Nella puntata di ieri sera di Tutti pazzi per amore è stato trattato un argomento molto delicato e importante, di cui ultimamente si parla poco, come quello della sieropositività (Raoul, il diciottenne che ha conquistato il cuore di Cristina, è sieropositivo e ha paura a dirglielo, immaginando il disagio che potrebbe provocarle). La scelta di inserire in una fiction generalista una tematica così forte è ben spiegata dall’ideatore della serie Ivan Cotroneo (fonte Corriere.it):
Il nostro è un messaggio di “normalità”. Avevamo voglia di raccontare una storia legata a un problema con un approccio e una sensibilità dei nostri giorni. Per fortuna è finito il tempo degli untori e del terrore. Le cure che consentono una vita normale esistono, e ne parliamo … Il personaggio di Cristina certo non si getta in questa storia ad occhi chiusi. Al contrario diventa estremamente consapevole. Ma è innamorata e vuole vivere la sua storia. Sapendo però molto bene come comportarsi con Raoul.
Fabrizio Del Noce, direttore di Rai Fiction, conclude:
Il servizio pubblico, lo credo fermamente, ha un compito preciso. Veicolare valori sociali. Tra questi c’è l’integrazione nella vita normale di chi è colpito da una malattia. La sieropositività ha prodotto molti effetti discriminatori e forti difficoltà di inserimento. La grande forza della fiction sta nella capacità di affrontare questioni complesse e delicate con estrema efficacia. Molto più di tanti sermoni.
Veicolare informazioni importanti attraverso una serie tanto amata dal pubblico giovane vale più di vincere nello scontro dell’auditel e Tutti pazzi per amore 2 ieri ha vinto su tutti i fronti.