L’addio di Michele Santoro dalla Rai fino a settimana scorsa sembrava cosa fatta (specie dopo il monologo di giovedì del conduttore ad Annozero), ma ora ci sono dei nodi da sciogliere che, se irrisolti, potrebbero far saltare tutto: l’esclusività del rapporto di collaboratore esterno e la firma dell’intero consiglio di amministrazione (fonte Repubblica.it).
Il primo punto è cruciale: la Rai dovrebbe dare a Santoro dieci milioni di euro, 2,5 come buonuscita e 7,5 per la produzione di docu-fiction, ma è disposta a sborsare una simile cifra solo se il giornalista garantisce all’azienda di non apparire nemmeno per una sera su nessun altro network televisivo. Santo, nonostante diventi libero professionista, è pronto a non fare programmi con altre reti, ma non vuole avere limitazioni di questo genere. Se lui non dovesse cedere, il consiglio potrebbe ribaltare il voto e tutto tornerebbe in discussione.
Il secondo punto è soltanto formale: Santoro vuole che, una volta firmato il contratto, il direttore generale e tutto il CdA lo firmino per dimostrare che l’addio non dipende da lui, ma da tutta la Rai.
Se dovesse saltare l’accordo Michele Santoro potrebbe proseguire con Annozero, specie se Garimberti e i consiglieri democratici la sostenessero come programma normale e non programma imposto dal giudice e se la Rai rinunciasse al ricorso in Cassazione.