Ritorna GAP – Generazioni alla prova, il programma di Luigi Bertolo, Roberta Calandra, Gigliola Cinquetti, Fabrizio Intonti, Lucia Luconi giunto ormai alla quarta edizione, in onda ogni venerdi alle ore 00.50 su Rai 3.
GAP è condotto da Gigliola Cinguetti, ed è incentrato sul sottolineare, appunto, il peso del GAP generazionale. Tale GAP riguarda vari aspetti, ma è riferito fondamentalmente alla vita e alla professione.
Trattasi di un talkshow è basato sull’intervista: 50 tra giovani diplomati, lavoratori e studenti universitari, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, intervistano un ospite, il quale al centro del ring in un confronto uno a molti si trova a rispondere alle domande degli intervistatori.
In un certo qual modo, ogni personaggio rappresenta una categoria professionale, e attraverso il fuoco incrociato delle domande a volte impertinenti dei giovani intervistatori, emergono particolari interessanti e aspetti reconditi di tale discrepanza generazionale.
A parte la struttura, secondo me abbastanza originale, a mio avviso il punto di forza di GAP è quello di aver trovato un modo efficiente di fare ciò che si prefigge di fare.
Mi spiego meglio. L’opinionismo e, generalmente, il malcontento sul lavoro portano a una certa confusione concettuale relativamente alla situazione effettiva, approssimando ahimè il luogo comune, con la conseguenza di perdere di vista l’obiettivo finale.
Da una parte c’è infatti una generazione che lavora da sempre, il target dell’intervista, per capirsi meglio; dall’altra una generazione che si aggira con una lanternina nelle tenebre incerte della vita e del futuro.
Non basta più pensare a cosa si vuole fare della propria vita: la generazione dei ventenni di ieri rappresenta, infatti il mondo attuale, in una trasformazione da contenuto a contenitore che oggi sembra essere di difficile comprensione.
Un mondo vivo, che richiede prestazioni di un certo livello e in cui non è facile ritagliarsi uno spazio, o almeno non basta l’istruzione, e per il momento neanche l’intraprendenza. In GAP per magia, tutto questo si manifesta in modo abbastanza chiaro.
Quello che ho notato è che i ragazzi cercano di porre domande in cui effettivamente si riconoscono, finalizzate ad ottenere risposte puntuali, e non solo volte a far emergere particolari singolari dell’ospite di turno.
Sottolineare il gap generazionale attraverso una visione in moto, dinamica dei cambiamenti è il modo corretto per rilevare tali discrepanze, che vengono poi approfondite attraverso le domande in studio.
Tra gli ospiti del passato abbiamo Curzio Maltese, Viviana Durante, Paolo de Nardis, Chicco Testa, Sebastiano Maffettone, Luisa Todini, Giorgio Van Straten, Gianarturo Ferrari, e molti altri.
Lentamente , nel corso degli approfondimenti, si cerca di comprendere non solo se la comunicazione è possibile, ma anche quali sono gli estremi per un sano passaggio generazionale, volto a colmare il GAP.