Oggi per la rubrica dedicata alle serie tv straniere, è la volta di traferirci in Portogallo per parlare di uno show di successo in onda su RTP1, ovvero Liberdade 21, un legal drama dove la competizione è all’ordine del giorno e la fragilità non è ammessa.
Raul Vasconcelos e Helena Brito sono soci fondatori di una studio legale che da vent’anni ottiene processo dopo processo vittorie diventando uno degli studi di maggiorn prestigio.
Raul è un uomo dall’ego molto forte e, proprio questa autocosapevolezza, lo ha portato a diventare davvero molto forte in aula, un vero principe del foro. Casi che sembravano impossibili, che tutti rifiutavano, sono stati presi, portati intribunale e vinti grazie alle sue capacità. Avvocato astuto, ma anche conquistatore, alla moda, giovanile ed impulsivo. Il problema è che il suo modo di essere lo porta spesso ad essere coinvolto in situazioni imbarazzanti e scandalose.
Helena, invece, è una donna molto sicura di sè, molto più discreta e preoccupata dell’immagine pubblica dell’azienda e ad evitare che lo studio vada in perdita curando la parte burocratica e finanziaria ogni giorno.
Nessuno però è come Pedro Pimentel, faccia di bronzo e sorriso beffardo a cui le donne non sanno resistere. Dietro a questa facciata però si nasconde una persona con una grande sete di potere e di protagonismo.
Tra i novelli troviamo Sofia, una delle avvocatesse più giovani che conquista subito la fiducia di Helena dando nuovo vigore a una parte delle cause in declino, quelle per divorzio, ma, come tutti quelli che sono un asso nel proprio lavoro, nella sua vita privata è un vero disastro.
Ancora ci sono Afonso, uno degli avvocati che è nello studio da più tempo con grande capacità argomentativa e odiato da molti. La sua dedizione al lavoro ha fatto si che il suo matrimonio nufragasse. Un episodio che ha marcato profondamente la sua vita, non tanto per il fallimento del matrimonio, quanto perché il figlio ora lo detesta e gli attribuisce la colpa di tutto.
Una squadra di avvocati davevro unica che sanno bene che in questo dove competizione è la parola d’ordine, nessuno deve mostrare fragilità perché la vittoria è l’unica metà da raggiungere.