Luca Zingaretti contro la Rai come Beppe Fiorello? Quasi. L’attore, intervistato da Vanity Fair, ha parlato dei suoi prossimi lavori in Rai e del commissario che lo ha consacrato al grande pubblico. Zingaretti non si è stancato di interpretare Montalbano ma si è stancato delle infinite repliche del telefilm:
Camilleri è vivo, vegeto e pieno di idee. E io mi diverto a farlo. Poi non è che abbiamo fatto così tante puntate in questi dodici anni, il problema è che sono state replicate a iosa.
Non solo Commissario Montalbano (la nona serie andrà in onda la prossima stagione televisiva), Luca interpreterà un personaggio molto importante per l’industria italiana: Adriano Olivetti.
Sarò su Rai Uno con una minifiction su Adriano Olivetti. Di Olivetti si sa che faceva le macchine da scrivere. Ma questo signore diceva e faceva che oggi parrebbero fantascientifiche: l’anno di congedo per le donne incinte, servizi sociali per i lavoratori, il concetto di bellezza in fabbrica, gli asili nido… E poi l’intuizione che l’elettronica sarebbe stata il futuro. La sua generazione fece l’Italia, penso a Pietro Barilla, agli Agnelli, ai Merloni: l’industria che ha ricostruito dopo la guerra con fantasia, coraggio e sani principi.
E anticipa anche un altro progetto in cantiere:
Ma in tv farò anche Il giudice meschino, storia calabrese di un giudice che campicchia, scansando le indagini scottanti. Poi diventa amico di un magistrato tutto d’un pezzo, glielo ammazzano sotto gli occhi, e lui capisce che deve prendere posizione, per quanto sia difficile. A un certo punto nella vita bisogna prendere posizione, non perché sia la più comoda, ma perché è la più giusta: lo diceva Gandhi, è anche il tema del mio spettacolo. Ed è il segreto perché una società funzioni.
Alle repliche de Il commissario Montalbano bisogna anche aggiungerci Il giovane Montalbano interpretato da Michele Riondino. Praticamente un’overdose.