Dopo una lunga gestazione, la montagna ha partorito…il ministro. Cinque mesi ci sono voluti ma alla fine il dicastero ricoperto ad interim dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo le dimissioni di Claudio Scajola, è stato affidato alla persona più indicata, quel Paolo Romani che prima come sottosegretario con delega poi in qualità di viceministro aveva nel bene o nel male dimostrato di avere il giusto know how, in un settore come quello televisivo di non facile decifrazione in l’Italia.
Forse non tutti sanno che Romani ha alle spalle una lunga esperienza come editore tv. Nel 1974 dà il via a Tv Libera tra le prime emittenti “private” italiane, nel 1976 è la volta di Milano Tv, poi diventata Rete A, emittente nazionale, dove assolve l’incarico di direttore generale fino al 1985 per la Peruzzo Editore. Dal 1986 al 1990 è amministratore delegato di Telelombardia. Nel 1990 è editore di Lombardia 7, emittente che cede nel 1995, dopo essere stato eletto deputato con Forza Italia in piena “area” dell’attuale premier.
Si deve al neoministro il notevole impulso dato negli ultimi mesi al non facile passaggio dell’intero sistema televisivo italiano dall’analogico al digitale, dettato certo dalle indicazioni della Ue che impongono l’adeguamento entro il 2012 in tutti i Paesi dell’Unione, ma che non mitiga il legittimo sospetto che dietro ci siano interessi di parte legati in particolar modo all’Azienda del premier: Mediaset. Qust’ultima ha puntato gran parte delle risorse proprio sul digitale terrestre con i canali a pagamento e non. In più di un’occasione Paolo Romani ha dimostrato di voler tutelare il dominio incontratastato di Mediaset a scapito di temibili concorrenti come Sky.
Nel dicembre scorso Cielo il canale di Sky presente sul dtt attende, dopo il parere positivo di Bruxelles, di poter dare il via alle trasmissioni previa autorizzazione del ministero dello Sviluppo Economico di cui Romani è viceministro, placet che arriva alcuni giorni dopo, solo a seguito delle ripetute sollecitazioni della società New Corp.
Lo stesso Paolo Romani si prodiga presso l’Ue affinchè non permetta a Sky di poter fare il suo ingresso anzitempo sul dtt, operazione che non sortisce l’effetto sperato. Peccato che Sky abbia ben poco da gioire, le frequenze su cui si giocherà prossimamente la gara per ottenere uno dei 5 multiplex digitali, il cosiddetto “beauty contest”, verranno decise dal ministero dello Sviluppo Economico che con ogni probabilità assegnerà le migliori alla Rai ma in particolare a Mediaset a cui è già stato consegnato in via “sperimentale” il canale 58 ritenuto tra i più importanti della numerazione dtt. Non vi è dubbio che il dicastero di Romani abbia autorità in altri campi oltre a quello televisivo, va da se che il neoministro avrà molte incombenze da sbrigare, ciò non toglie che in fatto di materia televisiva “qualcuno” di ben definito abbia ora più di un santo in paradiso.