Terra Ribelle, la fiction di Raiuno di Cinzia TH Torrini (di cui potete vedere, dopo il salto, la fotogallery della presentazione alla stampa), sta facendo strage di pubblico tanto da aver battuto I Cesaroni martedì nella gara degli ascolti (5 milioni 727mila telespettatori e 20,6% di share contro 4,7 milioni e 16,7% di share).
Fabrizio Lucherini, vicedirettore dell’Osservatorio sulla Fiction Italiana, ha spiegato il motivo della vittoria del prodotto di Raiuno su quello Canale 5 (fonte Libero):
Più che la concorrenza di Terra ribelle, I Cesaroni hanno pagato la presenza del calcio. Il loro pubblico, molto diverso e più giovane rispetto a quello di Raiuno è migrato lì … inoltre il pubblico di Raiuno è più stanziale e sicuro, senza contare che Terra Ribelle punta sul genere per eccellenza della nostra fiction: il feuilleton in costume.
Luccherini ammette che però I Cesaroni inizia ad essere un po’ usurata:
Vero è che la serie inizia a essere un po’ usurata, la storia tra Marco ed Eva, di fatto, si è conclusa e l’appeal della fiction ne risente.
Antonio Dipollina su La repubblica dopo la prima puntata aveva inquadrato Terra Ribelle:
Maremma, metà dell’Ottocento, nobili e butteri a confronto, amori impossibili e contrastati, storie di censo irrisolte, lunghe cavalcate. E’ Terra ribelle di Cinzia Th Torrini, ovvero il drammone in forma di soap sudamericana … Tra gli attori che portano al deliquio le ragazzine – e il pubblico gay al quale si ammicca assai, la partenza è stata un susseguirsi di intenti: a un certo punto sembrava di essere dalle parti di Bud Spencer e Terence Hill, poi si è passati alla Conquista del West, poi a una specie di Gattopardo per massaie e quindi ancora alla storia patria con improbabili spruzzate di scandali di Banca Romana ….
A proposito del feuilleton, mal visto da molti critici, Cinzia TH Torrini ha commentato (fonte Il Giornale):
Io me ne infischio di quello che pensano i miei colleghi: a me il feilleuton piace. Le storione a forti tinte, con protagonisti belli, dai destini fatali, in mezzo a colpi di scena, passioni travolgenti e galoppate al tramonto, le adoro. Per gli addetti ai lavori è roba volgare? Non m’interessa. Quel che conta è saperlo fare. E farlo alla grande.
La regista spiega perché i protagonisti delle sue fiction sono sempre belli:
Ma perché io amo la bellezza. Un’addetta argentina al casting mi proponeva interpreti molto bravi ma brutti. Io, invece, ho sempre puntato su volti che “bucassero“, anche se di attori giovani e ignoti; come quando feci debuttare gli esordienti Vittoria Puccini ed Alessandro Preziosi in Elisa di Rivombrosa.