Ieri sera sono andati in onda altri due episodi de Il commissario Manara: nel terzo episodio dal titolo Rapsodia in blu Il commissario Manara (Guido Caprino) si occupa di un delitto di un uomo appartenente alla banda del paese. Sulla scena del crimine Virginia, medico legale decide di andarsene. L’uomo clarinettista è stato avvelenato dal cianuro presente sul suo clarinetto. Accanto al corpo del cadavere sono state rinvenute una rosa e un biglietto d’amore. Si viene a scoprire che l’uomo aveva molte amanti, e la pista seguita potrebbe essere quella di un amante che ferita da lui, abbia deciso di vendicarsi. Vengono interrogati tutti i componenti dell’orchestra di cui lui faceva parte. Lara (Roberta Giarrusso) prova a fare l’ultima telefonata dal palmare numero della vittima e si rende conto che squilla il numero di Virginia (Jane Alexander), quindi, il medico aveva un appuntamento con l’uomo la notte in cui è morto, e ha omesso di dirlo.
Una testimone dice di aver assistito al litigio tra un componente della banda e la vittima. Luca cerca di avere delle delucidazioni in merito, ma non ottiene alcun riscontro. Intanto, Virginia contatta Luca dicendo di volergli parlare in privato. Lara spiega alla zia Caterina (Valeria Valeri) il motivo per cui ce l’ha con il commissario.
Lara vorrebbe interrogare Ginevra, ma Luca la convince a desistere, in quanto ha la deposizione firmata di Ginevra. Vengono trovate altre lettere d’amore indirizzate alla vittima. E’ una professoressa sposata che ammette di aver scritto queste lettere. In realtà le lettere trovate accanto al corpo dell’uomo, non sono state scritte dalla professoressa, bensì dalla figlia, che innamorata persa della vittima, lo chiamava anche nel cuore della notte. Non è stata la ragazza ad ucciderlo. In un ritratto dell’uomo, Lara infatti si accorge che tra gli effetti personali manca un ciondolo. Ginevra afferma che il ciondolo l’aveva la sera prima di morire e che solo l’assassino aveva potuto prenderlo. Ad indossarlo era la figlia del farmacista, colpevole di aver mescolato la miscela di medicine che avrebbero ucciso il ragazzo. La ragazza ammette la propria colpevolezza spiegando che il biglietto d’amore era quello della sorella che si era suicidata per lui. La ragione di questo delitto era data dal fatto che volesse evitare che anche alla sua amica succedesse di innamorarsi di questo ragazzo e non voleva che facesse la stessa fine di sua sorella. Finalmente Lara inizia a ricredersi (almeno a livello lavorativo) sul commissario.
Nel quarto episodio dal titolo lettere di leopardi viene trovato dalla segretaria il cadavere di un professore dentro la biblioteca in cui lavorava. Virginia, medico legale, dice che non ci sono segni di colluttazione. Lara nota che ci sono delle impronte di scarpe. Ciò può significare due cose: o sono le impronte dell’assassino, o qualcuno era nella scena del crimine. Si viene a scoprire che da un mobile sono scomparse le lettere di Leopardi. Gli unici a saperlo erano i tre dipendenti della biblioteca. Si pensa all’uomo che lavora con loro (che ha problemi di comunicazione) e di cui ci sono le impronte. Viene interrogata la madre, che riceve una telefonata dal figlio in cui le recita la poesia L’Infinito di leopardi.
E’ venuta a trovare Lara l’ex collega di corso ed amica Giulia Chiamparini, ex collega di corso anche di Luca ed esperta in furti d’arte, che le darà una mano nel caso. Le due parlano di Manara e del ballo di fine corso e Giulia si accerta che Lara non abbia riferito nulla a Luca di quella sera e del motivo per cui Lara ce l’abbia con lui. Viene trovata un’altra impronta di scarpa numero 39. Lara scopre dalla zia che tra il suo dipendente ed il professore c’era stato un litigio. Con l’autopsia si saprà anche che l’arma del delitto è qualcosa di appuntito, un soprammobile, segno che non si tratta di omicidio premeditato.
Viene interrogato un contendente del carteggio di leopardi, nemico aperto del professore. Il dipendente al cospetto del professore, va a trovare la zia di Lara, Caterina, ma l’uomo poco dopo scompare. Luca va alla sua ricerca con il cane poliziotto e dopo una notte passata fuori, ritrova l’uomo. Luca e Giulia pedinano il rivale del professore, che ha appuntamento con uno sconosciuto (l’assassino) per acquistare il carteggio di Leopardi. I due riescono a recuperare le lettere, ma non chi le aveva. Luca telefona a Lara per l’inchiesta, ma a sorpresa va a trovarlo in albergo Giulia, che alla fine cosi tanto amica non è: non sapendo che dall’altra parte del telefono ci fosse Lara ad ascoltare, Giulia infatti rivela che il motivo di tanto (quanto inutile) rancore di Lara nei confronti di Luca era dovuto al fatto che pur di raggiungere il suo scopo (quello di stare con Luca), la donna aveva inventato a Lara (la sera del fatidico ballo di fine corso), che non solo Luca aveva tentato di portarsela a letto, ma le confessava anche che la ragione che lo aveva portato ad uscire con Lara era perchè le faceva pena.
Anche il caso viene risolto: la colpevole è la moglie del contendente del carteggio, che aveva bisogno di denaro per i debiti di gioco e per tale motivo era andata a rubare il carteggio, ma i suoi piani non sono andati come previsto, perchè il professore era ancora in biblioteca ed anche il suo dipendente, che dopo averlo trovato morto, era fuggito sotto shock. Questa scoperta grazie ad un bracciale che la donna portava che aveva come ciondolo un simbolo che rappresentava anche un elemento matematico, l’infinito, poesia che il dipendente recitava per far capire chi fosse l’assassino.
Lara va a trovare Luca in albergo dove vive per dargli il regalo che aveva acquistato per il suo compleanno, ma scopre che è in dolce compagnia di Virginia e nonostante i buoni propositi per una riappacificazione, se ne va.