I serial stranieri come modello di libertà e lettura della realtà. È ciò che sostiene Carlo Freccero, direttore di Rai4, osservatore acuto e per nulla banale della tv contemporanea. I telefilm rappresentano il nuovo cinema: “La prima caratteristica del neotelefilm americano è la capacità di mettere in scena le inquietudini e le crisi dell’immaginario contemporaneo, cosi come Hollywood metteva in scena l’immaginario ottimista degli anni d’oro. I telefilm americani tendono a costruire uno spaccato della società”.
In questo filone si inserisce anche Fisica o chimica, serie tv fuori dalla corrente principale, fatta “come se un adolescente raccontasse di un adolescente ai propri amici”. Pietra dello scandalo un anno fa. Secondo il quotidiano Libero era da equiparare a un programma porno. Da lì la definizione di PornoRai, la censura del telefilm, la sospensione per 10 giorni del direttore Freccero che la trasmetteva su Rai4, la denuncia all’Agcom, che però ora si è espressa a favore del direttore.
L’accusa? Una serie tv porno, perché insisteva sulla promiscuità e l‘omosessualità dei protagonisti. Spiega ancora Freccero: “Nel mio provvedimento di sospensione si accennava al fatto che questo tipo di relazioni offende la componente cattolica del Paese, la cui moralità, in quanto maggioritaria, è degna di rispetto. Ma l‘Unione Europea considera l’omofobia analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo“. E l‘Agcom gli ha dato ragione: “Le scene analizzate appaiono giustificate dal plot narrativo e scevre di attenzione morbosa e particolari gratuiti”.
Rivela con un misto di orgoglio e rammarico: “Avevo intrapreso la produzione della versione italiana di In Treatment – la serie che ora è su Sky, ndB- avevo già pagato tutte le sceneggiature e incontrato l’ideatore della serie. Ma i vertici aziendali (all’epoca il dg era Lorenza Lei, ndr) mi hanno detto che non si poteva fare perche Rai4 non poteva avere quel budget. Costavano niente”.