Sono andati in onda ieri sera su Raiuno i primi due episodi de Il commissario Manara. Andiamo a vedere subito cosa è successo.
Nel primo episodio dal titolo Un delitto perfetto, Il commissario Luca Manara (Guido Caprino)si presenta alla sua nuova squadra,a cui è stato assegnato per cattiva condotta, ma ha subito intenzione di chiedere il trasferimento. Appena arrivato, il commissario indaga su un presunto suicidio di un professore, il cui corpo è stato scoperto da uno dei suoi dipendenti e da Caterina Bentivoglio (Valeria Valeri). Luca interroga il medico curante dell’uomo trovato morto, che era andato a trovarlo, il quale sostiene che si sia ucciso perchè non sopportava la malattia che aveva scoperto di avere, la sclerosi multipla.
Interviene sull’ndagine la mamma dell’ex commissario, Caterina Bentivoglio zia di Lara Rubino (Roberta Giarrusso) futura collega di Manara che era presente sul posto e secondo cui il suicidio le sembrava un pò troppo sospetto. Manara interroga l’ex moglie e la figlia, ma entrambe dicono che l’uomo non veva più avuto qualsiasi tipo di rapporto con loro. Non lo convince molto la versione della figlia.
Anche per Lara è il primo giorno di lavoro e conosce già il commissario Luca in quanto entrambi erano compagni di corso, ma non è per nulla contenta di questo incontro e Luca non riesce a comprenderne il motivo. Si hanno notizie più dettagliate sulla morte del professore grazie al medico legale Ginevra (Jane Alexander) che, esaminando il cadavere, comprende che l’uomo non si è potuto sparare un colpo di pistola in testa perchè dormiva, e dunque non si tratta di suicidio, ma di omicidio. Nonostante il questore voglia archiviare il caso, il commissario Manara è deciso a seguire la pista di omicidio premeditato e chiede la collaborazione della squadra, mettendo da parte le rivalità personali. Ottiene cosi la collaborazione di tutti.
Il commissario Manara va a trovare la figlia del dottore, la quale gli dice che in realtà lei ed il padre si sentivano ancora. In un primo momento si pensa che a commettere l’omicidio sia proprio l’ex moglie, perchè colta in flagrante nel luogo del delitto, aveva intenzione di trovare una cassetta di sicurezza e che l’aveva fatto solo per cercare di risolvere i suoi problemi economici. In realtà giungendo alla risoluzione del caso Manara scopre che l’assassino è proprio il suo medico, ma con un dettaglio a dir poco agghiacciante: in realtà era stato il professore stesso ad architettare la sua morte con l’aiuto del medico, che conosceva il decorso della malattia e voleva togliersi la vita. Omicidio consenziente, in quanto se non l’avesse aiutato, l’avrebbe denunciato perchè a conoscenza di un suo segreto scottante, e cioè che si era falsificato una laurea per poter diventare medico a tutti gli effetti, nonostante gli mancasse una sola materia, che era stata proprio la vittima a negargli (in quanto suo professore).
In Vendemmia tardiva una donna denuncia la scomparsa del proprio padre che si occupa della coltivazione della vite. La donna afferma inoltre che il genitore soffre di problemi di amnesia. Luca si trova su una strada in cui è stato investito un uomo. La vittima sembra essere un barbone senza documenti.Il conducente che l’ha investito è scappato. Lara, che si occupa dell’altro caso, ha scoperto nelle cantine, che c’è del sangue, che però qualcuno aveva cercato di togliere lavando.
Intanto, è stata trovata l’auto che ha ucciso il barbone. Manara e Lara cercano d’introdursi con chi ha visto per ultimo l’uomo scomparso, in quanto sospettato di avere a che fare con la sua scomparsa. I due si cacciano nei guai, perchè vengono rinchiusi in un camion frigorifero. Vengono casualmente ritrovati dall’agente Toscani (Augusto Fornari). Viene trovato anche un cadavere in un fiume. Tramite accertamenti, si scopre che Il sangue rinvenuto nella cantina è lo stesso del cadavere ritrovato nel fiume. Viene ritrovato anche l’uomo scomparso, ma per fortuna è sano e salvo. L’uomo racconta che era assediato dai francesi che volevano il suo podere a tutti i costi per via dei numerosi debiti e che, in un momento di crisi, aveva ucciso nella sua cantina con il fucile il loro portavoce e di aver gettato il cadavere nel fiume. Nonostante tutto i conti non tornano. Dentro il barile della cantina viene trovato il fucile incriminato. E’ la stessa governante che (messa alle strette) confessa di aver commesso l’omicidio, con l’unica colpa di aver difeso la persona per cui lavorava da anni.