Si è spento ieri a 73 anni nella su casa di Los Angeles il pluridecorato regista-attore Sydney Pollack, un male incurabile diagnosticato dieci mesi fa lo ha stroncato in breve tempo, lasciando nel mondo della cinematografia americana un vuoto incolmabile. Proprio lo scorso anno era tornato a far parlare di se, recitando una parte importante nel thriller legale Michael Clayton, di cui è stato produttore, che vedeva protagonista George Clooney.
Ma il vero trionfo è stato senza dubbio quello del 1985 con La mia Africa, protagonista Meryl Streep, che interpretava una proprietaria di una piantagione di caffè in Kenya e Robert Redford nel ruolo di un avventuriero americano di cui lei si innamora. Il film aveva ottenuto 11 nomination agli Oscar e ne ha vinti sette, tra cui quelli a Pollack per la miglior regia e fotografia, nel suo palmares anche un Golden Globe, un paio di David di Donatello, un Nastro d’Argento a Venezia, una menzione speciale a Berlino.
Fra i suoi lavori sono da ricordare Questa ragazza è di tutti (1966), Non si uccidono così anche i cavalli? (1969), Yakuza (1974), ma soprattutto I tre giorni del condor (1975), opera che narra gli intrighi della Cia con chiari riferimenti alla vicenda Watergate, di tre anni prima, Diritto di Cronaca (1981) con Paul Newman e l’indimenticabile Tootsie (1982) con Dustin Hoffman, candidato a dieci premi oscar ma che ne vinse solo uno.