Perché dare un titolo come Ci Tocca anche Vittorio Sgarbi – Or Vi Sbigottirà quando sarebbe stato più pertinente Vittorio Sgarbi Show? Il motivo è semplicissimo: il programma del sindaco di Salemi non è altro che una celebrazione di se stesso, che viene fatta da se stesso, con la sola soddisfazione di se stesso. Surreale l’inizio: lui che entra in studio e il pubblico che lo applaude per interminabili minuti neanche si stesse assistendo al ritorno in video di Mina.
Interessanti come un film di Nicolas Vaporidis gli altri momenti della trasmissione: in un delirio di onnipotenza vengono mostrate anche le liti di Sgarbi in tv (si vede anche la mitica rissa tra lui e Roberto D’Agostino, peccato che poco prima della sberla di quest’ultimo si passa ad un’altra sfuriata). Grottesco il momento della telepromozione: chi è che consiglia al pubblico un buon tè solubile? Lo stesso Sgarbi. Viene da chiedersi con quale coraggio la Ristora possa credere che il pubblico si fiondi al supermercato a comprare i suoi prodotti dopo che si è visto Sgarbi gustarli come se si stesse bevendo un bicchiere di uranio radioattivo.
Ci Tocca anche Vittorio Sgarbi non può essere liquidato come un programma fatto da un egocentrico per egocentrici (ma solo se ti chiami Vittorio Sgarbi), in questo caso si può andare oltre e parlare tranquillamente di uso improprio del mezzo televisivo. Come se non bastasse Sgarbi c’è anche Morgan a dare un contributo in egocentricità. All’ex giudice di X Factor non importa se l’invito arriva dalla sagra della castagna o critico d’arte più odioso della televisione: l’importante è essere ospite!
Infine, si potrebbe fare una sintesi contro cui Sgarbone se la prende: le persone che non volevano il programma in diretta, i magistrati, l’eutanasia, Oliviero Toscani, Adriano Celentano, i parchi eolici e così via. Praticamente ce l’ha con tutti. Tranne che con le persone che hanno un nome che inizia per S, un cognome che inizia per B, sono proprietarie del Milan e fanno il presidente del Consiglio.