Le luci della ribalta si spengono sul marchio All Music, in uno scarno comunicato del Gruppo Espresso che non lascia intendere nulla di buono si legge:”come conseguenza dei risultati negativi registrati negli ultimi anni, aggravati dall’attuale crisi di mercato, viene dato il via a un piano di riorganizzazione aziendale che prevede la cessazione delle attività di produzione interne. Tale decisione comporterà la chiusura degli studi di produzione; l’organico coinvolto è di 29 impiegati tecnici. Sono state avviate le procedure sindacali, nel rispetto della normativa vigente. La programmazione televisiva e i notiziari giornalistici proseguiranno secondo quanto previsto dagli obblighi di legge”.
Quanto ai volti della rete le varie Lucilla Agosti, Chiara Tortorella, Elena di Ciccio, Valeria Bilello, in odore di nuove collaborazioni, si può dire che abbiano salutato il canale già da tempo. Un quadro desolante, per una struttura nata con ben altri traguardi. Il canale musicale Rete A All Music nacque ufficialmente il 3 ottobre del 2005, dopo il passaggio dal marchio (Rete A appunto) gestito dall’editore Peruzzo, alla breve esperienza con la tv musicale tedesca Viva, fino all’acquisizione del Gruppo Espresso, entro pochi mesi la denominazione Rete A sparì, per far posto alla sola All Music.
Appena un anno fa, proprio noi su Cinetivù, avevamo tessuto le lodi del “nuovo corso”, inaugurato dall’allora direttore Elisa Ambanelli: nuovi programmi, come Blister, dedicato al mondo del web, Bionda Anomala talk show condotto dall’astro nascente Lucilla Agosti che presto vedremo su Raidue, progetti innovativi come Albakiara alla scoperta delle genesi di un film, oppure l’interessante Cash dove le telecamere seguivano il viaggio di due banconote.
Qualcosa però non ha funzionato e i ricavi pubblicitari sono rimasti al palo. Sempre un anno fa apprendevamo che nei primi cinque mesi del 2008, in base alle stime Nielsen, il canale aveva incassato appena 8,6 milioni di euro, giù del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2007. Mtv tanto per dire, aveva raccolto 42,7 milioni, cinque volte di più.
Con le dimissioni della Ambanelli , mai realmente sostituita se non da Valentina Rizzato nelle vesti di coordinatrice, le cose non potevano certo migliorare, eccoci quindi alla situazione attuale con un marchio svuotato dei suoi contenuti e di fatto, in vista della digitalizzazione per il switch off del 2012, messo sul mercato. Una volta creato un multiplex con 5-6 canali gli stessi potranno essere ceduti a terzi come ad esempio sta già accadendo con alcuni canali del mux di Telecom Italia Media, il marchio La7 per intenderci, “ceduti” agli antichi rivali di Mediaset.
In questo scenario a tinte fosche, non è difficile ipotizzare una sparizione di All Music a breve termine, semmai dobbiamo ancora una volta registrare l’assoluta impossibilità in questo Paese di creare una vera alternativa alle strutture esistenti, il tanto agognato terzo polo televisivo, progetto reso ancora meno attuabile dalla crisi economica.