon prodotto. Tuttavia, come dicevo all’inizio, Fessbuc era e rimane un prodotto televisivo, industriale e low budget. Ma non abbastanza low budget da continuare a vivere in maniera artigianale sul web. Per questo, con le nostre sole forze, ci siamo limitati a realizzare i primi 3 episodi della serie. Un numero sufficiente per dare un’idea del prodotto, del suo ritmo e del tipo d’intrecci che possiamo gestire. Dopo il 3° episodio, Fessbuc diventerà un prodotto televisivo L’immobilità del sistema televisivo italiano, per fortuna, non si è rivelata così granitica e qualcuno si è già fatto avanti…Quando ci sarà un committente a produrre il format, sarà lui a decidere quanti episodi produrre, di che formato, eccetera. La griglia la dà l’emittente, a noi tocca riempirla nel migliore dei modi.
Fessbuc è già un cult sulla rete e verrà proposto al Roma Fiction Fest, a questo punto il passo successivo cioè quello televisivo è breve, se ci dovesse scappare una proposta, come vi comportereste?
Come dicevo, col 3° episodio si conclude la fase “artigianale” di Fessbuc. Dopo il Roma Fiction Fest, Fessbuc sarà venduto per andare in tv. Questo non vuol dire automaticamente che Fessbuc sparirà da internet. Anzi, io credo proprio che non sarà così. Potrà tornarci “di rimbalzo” o potrà trovarvi nuove declinazioni, magari complementari a quella televisiva. Sky è chiaramente il soggetto più agile in questo tipo di trattative… Purtroppo Rai e Mediaset sono un po’ meno reattivi, diciamo così. Ed è un peccato perché credo che la tv generalista abbia ancora molte cose da dire… D’altronde, noi più che mettere il prodotto online e invitare i responsabili delle emittenti a rendersi conto della bontà del prodotto non possiamo fare. Ma c’è ancora tempo, la trattativa non è ancora chiusa. Il Roma Fiction Fest rappresenta per noi una grande vetrina ma anche un termine temporale: a luglio confronteremo le offerte di chi si è fatto avanti e abbracceremo la migliore per il futuro del nostro format.
Una piccola curiosità, da autore come nasce una puntata di Fessbuc e quanto tempo portano via le riprese?
Dopo la bibbia (che tratteggia tutti i personaggi della serie e le potenziali dinamiche tra loro), ci siamo dedicati alla scrittura degli episodi veri e propri. La struttura di Fessbuc è di tipo seriale: il tono è da sitcom, l’intreccio è da soap. Nel senso che gli episodi non sono autoconclusivi, ma ognuno rimanda al seguente. Perciò ogni episodio si deve chiudere con una piccola furbizia, che in gergo tecnico si chiama cliffhanger. In pratica, come nel feuilleton ottocentesco, bisogna lasciare lo spettatore con la classica domanda: ce la farà il Big Boss a…? Oppure: come andrà a finire tra Santina e Melina? Questo vuol dire che, da autore, non puoi ragionare solo sul singolo episodio, ma devi progettare delle unità narrative più ampie. In concreto, io e Alessandro ci siamo occupati della bibbia e dell’intreccio, nel senso che ci siamo messi a tavolino e abbiamo deciso quale doveva essere la storia dei primi 3 episodi, compresa tutta la commedia degli equivoci che in parte avete già visto e in parte scoprirete dall’8 luglio (quando metteremo online il 3° episodio). Poi, con Arturo e Giorgio (che sono due battutari fulminanti), abbiamo scritto i dialoghi. Una bella sfida, visto che i dialoghi dovevano essere al tempo stesso veloci, comici e chiari. Dai dialoghi doveva emergere tutto: chi sono i personaggi, qual è il loro ruolo nell’agenzia, in che rapporti sono gli uni con gli altri… Una specie di mission impossible. Per quanto riguarda le riprese sul set, invece, i tempi sono stati straordinariamente compressi, giocoforza: l’aspetto artigianale (nel bene e nel male) che ha caratterizzato la produzione di questi primi tre episodi di Fessbuc, ci ha imposto di girare tutti i tre episodi in due giorni. Due giorni fittissimi e memorabili, a fine marzo: è successo di tutto, ma l’imprevisto aiuta a fare squadra. E noi, per fortuna, avevamo una squadra artistica di primissimo piano.
Secondo te il futuro della televisione è sulla rete?
No. Secondo me, il futuro della televisione è in televisione. Non tanto intesa come “televisore” (perché un po’ alla volta i sistemi di fruizione convergeranno, con computer dotati di schermi sempre più ampi –almeno nella versione “da casa”- e connessioni sempre più veloci), ma piuttosto intesa come sistema produttivo. Mi spiego: nonostante le nuove tecnologie abbiano ridotto sensibilmente una serie di costi, produrre un video di qualità è ancora uno sport che richiede investimenti consistenti. Internet (così come il satellite) si disperde in migliaia di rivoli (=canali) che singolarmente non possono sostenere i costi di una produzione televisiva di qualità, per quanto low budget. Specialmente in Italia dove la lingua rappresenta un grosso ostacolo all’internazionalizzazione dei prodotti audiovisivi. Per questo, c’è ancora bisogno di canali mainstream. Spiace dirlo, ma è così. Concordo con Paolo Vasile, direttore di Telecinco, che una volta ha dichiarato: per fare l’audiovisivo ci vogliono ascolti consistenti. Gli ascolti sono il pane di chi fa intrattenimento: se hai un canale mainstream, hai una fetta di pane su cui spalmare costi e ricavi. Se hai un canale internet (o anche la maggior parte dei canali satellitari minori), hai solo le briciole di quel pane. E’ vero che, da un punto di vista organolettico, le briciole son sempre pane. Ma provateci voi a spalmare la marmellata sulle briciole!
La televisione è a corto di idee, Fessbuc potrebbe indicare un’inversione di tendenza?
Cerco di astrarmi dal mio ruolo di autore e provo a guardare Fessbuc dall’esterno, anche confortato dai molti consensi che il nostro lavoro sta riscuotendo: sì, onestamente penso che stavolta abbiamo fatto un buon lavoro. Gli unici limiti che intravedo attualmente (nel 3 episodi prodotti) sono di natura tecnica, legati alle ristrettezze produttive con cui ci siamo scontrati finora. Ma sono limiti facilmente superabili con l’avvento di un committente esterno. Ben più grave sarebbe se fosse debole l’idea, il progetto. Invece il motore di Fessbuc è solido e continuamente foriero di idee, al punto che abbiamo in serbo molte sorprese per gli episodi a venire.
Quindi, da questo punto di vista, mi sembra che la nostra parte l’abbiamo fatta. Tuttavia, affinché Fessbuc possa rappresentare davvero un’inversione di tendenza, occorre che il sistema televisivo italiano dimostri fattivamente di saper riconoscere un buon prodotto, investendoci e programmandolo. Come dicevo, ci sono sul piatto alcune proposte, ma sono convinto che si possa fare ancora di meglio. Ad esempio: Paolo Kessisoglu (il famoso attore di Camera Café, che ringrazio) ci ha messo cinque minuti per intuire le potenzialità di Fessbuc . Come mai i cacciatori di format (delle reti o delle case di produzione) non sono altrettanto reattivi? In ogni caso, noi li aspettiamo tutti martedì 7 luglio, al RomaFictionFest: chissà che in quella cornice non si possa scrivere il futuro di questo format tutto italiano.