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Recorder – 10 – Hazzard

Oggi, nella consueta rubrica dedicata alle serie televisive che hanno fatto la storia, Recorder, vi raccontiamo di Hazzard (The dukes of Hazzard), uno dei telefilm che ha avuto maggior fortuna nella storia della televisione, che ha dato alla luce a due film tv (Hazzard 20 anni dopo e Bo e Luke vanno a Hollywood), due film per il cinema (Hazzard, Dukes of Hazzard: the beginning), tre serie animate e uno spin-off (Enos).

Nato dalla mente di Gy Waldron nel 1979, Hazzard è andata in onda per sette stagioni (145 episodi) sulla CBS e due anni dopo in Italia su Canale5 (e su Italia1 in seguito).

Hazzard è una piccola cittadina della Georgia, dove vivono i Duke, una famiglia storicamente di contrabbandieri, formata da Zio Jesse (Denver Pyle), i nipoti e fratelli Bo (John Schneider) e Luke (Tom Wopat) e la loro cugina Daisy (Catherine Bach). In seguito all’arresto di Bo e Luke, zio Jesse accetta di chiudere ogni tipo di attività illegale (non sempre vero) pur di avere i nipotini liberi. A guastare i piani di legalità del simpatico vecchietto, il suo ex socio Boss Hogg (Sorrell Booke), che vuole togliersi di torno la famiglia Duke per gestire più facilmente i suoi traffici loschi e lo sceriffo e cognato Rosco P. Coltrane (James Best), connivente del paffuto commissario di contea.


A completare il cast , il meccanico e amico di famiglia Cooter Davenport (Ben Jones), i vice sceriffi Enos Strate (Sonny Shroyer) e Cletus Hogg (Rick Hurst) , il bellissimo cane bassotto poliziotto Flash, e nella quinta stagione, altri due cugini, Coy e Vance Duke.

Cosa citare di Hazzard? Sicuramente il Generale Lee, la famosissima Dodge Charger del ’69, che, suonato il clacson, intona la ballata del Dixie; il blocco delle scene che lasciano spazio alla voce fuori campo (che a dire il vero ci accompagna per tutta la puntata); le frecce con esplosivo (unica arma utilizzata dai fratelli per lottare contro il male); gli inseguimenti fra automobili che si concludono quasi sempre con un salto, in cui il Generale Lee passa indenne e l’auto inseguitrice si schianta; i tranelli tentati dallo stupido sceriffo Rosco, per far pagare multe ai Duke; il bar di boss Hogg, dove lavora Daisy; Boss Hogg, che si strafoga di cibo in ogni momento della giornata; il cappellino di Zio Jesse, probabilmente mai lavato in sei anni di registrazioni; l’amore che prova Enos per la bella Daisy e la sua totale goffaggine.

Concludendo: Hazzard diverte e intrattiene, anche se le storie si assomigliano tutte tra loro, merito della caratterizzazione precisa dei personaggi, semplici, genuini e molto umani.

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