Willy il principe di Bel Air narra le vicende della famiglia Banks e di Will Smith (Will Smith), un ragazzo diciottenne, che dovendo fuggire da Harlem, viene spedito, dalla mamma, a casa loro, nella lussuosa villa di Bel Air.
Recorder oggi vi parla di The Fresh Prince of Bel-Air, cercando di rivivere insieme a voi il clima allegro e scanzonato delle sei serie televisive, andate in onda dal 1990 al 1996 in america e dal 1992 al 1999, su Italia1, in Italia.
La famiglia Banks, oltre al membro acquisito Willy, è composta dal padre Phillip (James Avery), un uomo grande e grosso, pelato (detto Zucchino dalla madre) di umili origini che è riuscito a diventare un giudice stimato e di successo; la madre Vivian (dalla prima alla terza serie Janet Hubert-Whitten, dalla quarta alla sesta serie Daphne Maxwell Reid), una donna di classe e di buon cuore, sorella della madre di Willy; Carlton (Alfonso Ribeiro) , il primo figlio maschio della famiglia, basso, colto, impacciato e snob; Hilary (Karyn Parsons), la primogenita della famiglia, stilosa ragazza oca, sciocchina, dolce e adoratrice dello shopping; Hasley (Tatyana M.Alì), l’intelligente e furbetta piccola di casa, la più affezionata e simile a Willy. Nelle ultime stagioni compare anche Nicky Banks il quarto figlio dei Banks.
Intorno al nucleo Banks ci sono altri personaggi importanti per la serie: il maggiordomo Geoffrey Butler (Joseph Marcell), il perno della casa, la spalla ideale di ogni gag e Jazz (DJ Jazzy Jeff) il miglior amico di Willy, che entra nella serie già dalla seconda puntata come insegnante di batteria di Hasley.
Cosa ricordare delle 148 puntate create da Andy e Susan Borowitz e prodotta dalla NBC? Prima di tutto la bravura di Will Smith, lanciato nell’Olimpo del cinema proprio da questa serie; Il saluto di Willy e Jazz; i grandi valori (fratellanza, amicizia, famiglia, sincerità , impegno) che ogni episodio trasmette camuffati dalle continue gag; Jazz lanciato fuori dalla porta; la stupidità di Hillary; il confronto fra due mondi completamente differenti (quello rappresentato da Willy e quello di Bel Air), da cui ogni personaggio della serie contamina e viene contaminato; i balletti di Carlton; le sigle del telefilm (tra l’altro, la sigla iniziale, nelle prime puntate invece di dire:”Il principe Willy lo svitato di Bel Air” dice:”Willy il nero lo svitato di Bel Air”);
Concludendo: Willy il principe di Bel Air merita di essere annoverato fra le serie più belle e simpatiche degli anni novanta. Attualmente si possono trovare i Dvd in commercio (bisogna saper cercare) e ogni tanto viene riproposto anche in televisione. Vi consiglio, ma sembra scontato, altrimenti non ne parlerei, di guardarvi, come dico sempre, almeno una puntata e vi assicuro, che potrebbe diventare una droga di cui difficilmente potreste farne a me.
grande Willy!
Questo era un gran telefilm…se non erro un certo Quincy Jones è produttore della serie.
Ricorderò sempre il grande Willy e suo cugino Carlton che ama da morire la musica e la voce di Tom Jones…
si, poi devo dire che Will Smith l’ho snobbato per anni, ed invece si è dimostrato bravo in tutto quello che fa, senza considera che quello che fa è senza fine, riesce a trovare il tempo per rappare, recitare, produrre e il tutto ad una velocità impressioante.