Alta Tensione è il titolo di uno dei miei film dell’orrore preferiti, che ha poco a che vedere con quiz e alti voltaggi. In questo caso devo tuttavia fare riferimento al programma condotto da Carlo Conti in fascia preserale su Rai1.
Si tratta del seguito di un esperimento che ha avuto buon esito nel 2006, di una formula collaudata alla cui guida vediamo uno dei presentatori più appassionati e affermati della televisione.
Lo stesso Conti descrive questo Alta Tensione come una sfida, un esperimento, un quiz “puro”, forse un azzardo sperimentale laddove l’Eredià rappresenta la sicurezza.
Il concetto di quiz puro va a braccetto con il connubio tra la concezione italiana e quella anglosassone di quiz, che ci rimanda ai giochi delle origini.
L’alta tensione che dà il nome al titolo è sottolineata da alcune fasi del gioco in cui non c’è tempo da perdere e le risposte devono essere date nei tempi giusti per generare i codici da convertire in denaro.
Il tema visivo del programma richiama del resto l’elettricità, cavi e colori elettrizzanti, come a sottolineare ulteriormente l’essere sempre sul filo del montepremi racimolato a fatica.
Il gioco è quindi suddiviso in manches, ciascuna con le sue caratteristiche e il suo livello di difficoltà, indicativamente di tipo progressivo man mano che si passa da una manches all’altra, fatta eccezione per quello che possiamo definire l'”enigmone” finale, che brilla di difficoltà propria.
Le varie manches consistono in una serie di sottogiochi; si tratta di domande a scelta multipla rispondendo alle quali i concorrenti accumulano i suddetti codici che vengono poi convertiti in denaro.
La prima manches comprende tre prove che i concorrenti dovranno affrontare: queste sono L’Intruso, I Numeri e 9 Volt.
Nella seconda parte i concorrenti devono rispondere a domande di cultura generale e chi raggiunge il montepremi più alto si misura poi con un percorso a sorpresa.
Alcune delle domande di cultura generale richiedono esplicitamente la conoscenza di alcune materie, in linea di massima classiche, per poter rispondere con sicurezza. Niente di facile a dire il vero, non è esattamente come quei quiz in cui uno da casa pensa che l’unica fortuna sia quella di essere selezionati per partecipare.
Non molto, infatti, è lasciato al caso e, quello che richiede Carlo Conti, con la sua leggendaria simpatia, è una risposta esatta e data nei tempi stabiliti. I ritmi del gioco sono scanditi dal gioco stesso, e poco spazio è lasciato all’improvvisazione.
I tempi varianoda fase a fase ma non sono mai particolarmente dilatati. L’idea che si ha è quella di un percorso a ostacoli che prevede la capacità di adattarsi ad ogni nuovo ostacolo, pena la perdita di ciò che si è accumulato fino a quel momento.
Carlo Conti conduce in modo coerente il programma, lasciando spazio a qualche commento ma non molto di più. E’ il gioco, col suo schema, che comanda e che dirige se stesso.
In linea di massima la suspence è legata a come si comporta il concorente, il che secondo me è assolutamente un aspetto positivo.
Riuscirà il “Re dei Quiz” a portare Alta Tensione nell’empireo dei programmi televisivi?