I talk show di informazione giornalistica della Rai rimarranno fermi fino alle elezioni regionali: la decisione è stata presa con 5 voti a favore e 4 contrari dal consiglio d’amministrazione. Il Cda ha invitato il direttore generale Mauro Masi a rivolgersi alla Commissione di vigilanza per studiare eventuali strade alternative. In una nota, diffusa al termine dell’assemblea, si comunica che:
Alla luce delle ordinanze del Tar in relazione alla regolamentazione in materia di informazione e comunicazione politica in periodo elettorale, il Consiglio di Amministrazione della Rai, dopo un ampio dibattito, ha approvato a maggioranza la delibera con la quale ha dato mandato al Direttore Generale di acquisire al più presto dalla Commissione Parlamentare per l’indirizzo genearale e la vigilanze dei servizi radiotelevisivi le valutazioni di competenza cui la Rai dovrà adeguarsi.
L’opposizione, contraria, ha commentato:
Esprimiamo il nostro voto contrario perché si tratta di una decisione dilatoria che non sana la forzatura di interpretazione del regolamento compiuta quando a maggioranza fu decisa la sospensione di quattro trasmissioni di approfondimento. L’ordinanza del Tar sulla delibera dell’Agcom e l’invito della stessa Autorità di Garanzia a riconsiderare la delibera assunta dal Cda avrebbero dovuto indurre la Rai a ricollocare in palinsesto da subito gli approfondimenti informativi. Siamo tra l’altro convinti che la conferma della sospensione renda concreto il rischio per l’Azienda di sanzioni.
A quanto pare il presidente della Rai Paolo Garimberti non ha preso bene la decisione, tanto che chi gli sta vicino dice (fonte Reuters):
Garimberti ritiene abbastanza frustrante che si sia ancora appesi su questa vicenda, con il tempo che non gioca a favore… il presidente Rai attende fiducioso che dalla Vigilanza si batta rapidamente un colpo.
Giovanni Floris ha commentato:
E’ una decisione sbagliata, un errore in una situazione già caotica, grottesca e paradossale.
Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21, dichiara:
Non vi è bisogno di attendere i testi di eventuali intercettazioni per comprendere quali siano le ragioni che hanno spinto la maggioranza di destra nel Cda della Rai a confermare quelle norme bavaglio esplicitamente sconfessate dal Tar e perfino dall’autorità di garanzia. Il bavaglio deve restare perché così ha voluto il signore e padrone del conflitto di interessi.