Ieri sera quasi 22 milioni di italiani hanno guardato la partita, senza contare quelli che se la sono ascoltata alla radio, o l’hanno seguita in piazza o nei pub, insieme ad amici a perfetti sconosciuti, che per una sera sono diventati la miglior compagnia possibile.
Peccato, davvero: quando settimana scorsa, alla vigilia della partita Italia – Francia scrissi nella stessa rubrica, del sogno italiano che solo un miracolo avrebbe potuto far realizzare, dentro di me ci credevo e così anche ieri sera, mentre come voi mi facevo rodere il fegato dalla tensione.
E’ un gioco si dirà. Giusto, ma in quella palla calciata dai piedi di 22 giocatori, che come molti di voi avranno detto almeno una volta nella propria vita, sono pagati milioni di euro, c’era tutta la nostra speranza.
La retorica riempie i primi paragrafi di questo post. Il blob dei blog solitamente parla ironicamente di quello che si è visto nel weekend sui nostri canali, su ciò che ha caratterizzato maggiormente i nostri sabati e le nostre domeniche casalinghe, ma oggi è difficile scherzare sull’argomento o parlare di qualcosa di differente, perché con la testa si torna sempre lì, alle immagini della gioia spagnola che facevano a pugni con la disperazione azzurra e con quella di un’intera popolazione.
Cerchiamo di tornare seri e professionali: parliamo di uno degli aspetti che ricorderemo negativamente degli Europei 2008, ovvero le pessime telecronache che siamo stati costretti ad ascoltare in questi giorni: la Rai sostiene che non vuole il commentatore tifoso. Ci può pure stare, ma almeno possono offrirci delle persone che riescono a pronunciare correttamente dei nomi (gli strafalcioni di Salvatore Bagni stanno facendo il giro della rete), siano meno soporiferi , che evitino di tirar fuori ogni tre per due le statistiche (che non ci azzeccano mai) e siano più utili (il ruolo di Carlo Paris a bordo campo per raccontarci che la panchina vive la partita con la stessa intensità di una squadra che vuole vincere il torneo di calcetto, o non è professionale o è inutile).
Io non sono superstizioso, non lo sono mai stato, ma, non so voi, ieri sera, ogni volta che il duo parlava di ottanta anni di imbattibilità dell’Italia negli incontri ufficiali con la Spagna, io quasi quasi facevo gli scongiuri, memore dei quarant’anni di imbattibilità che avevamo negli scontri con gli olandesi di cui ci avevano parlato durante la prima partita (partita persa 3 a 0), a quelli della Francia nei tempi regolamentari contro gli azzurri (Francia battuta 2 a 0) e alla regola che voleva tutte le vincitrici del proprio girone eliminate (tutte tranne la Spagna). Meglio evitare no?
La Rai non vuole il conduttore tifoso, ma allora perché Carlo Nesti ha parlato, come mezza stampa italiana, ingiustamente, di biscotto per la partita Olanda – Romania? Perché non attenersi ai fatti e non lasciare da parte quello che è paragonabile ad un commento da bar? (Vittoria olandese sui rumeni per 2 a 0).
Rivedendo le immagini a Blob, ho sentito Carlo Nesti scusarsi con i tifosi rumeni per il palese tifo pro Olanda suo e di Dossena e per le urla liberatorie al primo e al secondo gol olandese. Perché la Rai continua a fargli fare le telecronache? Quale coerenza ha con il telecronista non tifoso?
Concludendo: Caro Nesti, non preoccuparti, noi siamo dalla tua parte: quelle urla sono state le nostre urla e la tua gioia è stata la nostra. Semmai chiediti anche tu, come noi, perché la Rai, che è dei cittadini, deve andare contro il volere degli stessi, cioè, da quanto ho letto su altri siti e ho sentito tra la gente, quello di avere una persona competente, ma anche di gran cuore, che oltre a commentare le gioie e i dolori della nostra nazionale le viva insieme a noi spettatori.
Speriamo che la Rai ci pensi: purtroppo per noi, ha due anni di tempo per farlo.
Una vera vergogna. I telecronisti Italiani devono rimanere a casa a farsi la telecronaca per loro e per i famigliari. Donadoni meglio che torna dalle sue parti e va a fare il Ct di una squadra di serie C2 (se ancora esiste la C2).