La tv è lo specchio del Paese dove viene diffusa, noi ne siamo fermamente convinti, per cui niente di strano se in questi ultimi tempi si fa un gran parlare del progressivo invecchiamento dei programmi televisivi ma anche di coloro che li conducono, immagine speculare di un’ Italia che da sempre consegna i propri pilastri istituzionali e dirigenziali a persone che proprio giovani non sono.
C’aveva pensato Fiorello, qualche tempo fa a dar fuoco alle polveri con il suo caustico commento: “Siamo alla televisione di quarant’anni fa. Ci dovrebbe essere una legge che vieta di ripetere una formula per più di tre volte… Io ora guardo soprattutto calcio. Non è snobismo. I reality li vedevo, ma poi stufano. Per questo ho interrotto Viva Radio2, preferisco smettere quando un programma è ancora al massimo, prima che qualcuno si stufi“.
Inevitabile la levata di scudi dei diretti interessati tra cui Pippo Baudo: “Quella sollevata da Fiorello è una querelle vecchissima che ciclicamente ritorna. Noi comunque, siamo dei temerari e continuiamo a fare tv, nonostante molti dicono che non si dovrebbe. Certo, ognuno di noi ha il dovere di cercare di rinnovarsi e di innalzare la qualità di quello che propone“.
Come dovrebbe essere allora la televisione? Giovane? Innovativa? Di recente Canale 5 ha tentato di portare un vento di rinnovamento, a detta del direttore Massimo Donelli, nel proprio palinsesto (vedi Il ballo delle debuttanti e Fantasia) con risultati a dir la verità deludenti, ma perché i cosiddetti programmi nuovi non erano altro che la rivisitazione di idee stantie e il pubblico non è così stupido da non accorgersene.
Una interessante valutazione del particolare momento televisivo l’ha data Antonio Ricci: “C’è una confusione di fondo. È un periodo di passaggio, non c’è chiarezza sull’obiettivo da raggiungere. Chi fa la tv commerciale è convinto di doversi rivolgere a un pubblico giovane, per giovane intendo i quarantenni, perché gli under trenta per la tv generalista li dò già quasi tutti per perduti, ma si continua a guardare i dati Auditel generalisti che calcolano uno spettro di telespettatori vecchio, stanziale“.
Fatto sta che nonostante ci sia una profonda convinzione da parte di chi la fa che la tv vada rinnovata, i palinsesti vanno nella direzione diametralmente opposta, attingendo dai ricordi del passato come confermano i recenti successi di programmi come Tutti pazzi per la tele e I migliori anni, oltre a pianificare il ritorno di successi che furono come Portobello e Il pranzo è servito, intanto durante il periodo natalizio Italia 1 riproporrà un suo cavallo di battaglia, Matricole e Meteore, insomma il nuovo che avanza!