Nel lontano 1985, la ABC iniziò a produrre un telefilm che ebbe enorme successo e lanciò numerose star di livello mondiale: si tratta di Brad Pitt e Hilary Swank, presenti solo in qualche breve apparizione e soprattutto del giovanissimo Leonardo di Caprio, che ha fatto parte del cast nell’ultima stagione della serie, la settima.
Se ancora non vi è chiaro a quale serie Recorder ho dedicato il post di questa settimana, vi do altri piccoli indizi: prima di tutto la star della serie non è, come qualcuno di voi potrebbe pensare l’attore il più volte candidato all’Oscar Di Caprio bensì Kirk Cameron (adorato da tutte le ragazzine di quegli anni), poi posso dirvi che il nome originale del telefilm è Growing Pains e che la sigla (As long as we got each other) è un cult per gli appassionati degli anni ’80.
I Seaver, approdati in Italia su Canale5 e in seguito su Italia1, sono i protagonisti del post di oggi perché sto parlandovi di: Genitori in blue Jeans.
Siamo a New York e la storia si incentra tutta su di loro:Jason (Alan Thicke), il padre, è uno psicologo, che dovendo badare ai figli Mike (Kirk Cameroon), Carol (Tracy Gold) e Ben (Jeremy Miller), decide di crearsi lo studio a casa, lasciando così la moglie Maggie (Joanna Kerns) libera di tornare al suo lavoro di giornalista. Nella sesta stagione, è bene ricordare nasce la quarta figlia a Maggie e Jason, Chrissy, mentre nella settima entra nella famiglia anche un ragazzo senzatetto Luke (Leonardo di Caprio).
Ora proviamo ad aprire tutti il nostro album dei ricordi di Genitori in Blue Jeans: io personalmente ricordo che mi divertivano le bravate che faceva Mike con i suoi amici Eddie e Boner, adoravo quella peste di Ben soprattutto quando minacciava la sorella per ottenere qual cosa, mi piaceva il clima che regnava nella famiglia Seaver, dove entrambi i genitori, seppur persone rispettabili, non avevano problemi a tornare giovani per stare con i loro figli. Di contro, e siate sinceri, vi ricordate quanto erano brutti i loro vestiti? E non parlo dei Jeans ascellari, ma dei vestiti di Carol e dei gilet che ogni membro della famiglia prima o poi ha indossato.
Nel corso degli anni, la serie è terminata nel 1992 per un ripetuto calo di ascolti, la famiglia Seaver ha trasmesso buoni principi, affrontato tematiche delicate, come l’alcool e la droga e altre all’apparenza più leggere come la ricerca della fiducia in se stessi e la paura di non essere accettati. Non è quindi un telefilm solo con stupide gag, o piccoli problemi d’amore, ma quasi un analisi del rapporto genitore-figlio descritto attraverso i comportamenti tipici di giovani, magari ingranditi, di fronte alla vita e le reazioni degli adulti. E’ come se la serie invitasse ogni membro della famiglia ad identificarsi in un personaggio per comprendere meglio il proprio ruolo nel nucleo famigliare e apprendere degli insegnamenti sugli altri.
Concludendo: perché Genitori in blue Jeans ha segnato un’epoca? Penso che almeno per il pubblico italiano, la famiglia Seaver fosse un possibile punto di confronto con la propria vita e il proprio modo di rapportarsi agli altri. L’aspetto probabilmente più interessante credo sia il fatto che i Seaver non volessero rappresentare il nucleo perfetto, stile famiglia del Mulino Bianco, quanto la dimostrazione di una possibile unità anche fra membri potenzialmente perennemente in conflitto tra di loro, un legame fatto di affetto reale, frequenti discussioni e dalla semplice accettazione della personalità altrui.
Cosa vi è rimasto impresso di loro? Chi era il vostro personaggio preferito? Che cosa vi divertiva? Come ho già detto prima aprite il vostro album dei ricordi alla pagina Genitori in blue jeans e scrivete. A voi la parola.
Grande la famiglia Seaver,telefilm fantastico per chi come me l’ha visto nei fantastici anni ’80,Kirk Cameron era l’idolo delle ragazze ed io ero tra quelle.
Direi che serie tv di questo genere non ne fanno più,secondo voi è un bene o un male?
mitico mike seaver! a parte che in quegli anni pur’io ho messo il gilet qualche volta… perchè non facciamo una petizione per farlo trasmettere di nuovo? ciau