Close to Home è l’ennesima serie giuridica approdata con buon successo sulla nostra rete televisiva. Il suo debutto è avvenuto l’11 Giugno su Rai 2, ed è programmato per le 21:05. La serie è nata nel 2005, per giungere in Italia nel 2007.
Proiettata per la prima volta sulla CBS, la serie è composta da due stagioni di 22 episodi ciascuna; nonostante i buoni ascolti, la produzione della serie è stata interrotta e quindi per ora le due stagioni rappresentano l’opera omnia.
Le serie a stampo giuridico stanno cercando di colorarsi in altri modi, aggiungendo alle vicende strettamente legali una serie di intrecci in più, per il rischio di cadere in una tremenda routine.
Così la storia di Close to Home, pur non essendo il top dell’originalità, riesce ad attirare la curiosità del pubblico. Seguiamo un primo piano della vita professionale e privata di Annabeth Chase (Jennifer Finnigan), giovane e bionda avvocatessa d’accusa, che torna a lavorare dopo aver partorito il primo figlio.
Desiderosa di recuperare alla massima velocità il tempo perduto e il conseguente lavoro lasciato indietro, Annabeth si lancia nell’attività più fervente, spinta dalla grande passione per il suo lavoro e per il senso di protezione verso la società e la famiglia.
Immediatamente si trova in contrasto con il nuovo capo, Maureen Scofield (Kimberly Elise), con il quale deve gestire un difficile rapporto lavorativo intriso di sfaccettature personali.
E poi c’è il marito, il mitico Jack (Christian Kane). Avete notato che il nome Jack è sempre associato a figure un po’ protettive, quasi paterne, che tendono al sacrificio e alla protezione degli altri? Pensate a Lost.
Ad ogni modo il marito è il rifugio, la Comprensione personificata, il canale attraverso il quale riesce a respirare dopo il soffocamento delle proprie pesantissime giornate.
Tra i personaggi spiccano l’affascinante e ambizioso boss James Conlon (David James Elliot), l’investigatore Ed Williams (Cress Williams) e Ray Blackwell (Jon Seda). Tutti si aggirano in una realtà di casi nostrani, mostrando che anche nel “non sensazionale”, tra le strade della città, si possono nascondere i casi dai risvolti più oscuri.
La protagonista è una donna forte nella sua fragilità, con gli occhi ben fissati sull’obiettivo. Attenta a tutto quello che le accade intorno, intelligente e intuitiva, desidera sempre andare fino in fondo alle questioni che si prende a cuore.
Il titolo della serie la dice lunga sulla determinazione e la partecipazione emotiva di Annabeth nel portare avanti i propri obiettivi; una causa in cui crede è una causa che quasi fisicamente le appartiene.
Le vicende lavorative si intrecciano a quelle private, soddisfacendo la nostra naturale tendenza voyeuristica di animali televisivi, e rendendoci estremamente partecipi delle vicende.
Spicca una significativa propensione alla serietà, che invece di appiattirlo, mantiene desto l’interesse. Il sensazionalismo lascia il posto a un più fresco realismo.