Continuano dunque le vicende della famiglia Ferrucci. La prima puntata inizia nella primavera del 1964. Il primo evento significativo di questo nuovo inizio è decisamente un lieto evento: Luciano (Massimo Ghini) ed Elena (Lunetta Savino) diventano nonni di una bambina bellissima, Andrea.
La bambina è figlia dell’amore di la figlia di Andrea (Edoardo Natoli) e Francesca (Mary Petruolo), che si trasferiscono tutti in casa Ferrucci. Il nucleo familiare si amplia decisamente, aumentando il “traffico casalingo”, ma anche il grande entusiasmo di Luciano, che comincia a fare grandi progetti per Andrea.
Lo vuole infatti ingegnere, lo vuole “evoluto” rispetto a se stesso, lo vuole vedere raggiungere mete che lui stesso non ha raggiunto. Nei suoi occhi c’è la speranza, nel suo tono di voce l’allegria che lo caratterizzava anche nella prima serie.
La cornice degli anni 60 è resa molto bene, e il fervore del quartire, al mattino, quando tutti si svegliano per andare a lavorare, simbolo di una ripresa, di un clima costruttivo, viene rappresentato in modo efficace nei cordiali scambi verbali tra vicini.
La serenità della vita dei Ferrucci è destinata però ad essere minacciata da un misterioso personaggio, Rocco (Fabio Ghidoni): questi, confessandosi a Padre Negoziante (Marco Mazzocca), dice di voler uccidere qualcuno per vendetta.
Padre Negoziante intuisce le sue intenzioni quando, al battesimo della nipote di Luciano, Rocco si avvicina a quest’ultimo con un coltello. La tragedia viene sventata, ma qualcosa decisamente non va: Elena continua a pensare a quel coltello, ma Padre Negoziante non può parlare di ciò che ha sentito in confessione.
Divertentissime dinamiche intanto in casa: il secondogenito della famiglia passa le giornate davanti alla tv, e sviluppa un rapporto controverso nei confronti della neonata; spassosa la scena in cui, dopo aver visto alla tv una scena in cui dei medici addormentano un paziente con l’etere, cerca di fare lo stesso con la nipotina, che piange rumorosamente, con l’ausilio del fornello di casa.
Gli eventi narrati si fondono con la storia politica e sociale dell’Italia. Sullo sfondo delle vicende dei Ferrucci ci sono le prime contestazioni, la comparsa dei capelloni e delle minigonne o il boom del Piper.
Il tutto è reso grazie a una produzione che è costata 14 milioni e 700mila euro, con più di cento persone, tra tecnici e operatori, e più di duemila comparse al lavoro. La produzione ci assicura che ci sarà una terza serie.
Ciao, sono Andrea e seguo raccontami, io direi ke è una fiction molto bella e spero ke si potrà fare anke il capitolo III, lo spero con tutto il cuore!!!!!!!!!! Continuate così
Troppo bello questa fiction…a partire dagli attori bravissimi…x poi finire alle adorabili canzoni dei mitici anni ’60…spero ce ne saranno altre di serie dopo il capitolo II…COMPLIMENTI AL REGISTA E A TUTTO IL CAST…Veronica…