Claudio Brachino si è scusato per lo stravagante servizio sul giudice Mesiano andato in onda qualche giorno fa: il giornalista all’interno di Controcanto, la rubrica di Mattino Cinque (il video dopo il salto), ha prima contestato gli insulti ricevuti e accettate le critiche, poi, invece di andare a braccio ha iniziato:
Chi mangia fa molliche, dicevano i vecchi giornalisti. Questo significa che tra i tanti servizi trasmessi da una testata, ci si concentra su quelli un po’ più sfortunati. E il servizio andato in onda giovedì scorso sul giudice Mesiano non appartiene di certo alla categoria dei capolavori. Di questo me ne assumo come direttore tutte le responsabilità. Sul merito di un singolo servizio si può discutere all’infinito. Questo fa parte della libertà di critica come fa parte della libertà di stampa criticare un magistrato. Se alcuni termini usati nel testo hanno offeso Mesiano, io mi scuso con lui. A me le scuse non fanno paura. Per me, la sensibilità di una persona viene prima del ruolo sociale e delle discussioni legittime sul diritto di cronaca e del diritto alla privacy. Mi impegno dunque a non trasmettere più quelle immagini, cosa che però dovrebbe fare anche chi indignato mi critica e che indignato le ritrasmette in continuazione, dalla Sky di Murdoch a Raitre, trasformando il rimedio in qualcosa di più grave, secondo me, della malattia.
Rispondendo alle accuse di strumentalizzazione, Brachino aggiunge:
Innanzitutto noi non pediniamo nessuno. E’ una brutta parola. Sul mio tavolo arrivano ogni giorno immagini di fonti diverse … la domanda che quel servizio voleva porre era:” La cosiddetta promozione a orologeria del giudice Mesiano, a pochi giorni dalla sentenza sul lodo Mondadori, era davvero per indiscussi meriti professionali?” … ho deciso di mandare in onda quelle immagini per dare sostanza a quella figura di cui si leggeva e si sentiva parlare, ma di cui poco si era visto. Nel servizio non si fanno valutazioni politiche e giuridiche, non si usano epiteti infamanti … l’aggettivo stravagante, come ricorda lo Zanichelli significa raro, fuori dagli schemi.
Claudio Brachino conclude il discorso, invitando il giudice a Mattino Cinque per scusarsi e per porgli tre domande:
la promozione è meritata o è un premio politico, come sostengono molti, per una sentenza che di fatto va contro il premier? Le idee politiche di un giudice, per quanto legittime, come agiscono sulla sua serenità e indipendenza? È vero che nel processo civile non serve un collegio di tre magistrati, ma non è “stravagante” decidere su una somma di 750 milioni di euro senza avvalersi di tecnici e consulenti?
Le tre domande che mi pongo io, invece, sono: che sostanza danno le immagini di un uomo che va dal barbiere e al parco, accompagnando il video con un commento senza senso? Che senso ha definire il giudice stravagante, se di stravagante non ha, etimologicamente, nulla (stravagante non è un calzino azzurro, ma un calzino in testa)? Perché vengono inserite aggettivi indefiniti come MOLTI, che suggeriscono allo spettatore come pensarla?
Vi lascio al monologo di Claudio Brachino, in cui potrete ascoltare un’interessante invettiva nei confronti di Repubblica e la richiesta di solidarietà per la sua giornalista che ha confezionato il servizio, il cui numero di cellulare è finito sui blog.
Per una volta dobbiamo andare oltre al messaggio contenuto prima mandando in onda quel video ora con le “scuse” di brachino, mediaset comincia a non venir valutata dal pubblico giovane ancor meno i “giornalisti” di tg5 e studio aperto i quali hanno tentato il colpo e per ora non gli e’ riuscito…e non e’ stato nemmeno il punto piu’ basso toccato ultimamente da questi telegiornali…
Nella relatà senza crimini efferati e senza notizie dal bagniasciuga questi non sanno cosa proporre in tv perche’ le notizie vere non devono apparire….altrimenti il pubblico comincia a capire in quale baratro economico e’ finito il nostro paese…