Un consiglio a tutti i produttori di serie tv, programmi di intrattenimento e varie: approfittatene ora perchè sembra che Aldo Grasso, il re dei critici televisivi italiani, sia particolarmente bonario nei confronti di tutti.
Se nella scorsa occasione vi abbiamo riportato il positivissimo parere del professore su Crozza nel Paese delle meraviglie, stavolta vi riferiamo del suo pensiero in merito a Downton Abbey, in onda con la seconda stagione da domenica su Rete 4.
Un conflitto sconvolge gli equilibri del sereno mondo di Downton Abbey, la tenuta di campagna nello Yorkshire del Conte e della Contessa di Grantham. Accade che i nobili si credono utili per la causa della patria e i domestici dispensino consigli di vita, tipo che il sopra e il sotto si mescolino, un qualcosa fino a poco tempo prima del tutto impensabile. Fortunatamente c’è sempre Lady Violet Crawley, la contessa madre, a segnare i limiti:”Detesto il teatro melodrammatico, a meno che non sia una prima al Covent Garden”. Sullo sfondo lo scoppio della prima guerra mondiale, l’arrivo di una nuova cameriera, Ethel; il ritorno di Matthew, sorprendentemente fidanzato con una borghese; l’arrivo di un ricco editore al quale sembra interessata Lady Mary sono alcuni delle variazioni che mutano profondamente la vita a Downton Abbey.
Downton Abbey secondo il critico, la serie britannica prodotta da Carnival Films per il network Itv, ideata, scritta e prodotta da Julian Fellowes, pare una rivisitazione fatta serial di «Gosford Park» (che a sua volta già mutuava un debito a un capolavoro assoluto come è«La règle du jeu» di Jean Renoir): intercorrono stesse dinamiche sociali fra «servo» e «padrone», rispettanduna consolidata tradizione drammaturgica britannica. Conclude Aldo Grasso:
“Ma l’aspetto più sorprendente di questa serie, che ha ottenuto numerosi premi e un sempre più crescente apprezzamento in tutto il mondo, si nasconde nel gioco dei punti di vista, come se il microcosmo di Downton Abbey s’incaricasse di spiegarci che la vita è interpretazione, ricerca di una direzione, rispetto dei ruoli ma anche ribaltamento continuo dei medesimi. E se per il maggiordomo Charles Carson, «il mondo gira attorno a una tavola ben apparecchiata», le ragazze Crawley vedono la tragedia entrare nelle loro dorate consuetudini e scoprono, anche loro, l’insensatezza della vita umana. Per saperne di più, si veda «Il Mondo di Downton Abbey», pubblicato da Rizzoli.”