Questa sera, in prima serata su Italia 1, andrà in onda la prima puntata della serie-evento Hannibal. Innanzitutto, diciamo subito che lo spot mandato in onda in questi giorni era veramente brutto. La serie sarà indubbiamente strafiga, non lo metto in dubbio, ma lo spot faceva un tantino effetto.
Lo avete visto? C’era lui, il protagonista, che si prepara a cenare. Intanto, in sottofondo, una voce parla ininterrottamente di appetito e cucina. Immagini random e alla fine, stacco finale, si vede lui con una bistecca. Quando poi scopri che si tratta di Hannibal ci resti malissimo. Ma non fa senso una roba del genere? A chi può piacere l’idea di una bistecca umana? Capisco che il senso della serie sia proprio quello, ma un minimo di tatto nello spot non sarebbe stato male.
Tornando alla serie, Bryan Fuller cura l’adattamento in 13 capitoli dei personaggi portati alla luce dal romanzo Red Dragon di Thomas Harris, sorta di prequel de Il Silenzio degli Innocenti. La serie tv è in realtà un prequel del romanzo pubblicato nel 1981. Il libro aveva conosciuto in precedenza due traduzioni cinematografiche: il memorabile Manhunter-Frammenti di un omicidio (1986) diretto da Michael Mann (con William Petersen, futuro protagonista di CSI: Scena del crimine, nei panni di Graham) e l’omonimo e dimenticabile Red Dragon (2002) di Brett Ratner, con Edward Norton e Anthony Hopkins (girato dopo il successo de Il Silenzio degli Innocenti di Jonathan Demme nel 1991). Antecedente alle vicende narrate nella serie tv, risulta il film Hannibal Lecter – Le origini del male (2007), dal romanzo omonimo di Harris incentrato sulla figura di Lecter dagli 8 anni alla prima adolescenza. L’ultimo capitolo della saga è invece Hannibal (2001) di Ridley Scott, ambientato 7 anni dopo le vicende de Il Silenzio degli Innocenti.
Fuller ha spiegato l’originalità dello spunto che caratterizza la serie: “se alla base c’è il principio caro a Hitchcock di far vedere una bomba sotto il tavolo e far tremare gli spettatori in attesa dello scoppio, quella che si instaura tra Hannibal e Graham potremmo definirla una ‘storia d’amore’, due universi che s’incontrano partendo da poli opposti e che finiscono per attrarsi. Non è un caso che Lecter ricordi a Graham di essere più simili di quello che il serial-profiler possa immaginare…”. “La curiosità che emerge – prosegue Fuller – non è tanto nella risoluzione dei casi, quanto nella modalità di coppia che porterà ad essa, scoprendo indagine dopo indagine un tassello di entrambi i protagonisti, i quali si riveleranno ognuno con aspetti sorprendenti tali da non permettere mai la classica etichettatura del Bene e del Male”.
Qualcuno di voi lo vedrà? Dopo aver visto lo spot, io sinceramente non riesco.