Qualcuno aveva già intonato il de profundis, in molti lo davano per spacciato, ma il piccolo schermo ha trovato la forza per rinnovarsi e trovare nuova linfa vitale, divenendo autentico crocevia delle nuove tecnologie che vedono nell’interattività il loro punto di forza, permettendo all’utente di crearsi una programmazione personalizzata. Da un lato abbiamo apparecchi di dimensioni sempre maggiori in grado di collegarsi alla rete e a questo punto il gioco è fatto, con a disposizione dello spettatore una quantità illimitata di informazioni di ogni genere, dall’altro c’è chi ha interesse a fornire i contenuti, ecco spiegato il motivo per cui un colosso come Apple si è gettato a capofitto nel progetto Apple Tv con risultati più che lusinghieri. E’ di queste ore la notizia che negli Stati Uniti il dispositivo prodotto da Apple Inc in grado di riprodurre musica, video e podcast presenti nelle library di iTunes ha superato il milione di acquirenti, mentre in Italia sta prendendo piede la seconda versione che permette di guardare film in streaming al costo che varia dai 99 centesimi ai 4,99 euro.
Ovvio che la concorrenza non sta a guardare con Google che scalpita dietro a un progetto di tv per ora solo a livello sperimentale, mentre Microsoft già consente di usare la Xbox come porta d’accesso verso il noleggio di film e prossimamente dovrebbe aprire le porte alla ricezione di canali via internet, stesso discorso per Nintendo, mentre pare che anche Amazon e Yahoo e la nostra Telecom Italia (il Cubo Vision avanza a fatica) stanno affilando le unghie per progetti che vedono al centro dell’attenzione ancora lei, madama televisione che come una sorta di Araba Fenice sta risorgendo dalle sue ceneri, più tecnologica che mai.
Quanto ai marchi, i più celebri come Sony che con Oro City permette l’accesso ai film a noleggio al modico costo che varia tra i 2,99 e i 3,99 euro, ma anche Lg, Philips, Sharp e Panasonic sono sul mercato, italiano compreso, con apparecchi in grado attraverso il cavo o wi-fi di collegari alla rete. Siamo di fronte a una rivoluzione epocale che vede tra i suoi principali obiettivi il recupero di quel gran numero di transfughi che stanchi della monotonia dei palinsesti tradizionali, si stava dirigendo verso i più confortevoli lidi della rete.
Ora si è alla ricerca di una migliore omogeneità in fatto di standard tra i traguardi futuri che si propongono le aziende del settore. L’Italia come spesso accade rischia d’essere territorio favorita dall’assenza di una regolamentazione ad hoc:“Google ed Apple si muovono in una logica di tecnologia proprietaria e stanno cercando di lanciarsi nella produzione televisiva – ha detto il presidente di Tivùsat, Luca Balestrieri – Servono nuove regole, altrimenti si rischia di distruggere la capacità produttiva dei broadcaster italiani”