L’idea di Critico Tv, non originale, ma secondo me necessaria in un sito che tratta di televisione, è nata prendendo spunto da Cinico Tv dei registi Ciprì e Maresco, un programma rivoluzionario per certi aspetti, proposto da Raitre negli anni ’90, il cui fine principale era la denuncia di una realtà drammatica, come quella siciliana, ponendo l’accento sui particolari più grotteschi, lo stesso mi propongo di fare ogni sabato mattina, in questa rubrica di critica televisiva, parlando dei programmi ma anche dei personaggi di cui il mondo televisivo nostrano potrebbe tutto sommato fare a meno.
A pochi giorni dalla messa in onda della seconda puntata, mi chiedo ancora il motivo dell’esistenza di Scorie, trasmissione di Raidue in onda al lunedì sera, nata in origine come appendice dell’Isola dei Famosi ed ora di X-Factor.
Scorie, vive sull’assurda pretesa d’essere un programma comico, ma di fatto è il classico né carne né pesce che alla fine del pranzo lascia in bocca anche un retrogusto amarognolo.
Già il fine ultimo per cui questo baraccone insignificante è stato messo insieme è venuto meno, visto il cambio di messa in onda del drammatico (per gli ascolti) talent show di Raidue, in più mi chiedo: “Di cosa parleranno ora Savino e soci, già a corto di argomenti validi fin dalla prima puntata? O si limiteranno a far vedere le grazie delle numerose ragazze, che costellano questo universo del non senso?”
Ci stupisce come Nicola Savino, persona dotata di una certa intelligenza, si sia cimentato di nuovo in un progetto come l’estivo Soirée, altro nonsense televisivo, sospeso dopo poche puntate. Di fatto l’alchimia venutasi a creare tra lui e il digei Angelo, quando a Quelli che il Calcio proponeva la figura di Costangelo, è venuta meno con un Ariedo Quadrelli che ci dice ben poco nel vago tentativo di fare il verso a Fabrizio Corona, di cui a fatica riusciamo a scrivere il nome.
La trasmissione del lunedì sera mi appare autocelebrativa e autoreferenziale, da parte del conduttore che fa il bello e il cattivo tempo, ma le cui performance imitative si rivelano in alcuni casi quanto meno imbarazzanti, come la scena dove Christian De Sica (Savino), telefona a Debora Salvalaggio una delle soubrette in studio, per proporgli una parte nel suo nuovo film.
Gli stessi ospiti Enrico Ruggeri, Andy dei Bluvertigo, il giornalista Fabio Caressa e la Salvalaggio, danno l’impressione d’essere a disagio in questo guazzabuglio e neanche la presenza di Rocco Tanica nel ruolo del maestro Sergione, riesce a risollevare le sorti di una trasmissione infarcita di bellezze, messe li a compensare la vacuità dei contenuti.
Di fatto Scorie è un’idea buona ma interpretata male, perché il mondo televisivo è senz’altro costellato di scorie, da cui il titolo del programma, ma non riesce ad essere neanche l’imitazione di quei prodotti che vuole ridicolizzare additandoli come trash. Un’altra occasione persa dalla tv di Stato, per mandare in onda un buon film in seconda serata.
Bella recensione e ottima l’idea della rubrica!!
Complimenti!
Mi accodo al commento sopra.
Comunque basta che la rai possa spereprare i nostri soldi… la logica è la stessa della pubblica amministrazione con gli appalti: col pretesto di fare un’opera pubblica ci magnano tutti = col prestesto di fare un progr televisivo…
Carissimo Dott. Mauri,sono perfettamente consapevole che alla fine l’additivo che fa muovere le dita su una tastiera ai presunti critici televisivi, “ma che professione è?” , probabilmente si chiama invidia. Si dal caso che per quanto riguarda il suo caso non si tratta di critiche ma di opinioni personali che rasentono l’offesa morale. Mi permetto di suggerirle una cosa, ovvero che la comicità è soggettiva, cioè se una cosa non fa ridere lei magari può far sbellicare un altro. A Maurì, comunque se le abbiamo lasciato un retrogusto amarognolo in bocca, a qualcosa il nostro programma è servito. Le faccio i miei complimenti per il sito. Claudio Cavalli
Carissimo Signor Cavalli,
grazie per aver scritto sul nostro blog. Spero che lo faccia spesso e volentieri.
Vorrei farle notare alcune cose:
1) Non esistono critici oggettivi. Se fossimo al cinema le chiederei quanti biglietti ha venduto il suo film (unico dato oggettivi). In televisione non ci sono mezzi simili al biglietto del cinema, quindi ci scuserà se proviamo a fare il nostro lavoro.
2) La sua teoria sulla relatività televisiva (“la comicità è soggettiva”) è vera fino ad un certo punto: se non diverte abbastanza pubblico il programma chiude (cosa che non auguro a scorie).
3) Se la sua affermazione avesse fondamenta solide non servirebbero i programmi di genere comico, perché altri potrebbero comunque far ridere (alla mia ragazza fa ridere uomini e donne, ad un macabro Real CSI, qualcuno ride con il Tg di Fede). Cosa facciamo? Aboliamo le critiche o le trasmissioni comiche? Secondo me, ben vengano tutte e due.
4) Le critiche sono annotazioni e consigli sia per il pubblico, che per chi produce i programmi. Se gli ascolti daranno ragione a Scorie (e glielo auguro), le nostre critiche saranno quelle di una minoranza, che se vorrete ascoltarle, diventeranno vostri spettatori.
Buona giornata!