La seconda e ultima puntata de Lo smemorato di Collegno si apre con una clamorosa novità: l’uomo, che fino a ieri abbiamo creduto essere Giulio Canella, in realtà è Mario Bruneri, lo dicono le impronte digitali, lo sostengono alcuni uomini truffati dal tipografo torinesi, lo ammette anche Milly, una donna a cui Mario scriveva le lettere quando era ricoverato in manicomio.
Astolfi, che aveva già scritto la parola fine alla storia, cambia idea e si prepara a scrivere un’altra verità riguardante lo smemorato di Collegno e per farlo convince Milly a rivelargli tutte le notizie possibili e immaginabili in cambio di fama e successo.
Giulia, nel frattempo, continuando a credere che l’uomo sia veramente suo marito, chiede aiuto al padre per ottenere un avvocato di grido capace di dare la libertà allo smemorato. L’uomo ingaggiato è uno del regime, tale Roberto Farinacci, che si mette subito all’opera.
Tutti i test fatti sullo smemorato e pure il confronto fra padre Agostino Gemelli e l’uomo dimostrano che lui non può essere il professor Canella, eppure Giulia è certa che si tratti di un complotto.
Questa tesi viene usata in sede di processo anche da Farinacci, che parla di uno scambio di persona la notte del ritrovamento dello smemorato: al cimitero di Torino c’erano due individui, Mario e Giulio, ma la polizia ha preso quest’ultimo e ha erroneamente collegato le impronte a quelle di Mario.
La prima camera del consiglio non riesce a stabilire la vera identità dello smemorato e come se non bastasse Giulia di fronte alla corte rivela di essere incinta di quell’uomo.
Astolfi, che si sente strumentalizzato dal giornale e dal regime, intanto continua ad indagare e trova le prove che incastrano lo smemorato e dimostrano che lui è in realtà il truffatore: dopo quattro lunghi processi la corte gli dà ragione e riconosce che lo smemorato è Mario Bruneri.
A nulla valgono le richieste di Giulia, che seppur madre di due figli con quell’uomo, deve accettare il verdetto e veder portar via il suo amato, che viene arrestato e accusato dei reati commessi da Mario.
Tutto finisce: Astolfi viene promosso e assegnato ad altri compiti, Rosa Bruneri ottiene una casa nuova e i giornali smettono di colpo di parlare di lui accettando l’indicazione del regime.
Qualche tempo più tardi, nel 1934, lo Smemorato viene rilasciato, perché ottiene la grazia. L’uomo raggiunge Giulia e i figli e parte con loro per il Brasile, anche se il passaporto lo individua come Mario Bruneri e il mistero rimane irrisolto.