Oggi, Cartoni animati story, in concomitanza con l’uscita di Speed Racer, vi racconta la storia di Superauto Mach 5, il cartone animato giapponese degli anni sessanta a cui si è ispirato il film dei fratelli Wachowski.
Era il lontano 2 Aprile 1967 quando apparve per la prima volta sulla Fuji Television il cartone animato creato da Tatsuo Yoshida Mach Go! Go! Go!.
La serie, di 52 puntate, terminata il 31 Marzo del 1968, è giunta in Italia con enorme ritardo, negli anni ’80, dopo aver ottenuto un successo insperato, per l’epoca, in tutto il mondo e dopo essere passato alla storia come uno dei primi cartoni animati più famosi lontano dal Sol Levante.
Tutto ha inizio quando, Go (che in inglese significa andare, ma che in giapponese è l’equivalente del nostro cinque, numero dell’auto guidata dal protagonista), un giovane ragazzo, si trova in mano un auto potentissima, creatagli appositamente dal padre, un ex corridore di automobilismo in pensione, per gareggiare nella Formula Zero, una competizione a cui concorrono per lo più piloti senza scrupoli e criminali, come i componenti della Race X, pronti ad utilizzare ogni mezzo possibile, anche il più subdolo e pericoloso, per vincere le gare.
La sua automobile, bianca e blu con il numero 5 sulla fiancata, è speciale, grazie ai 7 tasti che ha sul volante (segnalati da lettere dalla A alla G), ognuno dei quali attiva dei congegni speciali, (l’auto può andare sott’acqua, fare salti incredibili, avere una velocità straordinaria) che gli consentono di vincere ogni gara, su qualsiasi tipologia di pista, anche sui percorsi più impervi e soprattutto lo difendono dall’aggressività dei suoi rivali.Oltre a lui, presenti nella storia, ci sono il fratellino Bob con lo scimpanzé Chirichi, nonché la ragazza Trixie.
Cosa ricordare di Superauto Mach 5? A parte la sigla italiana, cantata da Guiomar (ma scritta dal cantante dei Cavalieri del re, Riccardo Zara) il casco bianco con la M stampata sopra e il fatto che sia uno dei cartoni animati sportivi più antichi della storia (se non proprio il più vecchio) credo sia importante segnalare il ritmo incalzante e adrenalinico (per l’epoca), in gare (dall’ambientazione sempre differente), che si decidevano sempre alle battute finali con la vittoria del bene. e i valori dell’amicizia e della competizione sportiva, che emergevano (e prevalgono) alla fine di ogni puntata.
Concludendo: non è facile riuscire a reperire Superauto Mach 5, ma se qualcuno avesse la fortuna di riuscirci (magari grazie al film, la serie animata tornerà in onda) potrebbe godersi un bellissimo spettacolo creato negli anni sessanta, che non ha nulla da temere nel confronto con i nostri cartoni animati attuali.
Era carino, molto avanti per il periodo in cui l’hanno fatta!