Continua e si conclude, Scusate il disturbo, la nostra storia ambientata in Argentina, che vede protagonista il caparbio Antonio (Lino Banfi) e il suo dolcissimo e ingenuo amico Peppino, interpretato da un magistrale Lino Toffolo.
Si stringe il rapporto tra Antonio e Irene, la bella amica conosciuta a Villa Serena. Purtroppo le condizioni di Peppino peggiorano, fino a sfociare nell’Alzheimer conclamato. Non esistono più certezze per lui, non esiste più il tempo, nè la fiducia nella memoria.
A stento però si va avanti. Nel frattempo nella sua “ex” casa le cose vanno peggiorando. Cinzia è amante dell’amico di Guido, e Fabio li scopre, perchè a capodanno i due amanti sono nel locale in cui il ragazzo suona la batteria col suo gruppo.
Gli affari di Guido sembrano avere una lieve ripresa, ma vanno definitivamente in malora, dato che riesce a imbarcarsi nell’ennesimo imbroglio architettonico truffaldino e irreparabilmente fallimentare. Non c’è niente da fare, sembra che sia ormai definitivamente accoppiato col fallimento.
Guido quindi, oppresso dai fallimenti e dall’infelicità, tenta il suicidio. Antonio lo soccorre appena in tempo, e in ospedale, una volta che Guido è fuori pericolo, la rivelazione: la laurea in architettura di Guido è fasulla, è stata acquistata, per non deludere il padree.
Si tratta di uno spunto di riflessione fuori dal comune per Antonio, che capisce anche i suoi errori, quanto ha preteso dal figlio, forse influnzandone le scelte in modo sbagliato. Le cose a questo punto precipitano. Cinzia viene tenuta sapientemente a distanza dalla famiglia.
Antonio procede nella riflessione e nell’incertezza, fino al mattino in cui trova Peppino morto in giardino. Un colpo veramente troppo duro, troppo grosso. Il dolore è insopportabile, ma almeno riesce a vendicarsi degli infermieri, facendo scoprire i furti che adoperavano a danno dei poveri ricoverati.
Senza più Peppino, vendetta compiuta, è giunto il momento di togliere le tende da Villa Serena, e di tornare a casa, con Guido e con Fabio. Che malinconia leggere dentro se stessi i ricordi di quando le cose erano belle e non c’erano le malattie che fanno dimenticare.
Un pò di serenità torna però a illuminare i nostri protagonisti. Antonio va a prendere Irene alla stazione, e insieme, rimettono in sesto il loro trullo, in cui il cuore di molti ricomincia a battere. Tutti al trullo, a mangiare insieme, a festeggiare la ritrovata serenità, il primo esame di Fabio ad architettura, un bel trenta, e l’incontro di Rosaria e Guido, nella prima casa di riposo auto guidata, con un brindisi a Peppino, sotto il sole di Alberobello.
TROPPO TRISTE CHE TRISTEZZA E’ MEGLIO UN MEDICO IN FAMIGLIA
@ FULVIO: