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Ciao Darwin, pura regressione televisiva

 Parlare male di Ciao Darwin rappresenta il tipico sparo sulla Croce Rossa per gli innumerevoli appigli alla critica feroce che offre, ma allo stesso tempo è la più classica delle bucce di banana per chi scrive considerato il successo clamoroso che ottiene ogni edizione. Venerdì scorso abbiamo seguito o almeno abbiamo tentato di farlo, la prima puntata della sesta serie, dal profetico titolo: La regressione e ci siamo annoiati a morte, pur consapevoli di come una formula cosi trita e scontata possa ancora avere presa sulle masse, dati auditel alla mano.

Sarà che da Paolo Bonolis, uno che la tv la sa fare, ci si aspetta sempre un tentativo d’approccio alla novità come accaduto con Il Senso della vita, esperimento pienamente riuscito per ora in ibernazione per quanto riguarda le nuove puntate, che vederlo arringare pletore di gente arrapata per qualche centimetro in più di pelle esposta fa un certo effetto e riporta la qualità televisiva agli infimi livelli da cui in qualche modo vorremo risorgesse:“Ho accettato di condurre l’ultima edizione di Ciao Darwin perché c’era la possibilità di rintracciare nuove tipologie. Ma resto dell’idea che sia giusto intraprendere strade nuove. E’ una questione di rispetto per il pubblico, oltre che il tentativo di non rendere sterile la tv” ha affermato il presentatore di recente.

Rispetto è vero, per un pubblico dall’abbordabilità facile facile, grazie alla formula magica: comicità (quella della premiata ditta Bonolis-Laurenti: una garanzia) unita a una buona dose di immancabili richiami erotici dettati dagli abitini striminziti di cui è dotato il corpo di ballo, le ragazze in primis e i concorrenti alla bisogna come è capitato nella prima puntata per la categoria reality dove Francesca Cipriani, ex Grande Fratello 2010, ha causato non poco scompiglio in biancheria intima tra i focosi maschietti. Mettiamoci anche qualche giochetto al limite dell’estremo, un pubblico in studio accondiscendente disposto a ridere a comando ed ecco pronta una splendida villa con piscina dove destino vuole l’ambiente più confortevole risulta essere il cesso.

Caro Bonolis fare tv così non le si addice ed è fin troppo scontato: “A me piace sperimentare cose nuove, ma Mediaset vuole così. Hanno ragione loro”, ha affermato al Corriere della Sera aggiungendo:“è divertimento allo stato puro. Non c’è nè riflessione nè intento educativo. Un divertimento che punta tutto sull’istinto, su quella parte “sbracata” che c’è in ciascuno di noi. Ma se si dice fin dall’inizio: “sto scherzando”, questo non può fare male a nessuno”. Trattasi di vero e proprio opportunismo, ci si arrende all’evidenza insomma, a cosa serve lambiccarsi il cervello quando la soluzione è a portata di mano? Allora meglio calarsi le braghe di fronte alla convenienza e alla prospettiva di lauti guadagni, mettendo da parte il benché minimo barlume di buon senso. L’audience va bene ed è quanto basta, la regressione è in atto chi la fermerà una volta per tutte?

5 commenti su “Ciao Darwin, pura regressione televisiva”

  1. concordo pienamente con questo articolo!!!!e poi mi chiedo come sia possibile ke un programma potenzialmente così divertente come ciao darwin debba per forza, ogni volta scadere nel volgare con inquadrature idiote e stacchetti che proprio non hanno alcun senso! che fastidio. come se la tv nn fosse già abbastanza piena di seni rifatti ecc in bella vista nei programmi, perchè rovinare anche programmi divertenti per famiglie?
    ah dimenticavo:alla tv delle donne non gliene frega un cacchio!

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  2. Ho visto una puntata di Ciao Darwin con le mie nipoti. La persona che si è divertita di più è stata la più piccola, di 13 anni; quella che si è divertita di meno è stata la più grande, cioè io, di 53. Il fatto è che l’avanspettacolo per uomini soli è un genere che non mi piaceva neanche a 20 anni e in ogni caso preferirei che si svolgesse in locali appositi, come avveniva nei vecchi Volturno e Ambra Jovinelli.

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