Basta riprese a Scampia: da quando Roberto Saviano ha scritto Gomorra e Matteo Garrone ne ha fatto un film, la visione dell’Italia e del resto del mondo nei confronti di questa parte di Napoli, ha assunto soltanto connotati negativi, tanto che il presidente della municipalità Angelo Pisani ha detto basta alle riprese.
Proprio nel momento in cui Riccardo Tozzi, produttore di Cattleya, si prepara a lanciare una serie tv basata proprio su Gomorra, il libro di Roberto Saviano, le riprese vengono vietate. In accordo è anche Luigi De Magistris, ormai stanco dell’immagine che la popolazione ha di Scampia, un luogo in cui non tutto è camorra. Tozzi ci ha tenuto a specificare che con la serie non avrebbe danneggiato ulteriormente l’immagine di Scampia, ma avrebbe semplicemente valorizzato i personaggi del libro dello scrittore napoletano, che sono stati “sacrificati” nel film di Garrone, ovviamente il cinema non avrebbe permesso di affrontare l’argomento in maniera così approfondita.
Oggi arriva il pensiero di Roberto Saviano, con un articolo pubblicato su Repubblica.it, intitolato Se a Scampia fa paura una cinepresa.
Le telecamere bloccate a Scampia volevano solo raccontare Scampia. Cosa che avviene da decenni, ma fa paura quando quelle immagini arrivano nel mondo. Non so quanta centralità avrà in questo progetto di fiction Scampia, ci saranno senz’altro molti altri territori descritti, ma la cosa fondamentale è continuare a raccontare e, per quanto si possano bloccare o vietare le riprese, è fondamentale che chi ha un ruolo di responsabilità in quei territori capisca che bloccare le riprese è il messaggio peggiore che si possa dare. Che si è in ritardo in tutto, anche per la censura.
Il pensiero di Saviano si distacca completamente da quello di Pisani e di De Magistris. E dopotutto non avremmo potuto aspettarci altro, da lui che ha sacrificato ogni cosa pur di raccontare la verità. Ma ancora una volta, qui si tenta di nascondere la polvere sotto al tappeto, fin quando sarà possibile?